State ciondolando nella zona di Brooklyn, dalle parti del(l'ormai purtroppo chiuso) club Sputnik, dove nel 2007 gli Iconoclast suonarono proiettandosi alle spalle il nostro Con gli occhi di domani. L'afa d'inizio giugno sfoca leggermente il caligginoso skyline della Gran Mela, mentre pensate ai James White, ai David Thomas che purtroppo hanno smesso di latrare le loro inquietudini tra CBGB's (pure chiuso, ahinoi) e Knitting Factory.
Per voi che siete nati in Italia sono visioni in bianco e nero filtrate dalle videocamere super 8 surrealiste e nervose dei registi della no wave come Richard Kern, Nick Zedd e Amos Poe (sotto qualche esempio). Di Susan Seidelman prima che esplodesse insieme alla Madonna da Studio 54.
Poi, all'improvviso, un languore di sax malinconico attraversa l'aria giungendovi alle orecchie. E' Memory Park, probabilmente il brano più struggente e atmosferico di Cobalt Confidential (QUI il loro bandcamp per un preascolto in streaming, a lato la copertina). Quindi siamo nel 2025, come se quei tempi non fossero mai passati. In un lurido loft nella Bowery Zorny Galàs, il sulfureo guru lituano della sperimentazione teatrale coccolato dalla scena punk di SoHo, mette in scena le sue feroci performance piene di manichini insanguinati appesi a testa in giù. Poche persone siedono sui cuscini a cercare l'oltre nel suo "Teatro della dannazione" insieme all'imberbe pupillo Alvaro Cortez, ma sono i giovani Jim Jarmusch, ancora in "permanent vacation" (qui sotto il film intero), Abel Ferrara che sta ruminando il suo Driller Killer (sotto il film), così vicino al Buio in Scena di Galàs; e poi Lydia Lunch, John Lurie, il genio del synth Brain One, Thurston Moore e Kim Gordon. Tutti presto avrebbero fatto parlare molto di sé. Tutti giurano d'aver visto i manichini muoversi da soli durante la performance...
Due comete punk minori come Judy Nylon e Patti Palladin, che in quei giorni urlano sulle schitarrate di Johnny Thunders, sono tentate unirsi al cast di una video performance dal titolo provvisorio di "Panthers Hugs", da cui la regista Beth B (sotto un trailer) vorrebbe tanto trarre un film in 16 mm, di cui sfortunatamente s'è ormai persa ogni traccia.
Il sax viene progressivamente circondato dalle armonie del sintetizzatore suonato dal batterista Leo Ciesa, dissonanti come quando il (driller) killer si fa avanti sulla scena del crimine nei B movie tanto visceralmente amati da tutti i protagonisti della scena. Cobalt Confidential, ultimo album del duo newyorkese, non si discosta dalle coordinate sonore seguite dagli Iconoclast dal lontano 1989 fino ad oggi (QUI la loro ormai gloriosa discografia, noi li abbiamo conosciuti a Reggio Emilia nel 1995): un free jazz postmoderno al crocevia fra art punk (Comfort Me?) e musica contemporanea (il piano di Opposite Contract).
E' composto, registrato e prodotto dai soli titolari Joslyn/Ciesa (nelle foto sopra ripresi in studio) come i suoi predecessori, praticamente live in studio, utilizzando solo gli strumenti in cui i due si destreggiano anche in concerto: sax e violino, vocals e live electronics lei, batteria e percussioni, più tastiere e pianoforte lui.
"Il nostro processo creativo non è cambiato molto nel corso degli anni", ci hanno spiegato loro: "proviamo regolarmente e siamo aperti a qualsiasi cosa emerga. A volte un brano inizia con una sezione composta e poi si evolve attraverso l'improvvisazione, altre volte ci improvvisa su un'idea, un ritmo, una poesia o qualsiasi altra cosa, e la struttura del brano inizia a prendere forma. Lavorare insieme e fidarci reciprocamente per molti anni ci permette di sviluppare una creatività ricca e aperta".
"Sebbene il nostro approccio sia rimasto intatto, ci sono alcuni modi in cui la musica stessa si è evoluta", continua Julie. "Per esempio, quando abbiamo iniziato, scrivevamo per lo più brani molto brevi e ben costruiti. Ora la nostra musica si sta un po' allungando, incorporando forme più lunghe e più improvvisazione, senza sacrificare la linfa vitale dei nostri lavori precedenti. Ci stiamo espandendo di più, pur mantenendo lo stesso livello di intensità... e volume!"
"Alcuni brani di Cobalt Confidential incorporano sensibilità diverse", aggiunge Leo. "Ad esempio, il brano che dà il titolo all'album presenta elementi classici, con piccoli gruppi di temi ripetuti che vengono ripresi in tutto il brano, intervallati da improvvisazioni di sassofono asimmetriche, a tratti atonali, su uno sfondo di batteria incalzante, in stile tablaish, che è fisicamente, tecnicamente e mentalmente assai impegnativo. Questo brano riassume forse la storia degli ICONOCLAST, passata e presente: tutti gli elementi convergono in una composizione nuova, sorprendente e innovativa." (ai lati, due scatti da recenti concerti in Serbia del duo, non testimoniata la presenza di Cortez nel pubblico, NdR)
C'è evoluzione oltre questo, o siamo oltre la "barriera del suono" e, oltre qui, ci può essere solo ripiego su forme note o rumore puro? Vi basta, vi intriga, vi sfidano ancora queste sonorità, vi rievocano spigoli di una New York fremente e rivoluzionaria, anni luce dall'attuale prosaica era di Amazon e del fast food? A Cortez almeno sembra di sì: quando gli abbiamo fatto sentire il disco ci ha detto che se riuscisse a completare quella storica idea dei "Panthers Hugs" (di cui qui sotto vedete l'unica immagine d'archivio ancora esistente*), vorrebbe proprio gli Iconoclast come colonna sonora.
NdR
L'ambientazione newyorkese e il quadro della stagione no wave tratteggiati in quest'articolo sono realistici e ben documentati, come tutti gli artisti citati.
Sono invece personaggi di finzione il produttore musicale Brain One (presente in Rave di morte e S.O.S. - Soniche Oblique Strategie di Mario G.), il regista Alvaro Cortez e il suo maestro Zorny Galàs, protagonista del "ciclo dell’arte come dannazione", sempre di Mario G, che comprende:
• Buio in scena (romanzo, 2022), dove compare per la prima volta il regista teatrale in carcere Alvaro Cortez.
• Buio in scena - il teatro della dannazione (2022, drammaturgia illustrata da Roberta Guardascione)
• La bambola di scena (racconto, nell'antologia Un'inquietante sensazione indefinibile, Oakmond, 2022), dove compare l’attuale fidanzata di Cortez RozzMary qui citata.
• Il regista che cadde sotto terra (racconto, nell'antologia Psicomondo, Tabula Fati, 2024).
Ai quali seguiranno i prossimi racconti Tunnel di suono e Gli abbracci delle pantere, previsti sui numeri 2 e 3 di M - la rivista del mistero presenta, diretta da Andrea Carlo Cappi, della cui immagine di copertina by Roberta Guardascione (che ha anche rielaborato l'immagine della scenografia di Panthers Hugs sopra al centro) qui a lato possiamo offrirvi una preziosa anteprima; in previsione del romanzo La quinta del lupo, in cui Cortez torna protagonista, al momento ancora in fase di gestazione.