"Rimase immobile. Non vedeva nessuno, non sentiva alcun rumore. Avanzò silenziosamente lungo il banco frigorifero della carne, fino alla corsia in cui si ammonticchiavano le scatole di zucchero. Tenendo la pistola puntata in avanti, pronto a sparare, afferrò un paio di scatole di zucchero. Ne infilò una nella tasca esterna del giubbotto e aprì l’altra, rovesciando a terra il contenuto fino a tracciare una linea sul pavimento. Ripeté l’operazione nella corsia dei detersivi e lungo il corridoio di fondo, appostandosi davanti al reparto vini e bevande. Se un avversario avesse imboccato quella corsia proveniente dalle casse, Medina lo avrebbe visto immediatamente. Se invece l’avversario fosse arrivato da una delle altre direzioni, avrebbe calpestato le strisce di zucchero, tradendo la propria posizione. Dopo qualche minuto, qualcuno calpestò lo zucchero nella corsia surgelati. Medina sparò due volte ad altezza uomo attraverso lo scaffale a gabbia, nel punto in cui stimava essere l’avversarìo. Le esplosioni, benché attutite dal silenziatore, risuonarono nel silenzio irreale del supermercato. I proiettili attraversarono uno strato di pan carré e colpirono il bersaglio, che emise un gemito strozzato e cadde a terra. Medina si trovò a pensare che Padovani aveva ragione. Chiunque può diventare un assassino, se le circostanze glielo impongono."
Quello che avete appena letto è un brano tratto da Milano da morire di Andrea Carlo Cappi, riedizione per i tipi di Cordero Editore delle avventure del suo omonimo (Carlo) killer professionista milanese, alle prese con intrighi di marketing, politica, spionaggio e crimine organizzato.
L’azione si svolge negli anni Novanta: la “Milano da bere” è ormai tramontata quando il pubblicitario Carlo Medina, coinvolto suo malgrado in un intrigo, scopre un nuovo versante della propria creatività: il crimine. In particolare l’eliminazione dei concorrenti per conto terzi, con ogni mezzo, dalle fotografie compromettenti all’omicidio su commissione. Comincia così la saga ormai ventennale di uno dei personaggi noir più insoliti del thriller italiano, che ricorda gli antieroi interpretati da Charles Bronson e il Parker di Richard Stark. Questo volume raccoglie le prime quattro avventure di Medina firmate dal prolifico Cappi (che vedete nella foto qui a destra calato nel ruolo hard boiled): Più la cappa che la spada, Milano da morire, Venditori di fumo e Il gioco degli specchi, già apparse negli speciali de Il Giallo Mondadori e Segretissimo.
Medina – Milano da morire è infatti il primo titolo della Collana M di Cordero Editore, cui fa seguito la raccolta di racconti Le avventure di Mister Noir di Sergio Rilletti. La collana, che riprende il prestigioso marchio M che dal 2000 al 2008 contrassegnò il compianto trimestrale M-Rivista del Mistero – fondata e diretta da Cappi con Andrea G. Pinketts – ha l’intento di riproporre titoli significativi della letteratura di genere, nazionale e straniera, non più reperibili sul mercato italiano: piccoli tesori ormai introvabili nel campo del thriller, dell’horror e della fantascienza.
Andrea Carlo Cappi, nato nel 1964, è autore di quaranta titoli tra narrativa, saggistica e raccolte. Le sue serie thriller Medina e Nightshade (firmata François Torrent) escono da Segretissimo Mondadori; sono recenti le riedizioni Medina-Milano da morire (Cordero) e Nightshade-Obiettivo Sickrose (Cento Autori). Ha scritto romanzi originali su Diabolik & Eva Kant, in corso di riedizione digitale da dbooks.it; inoltre fumetti e romanzi originali su Martin Mystère, tra cui nel 2014 L’ultima legione di Atlantide (Cento Autori). Tra le ultime pubblicazioni, il romanzo horror-erotico Le vampire di Praga (Anordest), il saggio sulla scrittura Lettera K (Cordero), il noir Black and Blue (Cordero, autunno 2015). Nel campo della fantascienza è autore della serie di racconti e romanzi brevi con padre Stanislawsky. Avete capito perché sopra l’ho definito “prolifico”?!
Bene, allora sappiate che “il Capp” è anche un apprezzato traduttore in italiano di molti autori internazionali (diversi titoli della serie di 007, un Fleming e molti Raymond Benson, un Dashiell Hammett, alcuni Jeffrey Deaver, Clive Cussler, James Patterson, di un racconto di Joe R. Lansdale e dell’ultimo romanzo di Joe Hill (cioè il figlio di Stephen King). Nutre i blog Borderfiction (e l’omonimo ciclo di incontri letterari all’Hotel Admiral di Milano, dove l’anno scorso fu presentato anche Crepe nella Realtà) e Il rifugio dei peccatori. Oltre ad aver firmato la recensione di Mad Max – Fury Road, da noi appena pubblicata.
Mario G