“Per riaccendere la scintilla del divino è necessaria una scossa”
(Franco Ricciardello)
Magari anche quella di un’antologia di fantascienza, no?
Una raccolta di racconti è sempre promessa golosa per il lettore (checché pare il genere vada poco di moda in realtà): in questa, 14 racconti, 14 visioni di futuro, 14 viaggi nei mondi di altrettanti autori italiani, giovani e navigati, classici e innovatori. Se poi l’antologia ha anche uno sfizioso tema unificante, la sfida è più alta perché ognuno di loro dovrà misurarsi sul tema assegnato.
Nostra Signora degli Alieni (copertina in alto, come si conviene al tema), a cura di Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo – la strana coppia che l’anno scorso curò la bella Variazioni Gernsback (Urania 1643, copertina sopra a destra) sulla s/f musicale e altre per Bietti (Sinistre presenze nel 2013 e Ambigue Utopie nel 2016, cover ai lati) – alza ulteriormente il tiro puntando il mirino nientemeno che sull’Altissimo. L’ha pubblicata Homo Scrivens nel 2017, ma quale miglior momento per parlarne di quello attuale, in cui il pontefice affronta gli strali della società irlandese, che si sente tradita dai suoi ministri?
Nella bell’introduzione I labirinti della fantareligione, i curatori dell’antologia Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo ci ricordano la ricca tradizione di classici della s/f letteraria che hanno toccato tematiche spirituali, dai più vari punti di vista: Farmer, Zelazny, Heinlein, Herbert, Bradbury, Sheckley e molti altri, fra cui il beffardo Moorcock di I.N.R.I. (cover a sinistra) - cui si può collegare “al contrario” Trentasei ore di Donato Altomare, che apre l’antologia con un viaggio all’indietro nel tempo che sarà la vera causa (tecnologica) della resurrezione del Salvatore – e il crepuscolare American Gods di Gaiman (cover a destra, oggi divenuto serie tv).
Policroma anche l’italica pattuglia qui raccolta, benché si respiri un afflato spirituale complessivamente ridotto (o tempora), che tende a vedere la religione del futuro come un surrogato hi tech di esperienza spirituale (Denise Bresci e Michele Nigro), una menzogna a tutela di un ordine mondiale distopico (Lukha B. Kremo), se non una pagliacciata cosmica tout court (Roberto Guarnieri); oppure una poco futuristica (ma documentatissima) disamina sulle ancor meno spirituali manovre della finanza vaticana di Pierfrancesco Prosperi, che solo nel finale chiude con la speranza di una rinascita di spiritualità su un pianeta lontano. Anche Vincenzo Bosica, con la singolare visione dell'eutanasia nel suo Aldilà (scritto come formula matematica) mostra una Chiesa impegnata in una competizione assai poco spirituale con le altre fedi sul terrore del “dopo”.
Ma anche lo spumeggiante Andrea Carlo Cappi (di solito colonna portante di Segretissimo, poco incline al misticismo per come lo conosco) costruisce col suo Assassinio nell’astrocattedrale un vorticoso tour de force fra viaggi spaziali, temporali, trfidi di Wyndham e cloni umanoidi antropofagi, manovrati da un Vaticano dotato di tecnologica prescienza e potenzialità di viaggio spaziotemporali un tempo precipue solo a Lui; ma che se invece che Vaticano si chiamasse Spectre poco toglierebbe alla sua pur appassionante novella.
Chi nel lotto di Nostra Signora degli Alieni spicca per aver davvero messo a fuoco una tematica spirituale di una certa profondità secondo me sono Francesco Grasso che, nel suo L’ultima spiaggia, affronta il senso del dolore e del perdono nello scenario (pur non privo d’ironia) del trapasso di anime morte da un futuribile Stige; senso del dolore che indaga anche il conclusivo e straziante Requiem di Michele Tetro, che ci ripropone nientemeno che il nucleo centrale della nostra religione, la crocefissione sul Golgota, tragicamente ripetuta come un video clip in loop o una partita di video game. Forse la stessa ripetizione che afferma di rivivere ogni volta la liturgia? Peccato che il racconto sia troppo breve per tematizzare meglio un’idea così forte. E anche Franco Ricciardello che, con L’esercito segreto (da cui proviene la citazione in apertura), connette lo gnosticismo caro a Dick con le infernali visioni dei quadri di Goya e una complessa rete di riferimenti biblici apocrifi, filosofici e apocalittici (peccato solo che chiuda con un finale che sembra più l’elogio della femme fatale che della gnosi).
Ambizioso e molto architettato anche il Clay di Alessandro Morbidelli ambientato in una glaciale Venezia postapocalittica, il cui senso del nuovo Avvento però a me è rimasto impenetrabile. Mentre il Risveglio in un cratere lunare di Gesù e di Satana insieme è solo il fattore scatenante della ripresa di un’eterna rivalità fra divinità ben più ancestrali di loro, nell’omonimo racconto di Stefano Carducci e Alessandro Fambrini.
Come in ogni antologia, anche in Nostra Signora degli Alieni c’è il buono (per me, s'è capito, Grasso, Ricciardello, Cappi e Tetro su tutti) e il meno buono, che sempre secondo il sottoscritto culmina coll’inutile “campanilismo spaziale” del raccontino del barese Vittorio Catani, la cui presenza si giustifica solo col voler mettere in indice un nome vip della s/f italiana. Ma se, ascoltando i telegiornali di questi giorni sulle traversie papali nella piovosa Irlanda (da cui proviene la foto cosmica qui a lato) vi viene da dire “dove andremo a finire?”… non potete esimervi dalla lettura delle 14 ipotesi qui raccolte da Pizzo e Catalano.
I quali sembra abbiano già diverse altre antologie pronte in rampa di lancio e ancora inedite, quindi attendiamo avidamente, da bravi… fedeli.
Mario G
P.S.: le due foto d'Irlanda sono state scattate da Mario G rispettivamente al monastero di Clonmacnoise e sulla mistica Giant Causeway.
Per l'Aquelarre di Goya e le copertine dei libri citati e linkati, Posthuman ringrazia come sempre i rispettivi titolari, musei autori ed editori.