Marco Marchetti recensisce la brillante fiaba fantasentimental di Juan Solanas, figlio dell'argentino Fernando, che dal padre sembra aver succhiato l'immaginario dolcemente surrealista.
Mentre l'Italia s'interroga stranita su "chi mai avrà votato ancora quella feccia", l'Academy è stata più ecumenica con gli Oscar. I premi e il commento di Davide Stanzione alla notte più seguita al mondo.
Nel nuovo metacalderone western di Tarantino, il vendicatore ispirato al Django di Corbucci si fonde con l'eroe nibelungo nel suo film forse più ambizioso e formalmente consapevole. La recensione di Davide Stanzione
Gli stessi attori impersonano personaggi diversi in un groviglio di storie dall’800 al 2300 nell’ambizioso film by Watchowsky Bros & Tykwer, tratto dal complesso romanzo di Mitchell.
Davide Stanzione recensisce il nuovo film "esistenzial-meta-artistico" del regista siciliano con cast internazionale. Un thriller metafisico sul rapporto fra arte e passioni 'reali'.
Tra intuizioni visionarie e le ormai consuete sciatterie narrative, articolata analisi dell'ultimo, discussissimo Dario Argento da parte di Marco Marchetti.
Davide Stanzione recensisce il film antihollywoodiano ma furbetto di Larry Clark, premiato al Festival del Cinema di Roma e visibile solo sul suo sito.
Walter ha seguito l’ultima edizione del Festival di Venezia e qui torna sul film premiato del regista coreano, con un parere di segno opposto a quello della recensione di Marco.
Davide Stanzione dal Festival del Cinema di Roma recensisce in anteprima il film di Walter Hill che celebra il mito dell'intramontabile Stallone in un action roccioso.
Marco Marchetti recensisce l'ultimo film di Michael Haneke, premiato a Cannes, che affonda il bisturi nella fase della vita più rimossa dagli sguardi politically correct.
Da un videogioco ormai mitico a una nuova saga cinehorror. Luci e ombre del passaggio da interattività a pellicola con Sergio Giannone, esperto di videogiochi.
Secondo Davide Stanzione, il neo noir di Andrew Dominik - alle prese con una vicenda di gangsterismo che punta al metaforico - risulta pretenzioso e derivativo.
Marco Marchetti confronta senza pietà il remake di Atto di Forza (ora nelle sale) con la versione filmica storica di Verhoeven e l'ormai remotissimo racconto originario di P. K. Dick.
Il noir texano del regista de l’Esorcista parte asciutto e spietato su un fattaccio di gente brutta, sporca e cattiva, ma finisce sopra le righe “alla Tarantino”.
Dall'11 ottobre in 46 sale italiane (distribuzione Bolero).
Marco Marchetti torna sull'amato Bruno Dumont con un'analisi del suo film di poveri cristi vagabondi, che dopo Cannes ancora vagabonda senza distribuzione in Italia.
Marco Marchetti non ha remore nello stroncare l'ultimo film del regista sudcoreano, pur incoronato del Leone d'Oro all'ultimo Festival di Venezia, per una provocatorietà più posata che autentica.
Il nuovo film del regista di Martyrs è meno scioccante ma sempre ricco di sorprese narrative e di uno spiazzante finale "sociale". Da vedere per riflettere su un interrogativo cui non è facile rispondere.