Nella sua meritoria missione di far conoscere in Italia (dove per legge di horror può circolare solo quello di Stephen King o le porcherie young adult di moda) grandi firme dell'orrore mondiale come Ramsey Campbell, Jack Ketchum o Richard Laymon, l'Independent Legions di Alessandro Manzetti ha mandato da poco in libreria un succulento lotto: il ritorno all'horror di Clive Barker (malamente pubblicato illo tempore da Bompiani e lasciato a metà di recente da Castelvecchi), col demonologico Jakabok e Vangeli di Sangue (copertine affiancate qui a destra), seguito della saga di Hellraiser che lo rese famoso negli '80; insieme al secondo romanzo di Poppy Z. Brite, Disegni di Sangue, originariamente uscito nel '93 come Drawing Blood e sinora inedito in Italia (copertina in apertura), di cui qui ci occupiamo.
Dopo l'antologia Il Cimitero dei Vivi, questo è il primo romanzo della Brite che abbiamo l'opportunità di leggere: e, rispetto agli orripilati commenti che si leggono in rete sul successivo Cadavere Squisito (suo best seller che IL si prepara a ristampare per allietarci il Natale 2017), va subito detto che Disegni di Sangue è assai meno splatter di quanto lascerebbero aspettarsi gli omaggi a Dario Argento e all'horror italiano insieme alla trucibonda fama (e i racconti della citata raccolta) della controversa autrice di New Orleans, ormai purtroppo silente dal 2006 e frattanto trasformatasi in Billy Martin dopo il "riposizionamento di genere" che l'ha resa il maschio gay che - dice - s'è sempre sentita, anche nel nativo corpo femmineo, che pur fieramente esibiva sulla cover dell'edizione Frassinelli del Cadavere Squisito (che ripassate qui accanto).
Non dev'essere dunque un caso che omosessuali maschi siano i due sbandati protagonisti (e anche qualche comprimario) di questo romanzo, cioè il disegnatore di fumetti, venticiquenne orfano e solitario Trevor e il diciannovenne dandy hacker Zach, in fuga da New Orleans dove l'FBI lo tallona per le sue illegali prodezze informatiche. La loro storia, dicevamo, è assai più romanzo di formazione, coming of age e coming out gay insieme, che horror da fiato in gola, non essendo più di tre le situazioni autenticamente orrorifiche nel corso della trama: il prologo situato nel '72, in cui il padre di Trevor, apprezzato fumettista underground in crisi (di qui il titolo e la tavola di Giampaolo Frizzi in quarta che vedete a destra), massacra a martellate moglie e figlio minore, poi impiccandosi e lasciando il protagonista a domandarsi perchè abbia risparmiato proprio lui.
Siamo poi già oltre pagina 200 quando Zach, divenuto amico e amante di Trevor, sperimenta nel bagno della casa infestata dalle morti di 20 anni prima una visione ematico spermatica sul proprio probabile destino di consunzione e morte, che però quasi stride - con quell'immaginario zombesco più convenzionale - col raffinato scavo psicologico nei tormenti dell'anima dei due protagonisti con cui l'autrice ci ha avvinti fino a quel punto.
L'akmé orroristica si raggiunge però alle soglie di pagina 300 (sulle 378 complessive), con il lungo incubo che i due vivono dopo aver mangiato funghi allucinogeni dopo un concerto rock in cui l'hacker ha sperimentato l'ebbrezza di fare la rock star, vagando nell'inquietante dimensione parallela di Birdland, ambientazione del fumetto del padre di Trevor, grande fan di Charlie Parker. Un'allucinazione condivisa in cui entrambi dovranno confrontarsi coi fantasmi della propria infanzia tormentata: la strage familiare di Trevor, appunto, e le violenze dei genitori subìte da Zach fino a 14 anni. Qui Poppy sale di un gradino, riuscendo a saldare visionarietà burroughsiana (il cui picco è il personaggio del fumetto del padre che si inietta in sangue di Trevor come droga, dissolvendosi quindi davanti agli occhi allucinati di quest'ultimo!) e tenebre spaventose al profilo psicologico dei due personaggi cui ormai l'autrice ha dedicato la più parte del suo scritto. E, essendo scrittrice di razza, a quei profili ci ha fatto appassionare anche se non facciamo parte del mondo queer (personalmente tifavo per l'amica lap dancer Eddy, disperatamente innamorata dell'elusivo Zach, ma mi son bevuto tutto il romanzo senza pause). Quindi, essendo fortemente innervato ai caratteri con cui abbiamo empatizzato, quando nella trama arriva il vero orrore, colpisce più intensamente delle valanghe di organi sventrati nello splatter di maniera.
