Tra l’inizio dell’anno e pochi giorni fa mi son letto avidamente due degli ultimi romanzi di Joe R. Lansdale: La ragazza dal cuore d'acciaio (foto sotto a destra) e il quasi gemello (a livello di plot) Il Valzer dell’Orrore (ambo ed. Fanucci 2007). Comunque li si voglia giudicare – forse non cambieranno la storia della letteratura, forse non sono nemmeno i capolavori assoluti dell’autore – due autentiche “pallottole dum-dum letterarie”: quando li cominci non li molleresti mai, se sei in autobus perdi la fermata, se sei in bagno ti chiamano la protezione civile. E questa è una sostanza che nessuno scrittore può progettare a tavolino, come la scelta di uno stile semplice e descrittivo o sperimentale e spiazzante, come un narratore interno o esterno, la prima o la terza persona.
La carica per inchiodare il lettore anche colla più classica caccia all’uomo, con la sparatoria finale buoni-cattivi, o ce l’hai o non ce l’hai. Lui ce l’ha, e la conserva ben salda negli anni, come la Colt 45 che non manca mai ai suoi rudi texani sempre armati.
Certo, finora il Divin Quentin non ha manifestato ufficiali propensioni a filmare storie di questo scrittore, che personalmente mi sarei aspettato sentisse suo, ancor prima di un Elmore Leonard o dell’Edward Bunker apparso in persona ne Le Iene. Ma che volete, così va il mondo, c’è ancora tempo per rimediare…
Frattanto, proviamo a sistematizzare un po’ la produzione letteraria di questo autore, di cui in genere non si legge altro che “è pulp”, “spazia fra diversi generi” (noir, thriller e horror su tutti, con concessioni alle storie on the road o western e qualche puntata nel fantastico) o compiacenti semplificazioni come “lo scrittore undeground più famoso del mondo”. È un lavoro duro, ma qualcuno lo dovrà pur fare prima o poi. E io penso che sia un compito che tocca a noi per definizione.
Detto che la sopra citata antologia di racconti (recentemente affiancata dalla nuova Altamente Esplosivo, ancora ed. Fanucci, pare compilata appositamente per il mercato italiano dove incredibile dictu il nostro vende bene) vi offre già un eccellente compendio della sua poetica a tinte forti, io suddividerei l’ormai ampio corpus romanzesco lansdaliano in 5 categorie principali:
1. Gli inizi, con romanzi scritti negli anni ’80, da Atto d’Amore (caccia al serial killer) o il Lato Oscuro dell’Anima (rape & revenge fin troppo simile al Cane di Paglia di Peckinpah, nonostante la sovrannaturale synchronicity del teppista vivo col vilain defunto), si basano su tematiche già molto battute dal cinema, quindi letti oggi risultano leggermente risaputi.
2. Il ciclo (post modern) del Drive-in, in cui il volume La Notte del Drive-In (ancora Einaudi) include il breve romanzo omonimo e il suo seguito Il Giorno dei Dinosauri, cui nel 2005 s’è aggiunto La notte del drive-in 3 - La gita per turisti; romanzi che han reso noto Lansdale in Italia, ma la cui ostentata filosofia post moderna (il drive-in come luogo dell’anima e tempio d’americanità, la rivalutazione dell’horror e del b-movie, la satira del consumismo e di una cultura ipertelevisiva in vicende molto trash) oggi risulta un po’ datata. Con la sua assurda trama con l’anziano Elvis e un sedicente Kennedy in lotta contro una mummia maledetta, metterei in questa sezione anche il già ricordato Bubba Ho-Tep (a destra una scena del film di Coscarelli).
3. Il ciclo di Hap e Leonard, un po’ la serie “commerciale” dell’autore, con 7 romanzi tutti ed. Einaudi (da Una stagione selvaggia del ’90 al recente Sotto un cielo cremisi); due detective improvvisati, uno nero e omosessuale, l’altro bianco, rude e ubriacone, ma a loro modo idealisti e con un senso della giustizia tutto loro. Allergici al pacifismo di stampo tradizionale, preferiscono bastonare i cattivi e risolvere le diatribe a suon di cazzotti e randellate, anche se "per buone ragioni".
