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Dire che sulle (fin troppe) uscite filmiche di Woody Allen ormai nutriamo qualche pregiudizio è quasi tautologico: da anni consideriamo l'adorazione aprioristica che la critica cinematografica 'togata' dedica al simbolo dell'intellettuale ebreo newyorkese solo una misura della pigrizia intellettuale che impedisce ai nostri soloni di accorgeresi quando un artista non ha più granché da dire (o da farci ridere), ma continua ad impaginare elegantemente un "nulla d'autore" ideale per incantare l'entusiasmo precotto dei quotidiani e dei Fazii nazionali sempre pronti al superlativo promozionale.
Tuttavia, va detto che sul suo ultimo Midnight In Paris - già in distribuzione nelle sale del Belpaese - i pareri positivi racolti in giro erano numerosi e non sospetti: dà loro voce autorevolmente Debora Montanari, che incredibilmente posta la recensione che leggete di seguito sul suo nuovo sito personale (www.deboramontanari.com).Strano, per un'autrice votata al fantasy, che certamente propende per la fantascienza anche nelle scelte cinematografiche? Stavolta no, perché Allen (a destra in uno scatto sul set) ha adottato nel suo ultimo lavoro un tipico escamotage narrativo fantascientifico: il viaggio nel tempo.
Favola comedy-fanta-emozionale, dunque? Lasciamo a Debora la parola, augurando il miglior successo anche al suo sito, con il quale continuerà lo scambio di contenuti e al quale vi rimandiamo per approfondimenti sui reami (e sui labirinti) del sogno, della favola, del fantasy e della sua opera in particolare.
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- Man Ray : un uomo innamorato di una donna di un’epoca differente.
Vedo una fotografia!
- Luis Buñuel: io vedo un film!
- Gil: io vedo un problema insormontabile!
- Salvador Dalì: io vedo... rinoceronti!
(da: "Midnight in Paris", Woody Allen)
A mezzanotte, lungo una strada di Parigi, si apre un portale temporale e Gil Pender, uomo contemporaneo infatuato del passato, si trova nel posto giusto al momento giusto: viene infatti invitato a salire su un’auto d’epoca. Un giro in auto e quando scende si ritrova negli anni ’20, a chiacchierare con Francis Scott Fitzgerald e Ernest Hemingway e poi con tutti i grandi artisti che si sono incontrati in quegli anni a Parigi.
Woody Allen, qui in veste sia di sceneggiatore che di regista, crea con “Midnight in Paris” un sogno magico e fantascientifico, dove il viaggio nel tempo diviene una sorta di doppia vita per il protagonista: di giorno Gil è uno scrittore insicuro, famoso come sceneggiatore hollywoodiano ma non come romanziere e succube di una fidanzata, Inez, snob e superficiale, ricca, aristocratica e insensibile. Lui invece è un sognatore e ogni angolo, ogni luce di Parigi, persino la pioggia, lo travolgono entusiasmandolo: il suo sogno è la Parigi degli anni ’20 e il fermento culturale ed artistico che distinsero quell’epoca.
Sembra una novella Cenerentola, in versione maschile, un Cenerentolo che vive una vita priva di vera di passione e che guarda al passato come al suo irraggiungibile principe azzurro. Uno scherzo del destino - o un’invisibile fata buona - gli permette di “andare al ballo” e gli anni ’20 diventano il suo rifugio notturno. Eh sì notturno, perché, al contrario di Cenerentola, per Gil la fantascientifica magia inizia proprio a Mezzanotte, l’ora delle streghe, la simbolica ora in cui è possibile che i mondi si avvicinino e persino le epoche: si aprono le porte dimensionali e il passato diventa presente, mentre il presente si perde nel futuro. Così Gil conosce personalmente i più famosi artisti dell’epoca, da Hemingway a Picasso, da Gertrude Stein a Cole Porter, in un susseguirsi di nottate in un altro tempo e di splendidi momenti, soprattutto per noi spettatori.Anche lo spettatore si ritrova a vivere due mondi, a incontrare immortali artisti - che per noi sono comunque fisicamente passati a miglior vita decenni fa - a scoprire il loro modo di vivere, di parlare, di guardare il mondo e le persone e, vi assicuro, vi stupirete. È un crescendo di belle parole, di dialoghi intelligenti, di battute divertenti, di mistero e amore.
“Midnight in Paris” è una commedia che ci fa viaggiare nel passato solo per mostrarci il presente da un punto di vista alternstivo.
Attraverso una storia fantascientifica e divertente, Woody Allen ci racconta che la vita vera e felice non risiede in una epoca passata, le famose epoche d’oro, alle quali ci si rivolge credendo che passione e felicità siano rimaste intrappolate in quei tempi che furono; passione e felicità sono molto più vicine di quanto immaginiamo, sono al nostro fianco, a portata di mano e non c’è bisogno di viaggiare nel tempo per ritrovarle: dobbiamo solo guardare oltre la realtà quotidiana e imparare a cercare ciò che la vita ci nasconde: il suo mistero e la sua magia.
Debora Montanari
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In chiusura, visto che si parlava di fantasy - ma lei preferisce parlare di science-fantasy - vi ricordiamo che a questo link trovate tutto quello che c'è da sapere su I Draghi di Chrysos, primo romanzo di Debora, appena ripubblicato in ebook da Edizioni Della Vigna (di cui a sinistra riproduciamo la copertina).
Mentre QUI potete assaggiarne i primi quattro capitoli scaricandoli gratis in formato Pdf.