Il processo di rinnovamento del personaggio ideato da Tiziano Sclavi, che esplose nella seconda metà degli anni '80 e di cui si diceva che negli ultimi anni avesse perso molti lettori, negli ultimi mesi sta dando forma al "Rinascimento dylaniato" progettato dal nuovo direttore della testata Roberto Recchioni (autore anche del graphic novel Monolith da cui l'omonimo film).
In corso ormai da 6 anni, sin da quello storico numero 337 del 2014, Spazio Profondo, che funge da spartiacque fra il Dylan Dog classico e quello "new wave", in cui il personaggio non può più esimersi dal prendere in considerazione alcune "diavolerie" ormai quotidiane per tutti i suoi lettori e da cui il Bel Tenebroso era rimasto ostinatamente immune: il computer per le indagini, il cellulare, ma anche evoluzioni di scenario come il (sempre annunziato) pensionamento dell'ispettore Bloch, la sua sostituzione con l'antipatico Carpenter, assistito dalla più morbida Rania (forse la prima detective musulmana dei fumetti), un nuovo cattivo come l'odioso John Ghost e nuove vicende in cui - come raramente prima d'ora in un personaggio seriale da edicola - venivano messi in discussione molti cliché del protaghonista: il suo studio in Craven Road sempre in bolletta sfrattato, il carattere di sciupafemmine del protagonista, sempre romanticamente innamorato ma alla fine sempre solo, persino il fido Groucho dalle mille freddure, forse un traditore in combutta col nemico?
Tutto molto interessante: il rinnovamento accelera col "ciclo della meteora" fino all'apocalittico, mistico numero 400 irto di citazioni letterarie (su tutte, Conrad e Apocalypse Now) e interne alla Dylan-saga, per ricominciare - come in una dimensione parallela di quello "spazio profondo" - col ciclo Dylan Dog 666: sei numeri concatenati in un nuovo mini ciclo, tutti scritti da Recchioni e abbondantemente disegnati da Corrado Roi, star delle matite dylaniate da sempre, in cui troviamo addirittura il protagonista mutato. Col trench e la barba, accompagnato dallo Gnaghi di Dellamore Dellamorte (romanzo di Sclavi da cui fu tratto Dylan nel 1986) invece che da Groucho, che ritorna in campo (era morto nel n. 399) a fine ciclo nel n. 406, L'Ultima Risata (copertina in apertura), anche lui districandosi da copie-riflessi malvagi di se stesso, in un incubico manicomio (Arlech), che molto deve all'Arkham Asylum di Grant Morrison/Dave McKean.
E ora? Come continuerà il rinato Dylan? Lo scopriremo seguendolo come secondo noi ancora merita: di certo cercherà di non perdere i vecchi lettori rifrangendosi nel classico se stesso della testata Dylan Dog Old Boy (ora bimestrale e diretta da Franco Busatta), che riparte da uno sfizioso nuovo inizio con una nuova metavicenda di multiple rifrazioni fra presente, passato e futuro, realtà e finzione, intitolata IL migliore dei mondi possibili, con palesi riferimenti a Essi Vivono di Carpenter (nel senso del regista John!), come il precedente Quando le stelle bruciano derivava chiaramente da Space Vampire di Tobe Hooper (a sua volta liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Colin Wilson).
Come per converso si rifrange nel Pianeta dei Morti di Alessandro Bilotta, minisaga a cadenza annuale, la visione più coraggiosamente demistificatoria dell'eroe dell'incubo, invecchiato, disilluso, nuovamente alcolista e colpevole della quasi completa zombificazione del mondo intero!
Fra questi due opposti, il Dylan rinnovato proseguirà il suo cammino editoriale (pare, avendo ricevuto positivi riscontri in edicola) attraverso ulteriori mini cicli, separati da alcune vicende autoconclusive come ai vecchi tempi: la nostra impressione è che la Bonelli cerchi di riagganciare l'interesse dei giovani guardando al meccanismo delle serie televisive oggi tanto popolari fra i millennial (tra l'altro, è un po' che si vocifera di un'attesissima serie proprio sull'Indagatore dell'Incubo).
Ci riuscirà? Noi gliel'auguriamo, anche se ancora si fatica a vedere nelle sceneggiature del fumetto quei cicli narrativi verticali d'ampio respiro che caratterizzano le migliori serie tv, mentre certi rivolgimenti a sorpresa del ciclo 666 (Bloch sovrintendente, capo di Carpenter e padre adottivo del protagonista, Rania sua ex moglie etc.) sembravano un po' provenire più dal mondo della soap opera, come spiega Mario nel videoarticolo che seguite sul nostro canale Youtube (link sopra). Un po' il limite della nuova versione dell'epigono più diretto di Dylan Dog, Morgan Lost, che quest'estate vivrà un secondo team up coll'indagatore londinese, ma secondo noi ha perso per strada un po' dello smalto dei primi 20 numeri.
Comunque la vediate... buon divertimento e buona lettura estiva!
Posthuman Video Staff