Eh sì, Hap e Leonard sono quelli che gli americani chiamano i redneck, zoticoni di provincia con la pancia da birra, modi da camionista e abitazione improvvisata. Un po’ la versione spuria e proletaria di Walker Texas Ranger, un mix di alcolismo cronico, turpiloquio e scoppiettanti risvolti action conditi da sparatorie e arti marziali. E alla fine i buoni vincono sempre.
4. I “classici”, che han fatto del Texas orientale ciò che King ha fatto del suo Maine, vicende per lo più rurali ambientate in un Sud rozzo, violento, razzista e misogino, spesso sono romanzi di formazione con protagonisti (o narratori) adolescenti. A mio parere sono i titoli migliori dell’autore: In Fondo alla Palude, L’Anno dell’Uragano (ambo ed. Fanucci), La Sottile Linea Scura (Einaudi). Non di rado, eventi eccezionali (l’uragano, climi insostenibili, l’apparente ‘mostro’ della palude etc.) contribuiscono all’atmosfera carica delle vicende. Ne La sottile linea scura, in bilico tra Il buio oltre la siepe e un noir alla Fritz Lang, è un viaggio nelle colpe di un’intera nazione. Delitti a sfondo razziale, omertà, reciproci sospetti sono solo alcuni degli ingredienti di un bildungsroman radicato nel cuore degli anni Cinquanta. La perdita dell’innocenza pare un leitmotiv per Lansdale. La ritroviamo anche in Freddo a luglio (ed. Fanucci), dove un uomo uccide per legittima difesa un delinquente penetrato nottetempo in casa sua, per scoprire qualche giorno dopo che l’identità del ladro non è quella che la polizia vorrebbe far credere. L’autore delinea una trama fosca, fatta di corruzione e intrallazzi, che porterà addirittura a un traffico internazionale di snuff movie.
5. I “recenti” sono i romanzi usciti dopo il 2000: Tramonto e polvere (cupissima ambientazione storica anni ’30, per me uno dei suoi più belli - Einaudi, 2005), Echi perduti (con l’elemento fantastico del protagonista che ‘sente’ i fatti di violenza accaduti in passato in un certo luogo, ma vicenda non riuscitissima - Fanucci, 2006) e i notevoli La ragazza dal cuore d'acciaio e Il Valzer dell’Orrore (che peraltro risulta scritto nel ’99, l’uscita italiana inganna).
Due vicende pulp simili per diversi aspetti, in cui la classica famiglia americana ‘perbene’ è minacciata dall’esplodere di una violenza assurda e (forse) immotivata, da parte di un “branco” (apparentemente) cieco che sicuramente alla furia s’abbandona con gran gusto, cui si potrà far fronte solo con pari violenza (siamo sempre dalle parti del rape&revenge).
Ripensandoci a freddo dopo averli finiti à bout de souffle (non si riesce a fare diversamente, ve l’ho detto), negli ultimi romanzi Lansdale sembra un po’ più propenso alla classica action nell’intreccio piuttosto che al romanzo di formazione con metafore sociali o politiche o ai grandi affreschi antropologici in cui il Texas orientale assurge a metafora di un mondo intero; anche più disposto al lieto fine che in passato, quando (ad es. risolta l’indagine di In Fondo alla Palude) ci informava ad ogni buon conto della morte di tutti i personaggi, come a ribadire che – buoni o cattivi – lo stesso destino inglorioso aspetta tutti.
Comunque sia, avercene di storie così solide e toste! Oh, sia chiaro: la tassonomia che vi abbiamo sciorinato qua sopra non ha pretesa di esaustività né di scientificità, come si fa con un Lansdale fra le mani? Prendetela come un vademecum per neofiti e… per produttori in cerca di soggetti pulp a presa sicura!
Ce n’è qualcuno in giro?
Mario G con la preziosa collaborazione di Marco Marchetti