«Come vi ho anticipato, ho descritto le sette versioni di questa mia esperienza. Molte di loro hanno cose in comune e sono dei seguiti della storia. In fondo, nel raccontare, oltre alla realtà che si prende gioco di noi, c’è la nostra meravigliosa psiche che, minuto dopo l’altro, per tutta la vita ricostruisce i propri ricordi. Nel farlo è molto fedele, ma non tiene conto dei rumori di fondo, dei micro-choc successivi, delle emozioni che tendono a cancellare il passato e a modificare dettagli sempre più grossi.
E in questo “telefono senza fili” è difficile individuare la storia giusta.
Poi ci sono gli altri, chi ti circonda che ti racconta qualche dettaglio in più, o addirittura una storia diversa dalla tua. Questa settima versione è quella che racchiude tutte le altre e il consenso di chi mi conosce, perché è qui davanti a me, che mi ascolta.
Un ascensore è una specie di macchina del tempo. Nel mio caso, lo è stato. Mi ha isolato dal mondo per un giorno e una notte. E mi ha catapultato nel disastro.
Il 20 luglio 2001 è diventata la data che tutti ricordano, una cesura nel tempo. Nessuno poteva aspettarsi quello che è successo, così almeno hanno detto i servizi segreti di mezzo mondo. Anche se il sentore di qualcosa del genere c’era stato, ma era stato preso come un pretesto per alzare la tensione.
Sembra assurdo, eppure è successo veramente: com’è stato possibile che una nave da guerra battente bandiera liberiana avesse a bordo un intero equipaggio di talebani afghani e nessuno se ne fosse accorto? Com’è stato possibile che fosse entrata nel Mediterraneo senza che nessuno l’avesse fermata prima? A quel punto, con una nave armata fino ai denti di missili terra-terra con testate nucleari di produzione russa fuori dal porto di Genova, come è stato possibile che l’allarme sia stato dato soltanto poche ore prima?
Qualcuno ha avuto il coraggio di parlare di circostanze fortuite. Il G8 aveva già svuotato la città ed è bastato evacuare il summit, le Forze dell’Ordine e i manifestanti per ridurre a poche centinaia di disperati la popolazione di una città da 600 mila abitanti.
Le testate nucleari hanno impattato con la città come petardi su un modellino e le radiazioni hanno contaminato l’intera zona urbana. Dei pochi rimasti, metà sono morti per gli impatti e i crolli, l’alta metà è stata irrimediabilmente colpita dalle particelle gamma. E io ero lì, a guardare questo spettacolo assurdo e impossibile.»
(Lukha B. Kremo)
Il brano qui sopra è un estratto da Il diario del senatore Giuliani (Sette guerrieri contemporanei), il racconto firmato da Lukha B. Kremo per la nuova antologia NeXT-Stream – Oltre il confine dei generi, edita da Kipple (label di bandiera del movimento connettivista), in formato ebook, nella collana Avatar.
L’idea di questa raccolta nasce ben tre anni fa, spiegano i curatori Lukha B. Kremo, Giovanni De Matteo e Sandro Battisti: cercare di sdoganare i connettivisti dalla fantascienza, loro nido eletto. Non è stato facile perché i connettivisti sono un movimento, prima che un “tipo di scrittura o un gruppo di tematiche”, come spesso si sente dire e negare contemporaneamente.
Abbiamo cercato - spiegano - di lavorare privilegiando il principio della massima inclusività possibile dei diversi approcci, con il proposito di fornire uno spaccato variegato e attendibile della complessità da cui muovevamo. Nella selezione potrete quindi imbattervi in una raccolta eterogenea di sensibilità e di punti di vista sulla scrittura non di genere o, per meglio dire, oltre i generi: contaminazioni di poliziesco e fantascienza che gli appassionati di entrambi i generi potrebbero con qualche fatica incastrare sotto una definizione univoca: scorci del futuro narrati secondo una prospettiva iperrealista; incursioni nel surreale e nel metafisico; soluzioni riconducibili alla literary fiction. E spesso potrete trovare diversi di questi approcci all’interno dello stesso racconto, proprio come se, parafrasando una precedente pubblicazione che ci è particolarmente cara, ogni racconto non fosse altro che il frammento di una rosa olografica.
L’intento non è stato di proporre una nuova antologia dei connettivisti, bensì percorrere una strada nuova provando a definire il Movimento quasi snaturandolo, trascinandolo lontano dalla sua culla naturale, la fantascienza, e chiamandolo a fare i conti con forme letterarie diverse declinato secondo i codici della distopia o dello straniamento culturale, a seconda del racconto.
Quello che in un’ultima analisi ci interessava, era proporre un bel libro di narrativa contemporanea, al passo con i tempi che corrono. Quindici autori si sono così misurati con l’epocale sfida di portare il Connettivismo in un’ottica di letteratura non di genere, in grado di affinare la sensibilità connettivista: l’attitudine alla sintesi di esperienze diverse e alla contaminazione, la concezione ambigua e arcana della realtà, spesso affrontata con le armi dell’epica (antica e contemporanea) e della sociopolitica nell’universo della quotidianità, rinnovano i dettami della narrativa cosiddetta mainstream per approdare oltre il confine dei generi stessi.
In dettaglio, i quindici sono: Umberto Pace (Chi si ferma è perduto), il citato Lukha B. Kremo, Filippo Carignani Battaglia (Buonanotte Modu; dormi bene), Marco Milani (Psycolandia), Domenico Mastrapasqua (La cuspide del dissenso), Sandro Battisti (Unplugged), Fernando Fazzari (Autopilot), Roberto Furlani (L’eremita), Mario Gazzola (Non si esce vivi dagli anni ’80, sinora il suo unico racconto giallo), Roberto Bommarito (Ponti), Francesco Verso (BloodBusters), Giovanni Agnoloni (Il sepolcro del nuovo incontro), Denise Bresci & Ugo Polli (Il peso del mondo è amore), Giovanni De Matteo (Tornare a Cape Cod).
Parecchi fra loro sono nomi storici all’interno del Connettivismo mentre altri sono affiliati al Movimento, ma tutti hanno sviluppato la sensibilità di quest’antologia in modo differente dai soliti lavori connettivisti, ragionando e percependo l’argomento con l’ottica della sperimentazione del quotidiano.
L’immagine di copertina è realizzata da Luca Cervini.
Potete scaricare l’ebook QUI o QUI .
Have a fantastic NeXT trip!
Posthuman Staff