Nonostante Poppy ringrazi Bruce Sterling del supporto alle parti sull'hacking, non si può altresì parlare qui di commistione colla s/f cyberpunk, essendo i virtuosismi da hacker di Zach descritti in maniera molto realistica e non fantascientifica: spostamento di fondi bancari, correzioni di fedine penali, cancellazioni di dati ma nessuna immersione "psichedelica" nel cyberspazio come avviene invece coi funghi allucinogeni.
Invece, l'appassionato di musica ha ben più ciccia (al sangue) di cui saziarsi: oltre agli omaggi alla sacra trimurti jazz/beat generation formata da Charlie Parker, W.S. Burroughs e Tom Waits (con citazione implicita di The piano has been drinking), il libro risuona delle sonorità di Janis Joplin (la sua Me and Bobby McGee dà nome al padre di Trevor), Cure, Pixies, Prince (Darling Nikki) per far lap dance, Rolling Stones (Undercover) e poi Foreigner, Guns N' Roses, ma anche Hank Williams (sentito in auto su... sì, una vecchia audiocassetta, essendo il libro dei '90!), fino ai Nine Inch Nails, oltre al r'n'r da strip tease dell'antologia Louie's Limbo Lounge (esplicita copertina a destra) e ai fantomatici Gumbo (dal nome della tipica 'paella speziata' di New Orleans), rock band "che suona un po' di tutto" nel club della pure immaginaria Missing Mile (paesucolo del North Carolina in cui s'ambientano i primi due romanzi della Brite). Un mondo, quello dei pub con palco, dei piccoli negozi di dischi e della loro fauna di svitati cannaioli undeground, che Poppy mostra di ben conoscere, come le parallele subculture del jazz nero di New Orleans, del country cajun e del reggae rasta, in cui sguazza la sua sudaticcia corte dei miracoli di simpatici fricchettoni, mignotte, tossici e sballati d'ogni tipo.
Sono questi i suoi veri freak, cui va però tutta la simpatia dell'autrice, mentre la paura non è mai per il difforme, bensì più per il timore di vedere tradito il proprio abbandono sentimentale, che nel libro sovrasta anche il tema più 'maudit' della condanna dell'artista a sperimentare sulla propria carne il dramma sanguinoso della creazione che unisce Trevor al padre assassino. E quello - per me il più realmente disturbante, anche se solo accennato - della subconscia lusinga di assaporare fisicamente il gusto del sangue e degli organi interni dell'amato, in un'apoteosi del possesso estremo.
I veri "mostri" qui non sono creature tentacolari o zannute, ma solo quello in cui si possono trasformare le menti di padri sballati zuppi d'alcool, come purtroppo si può leggere fin troppo spesso ancora sui quotidiani del 2017, oltre che sugli scaffali dell'horror anni '90.
Lettura obbligatoria per l'estate 2017 dell'horrorista che punta a una lettura ricca e matura (o viatico per chi horrorista non è ed è disposto a mettersi alla prova per scoprire che anche lo screditato genere può offrire letteratura di serie A), Disegni di Sangue - trovandoci a leggerlo ormai oltre 20 anni dopo quando fu scritto, anche se non perde un grammo del suo valore letterario, può essere accompagnato con una colonna sonora leggermente aggiornata ai tempi (e ascoltata nel dannato cellulare che avrete in spiaggia, lo so, niente cassette!): io suggerirei l'altrettanto assolato e rurale Songs Of Love & Death, debut album nickcaveano dei Me And That Men di Nergal dei Behemoth (già recensito QUI). O, se volete qualcosa di più energico, l'ottimo Hurricanes and Halos degli Avatarium, in cui (come vedete nel video di questa Starless Sleep, molto adatta agli incubi allucinogeni di Trevor e Zach, un certo horror voodoo è di casa). Ci torneremo presto, sia sugli orrori di Poppy sia sulle nuove uscite succulente della Independent Legions, come sulle band citate. Intanto, buona lettura.
Mario G