“Guarda la luna. La luna ha un’aria molto strana.
Si direbbe una donna che esce da una tomba.
Rassomiglia a una donna morta.
Si direbbe che sia in cerca di morti”.
(Wilde)
A letto. Immobile. Lungo disteso sul suo lato del letto.
Silente. Come un morto nella bara.
Ma sveglio.
Da quant’è che sono qui… stavo leggendo, devo essermi addormentato. Come un vecchio colla bava alla bocca.
Però non avevo ancora spento la luce… invece qui è buio pesto, non filtra nemmeno una lama di chiarore dalle tapparelle… beh, per la verità col tempo d’inferno che fa fuori non filtrerebbe chiarore nemmeno da una finestra spalancata.
Deve essere venuta a letto Arianna. Mi ha visto addormentato e ha spento la luce anche dalla mia parte.
Strano che non l’ho sentita, di solito quando si corica il letto sobbalza un po’ e la sento sistemarsi… avrà fatto piano per non svegliarmi.
Oppure è scappata. Per sempre. Con il suo amante segreto.
SHTACK. Parte l’ascensore e lei svanisce nel nulla. Col suo collega Zanetti o Zanotti o comesichiama, quello lì coll’addominale a tartaruga…
O è solo in bagno che fa pipì.
O è qui accanto immobile pure lei.
O… Va beh, la cosa furba da fare ora è rimettersi a dormire.
Potrei rimettermi a leggere, ma se accendo la luce adesso e lei è qui la sveglio e mi fulmina.
No, impossibile. Ma è qui o dove? Non muove un muscolo, nemmeno si tira un centimetro di coperta come fa di solito…
Immobile. A letto. Tutto il cervello concentrato nell’orecchio per sentire il respiro di lei. Il caratteristico soffio regolare del dormiente.
Nulla. Ancora nulla. Silenzio di tomba.
Ma sarà davvero a letto? Magari è qui sveglia pure lei. Si è appena accucciata sotto le coperte e sta aspettando d’addormentarsi. In silenzio, per timore di svegliare me.
Comico no? Sdraiati insieme a trenta centimetri di distanza, paralizzati entrambi dalla paura di darsi fastidio l’un l’altra. Quando si dice la barriera dell’incomunicabilità nella coppia moderna…
E io? Perché io di colpo son così sveglio?
TIC
Tic… cos’è tic? Un rumore. Rumore di che? Di lei che si lava, chiude il rubinetto chiude la porta di casa spegne la luce chiude la porta dell’ascensore. No, quella si chiude automaticamente. Allora di cosa?
E se non ci fosse nemmeno?
Che buio, però…
Beh, alla fine basta che allunghi la mano e la tocchi. Superare la barriera. Seh, poi quella si sveglia e mi s’incazza pure e si comincia a discutere al buio alle… che ore sono? Dov’è il mio orologio, che non si vede…? Boh, le due? Però. Di già.
Ma no, la sfioro soltanto, basta pochissimo per sentire un corpo che schiaccia il letto.
Poi magari c’è un corpo e non è il suo. Devo sentire bene, riconoscerla. Magari è cambiata, all’improvviso nel letto c’è un’altra. He he, allora si fa festa.
A letto. Immobile, al buio, la fantasia cola svelta dal materasso. Scorre su ogni superficie disponibile spezza gli argini plasma forme.
La tocco e invece sento il tondo del culo della Doriana. Perfetto morbido e sodo. Hmmm…
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La fantasia plasma la fisiologia. Qualcosa là sotto non è più sdraiato e immobile, mentre la mente proietta il film della sciampista dell’Hair Studio, chinata ad angolo retto sul suo lavandino di lavoro. In questo film non ha le mani nella schiuma ma si tiene la minigonna sollevata sulle anche. Mille occhi incastonati come borchie alle pareti scrutano l’arrivo alle sue spalle del padrone della sua lussuria. Scroscio nero di capelli lucidi cola nel lavandino.
La sua faccia… che faccia ha Doriana? E chi lo sa? Faccia da ragazzetta da chiavare. Doriana non ha una faccia sua.
Però sentirsela qui di fianco è poco probabile, quindi quel che si profila per davvero è solo un gran lavoro “riflessivo”.
Seh, e se l’Arianna mi arriva a letto fra mezz’ora e vuole scopare? Mi faccio trovare qui incapace d’agire e ammetto che alla mia età mi masturbo come un ragazzino pensando alla garzona del barbiere.
Oppure lei è già qui e sente il letto che sussulta. Figurone!
Nisba, non se ne parla di giocare da soli.
Magari è lì che si masturba come una scimmia anche lei e io non me ne accorgo. Tutto in silenzio, sempre avvantaggiate loro, non fan saltare il materasso e via sogni di Zanettizanotti-tartaruga nella jungla. O magari di Don Leandro, trasgressione mistica con occhi di roveto ardente.
Potrei proporglielo io, di scopare, senza tante menate. Vado lì e apro le danze con un paio di carezzine… sì, ma tanto quella poi pretende tutto il rituale completo bacinicoccole. Figurati se una volta si può voltare di scatto e sussurrarmi un bel “dài, scopami” da Ultimo Tango. O da Doriana… chissà come lo fa la Dory, che c’ha l’aria d’avere un bel pepe…
E se invece mi si volta col collo a cavatappi e gli occhi spiritati da bimbademone dell’Esorcista? Qui, all’improvviso, al buio, t’immagini come ci resti secco? Non dovevo prendere il dvd di Haute Tension stasera.
No, non la chiamo. Mi manda in bestia quando le faccio una carezza e lei mugugna perché stava già dormendo. O, peggio, se non stava dormendo dice che è troppo tardi, che è ora di dormire, che non c’è tempo per quello o qualche stronzata simile. Detesto chiedere permesso a vuoto. Allora che si faccia viva lei se c’ha voglia!
Dormire. Tanto non si scopa, non ci si masturba e manco si legge.
Dormire, morire… com’era? Comunque, …niente più. Fine della seratona. Dormire.
GNII… la porta. La porta non è chiusa con la maniglia e si apre da sola fino a mezza corsa. Da sola? C’è corrente? E perché non era chiusa? L’ha aperta lei. È entrata. E perché anche di là è completamente buio? Ha spento tutto lei per venire a letto…
E la luce di cortesia nel corridoio? Perché non vedo il verdolino in corridoio? E la spia del pc che resta sempre accesa? Quando la porta rimane aperta la si vede sempre, là in fondo, in salotto…
L’ha levata lei, per attaccare alla presa l’aspirapolvere. Il carica telefonino.
Ma il buio intorno è solido.
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Posthuman Staff
Legenda
Citazioni nel testo:
- La frase tra virgolette nell'occhiello è il commento di Crixi L sul racconto, riportato testualmente da sms ( a Cesare...) ;-)
- La citazione in apertura “Guarda la luna...” è tratta da Salomé di Oscar Wilde
- “Morire, dormire… niente più” è un brano da Amleto di William Shakespeare.
Citazioni film:
- Ultimo Tango a Parigi di Bernardo Bertolucci (1972)
- L’Esorcista di William Friedkin (1973)
- Alta Tensione (orig. Haute Tension) di Alexandre Aja (2003)