Terzo episodio della saga dedicata ai giocattoli della Hasbro e diventati un film nel 2007. Nel 2009 era uscito il sequel “Transformers 2: La Vendetta del Caduto”, film da dimenticare, e adesso è arrivato questo numero 3 (di cui in apertura vedete la locandina italiana e a destra un poster internazionale) che cerca di tirare su la saga riuscendo a fare un lavoro apprezzabile. Parlare di saga è eccessivo: Transformers non è una saga perché non ha una vera e propria evoluzione, né nella trama né nei personaggi, anzi, gli episodi sono fini a se stessi con un loro finale, è quindi più consono parlare, appunto, di episodi, dal momento che sono avventure che hanno un inizio ed una fine.
L’intrattenimento, in questo caso, poggia più sull’immagine che sulla storia. Questo terzo episodio intitolato “Dark of the Moon” è gradevole ma con alcune pecche, a cominciare dalla trama finendo con l’ultima attrice scelta per sostituire Megan Fox. Si può quindi dire che in questo film abbiamo il buono, il brutto e be’, sì, c’è anche il cattivo.
Il buono è il primo tempo: simpaticissimo, ricorda molto la linea seguita con il primo film della serie, l’uso della comicità per animare la trama, gag ambigue e buffe che strappano la risata, battutine sparse qua e là che fanno sorridere, insomma tutto diventa molto gradevole. Il secondo tempo è pura azione, forse anche troppo pura e forse anche troppa, il film infatti dura due ore e mezza. Ci sono momenti davvero molto belli a livello visivo, ma poi tutto viene esagerato finché l’azione si trasforma in una roboante manifestazione di retorica americana che ricorda molto gli exploit patriottici di Roland Emmerich in “Independence Day” e “2012”. Di sicuro Roland Emmerich e Michael Bay hanno molte cose in comune, l’azione all’ennesima potenza è una di queste cose. Certo, Transformers 3 è esteticamente bello da vedere, gli effetti speciali sono perfetti, ma c’è un’inflazione di effetti speciali e di azione e questa inflazione serve a coprire una trama scarna che, comunque, è adatta a questo genere di film.
Il brutto, se avete visto il film, potreste anche indovinare qual’è prima di proseguire la lettura, perché è talmente evidente che è impossibile che sfugga: il brutto è… la bella! Eh sì, perché Megan Fox, sembra che sia stata licenziata dal produttore Steven Spielberg a causa dei suoi insopportabili comportamenti e sproloqui, tanto pessimi che i due robottini, all’inizio del film, parlando appunto della ex ragazza di Sam (Shia LaBeouf), dicono: “non ci piaceva, era cattiva”. Così Megan Fox è stata sostituita dalla modella inglese Rosie Huntington-Whiteley, attenzione: modella ma non attrice e, vi assicuro, la differenza lei riesce a farla notare. Il problema è che nessuno le ha detto che non era su una passerella ma sul set di un film dove non deve atteggiarsi, ma recitare.
Questo è un gravissimo errore da imputare al regista Michael Bay che non si è accorto che la modella sembrava un manichino e il personaggio che lei interpreta, Carly - la nuova ragazza di Sam - non solo è assolutamente inutile ma disturba il film spezzandone la continuità.
L’alchimia tra Rosie Huntington-Whiteley e Shia LaBeouf è inesistente, quindi la storia d’amore è spenta, senza emozione, una forzatura che lo spettatore percepisce subito e che arriva a innervosire. Come si fa a fare un errore simile a Hollywood non è facile spiegarlo, il volere per forza mettere la bellona ha creato scompiglio anziché incanto.
Secondo il mio modesto parere, avrebbero dovuto puntare su una delle altre candidate al ruolo, prima tra tutte la bellissima Gemma Arterton - l’attrice che ha fatto la principessa in “Prince of Persia” - che avrà meno centimetri di gambe ma è avanti di chilometri per quello che riguarda le capacità interpretative.
Il cattivo: se il brutto era quanto sopra, possibile che in un film ad alto budget come Transformers 3 ci sia di peggio? Sì, purtroppo c’è: la bellona Carly è sempre perfetta! Tanto che ad un certo punto mi sono chiesta: “ma cos’è, una sfilata di moda o un film?”
Ne succedono di tutti i colori nel film, addirittura un grattacielo si piega in due - scena impressionante da vedere - Carly è in balia del palazzo, le cade addosso di tutto, rischia lo sfracellamento, è sballottata come una Barbie durante un trasloco, e come esce da quella situazione? Pettinata, trucco intatto, scarpe col tacco ai piedi e, dulcis in fundo, una giacchetta bianca che sembra appena uscita dal negozio! Sarà anche un film di fantascienza, ma ritengo che la coerenza sia un obbligo. Ma non ho detto tutto: la modella è siliconata in faccia - ma che tristezza! – ancor più triste e ridicolo vedere gli atteggiamenti che assume con le labbra, insomma… credevo che solo nel cinema italiano si vedessero simili obbrobri.
Al di là delle cattive cadute di gusto e delle brutte scelte, in Transformers 3: Dark of the Moon c’è del buono perché nell’insieme è un film carino e godibile, sempre e solo se vi piace il genere iper-fanta-action-movie.
Molta della simpatia del film che riscontriamo nel primo tempo la dobbiamo a John Turturro, a John Malkovich e a Frances McDormand - tre attori da Oscar e Golden Globe, tra vittorie e candidature - che si divertono con parti un po’ folli e sopra le righe e anche all’eccezionale Ken Jeong - il Mr. Chow di Una Notte da Leoni 1 e 2 - che con pochi minuti di recitazione riesce a catalizzare l’attenzione e a non farsi dimenticare.
Shia LaBeouf (sopra in pericolosissimo equilibrio sbilenco, NdR) è sempre bravo nell’interpretare il ragazzino un po’ impacciato che salva il mondo e i Transformers sono sempre più umani e intelligenti degli esseri umani e bellissimi da vedere.
Il film è simpatico, veloce, esagerato, esteticamente perfetto, insomma una tipica fantascienza da videogioco che, se piace, diventa il suo bello.
Il brutto e il cattivo… be’… fate finta che facciano parte del lato comico del film!
Debora Montanari
P.S.: nel film, in omaggio agli astronauti e alla conquista della Luna, compare l’astronauta Buzz
Aldrin