Attendiamo con ansia il Dune di Villeneuve, pare un quarto Matrix (Resurrections?), attendiamo pacchi di film procrastinati, dal Freaks Out di Gabriele Mainetti al Diabolik dei Manetti Bros. al The Show di Alan Moore.
Giunge quindi come colomba con ramoscello d'ulivo nel becco l'annuncio proveniente da Universal Pictures che il 20 maggio è prevista l'uscita (udite udite, in sala!) di Voyagers, fantaodissea spaziale scritta e diretta da Neil Burger, regista dell'ottimo Limitless (in seguito pure serializzato) e del pur valido L'Illusionista (il cui unico difetto era di arrivare dopo The Prestige di Nolan sullo stesso tema), di cui vedete la locandina italiana ufficiale sopra al titolo e qui a destra.
Il futuro del genere umano è in pericolo - recita la sinossi al momento disponibile - e un gruppo di giovani uomini e donne, cresciuti valorizzando intelligenza e obbedienza, sono stati imbarcati per una spedizione che punta a colonizzare un pianeta distante.
Quando però i ragazzi scoprono - come ci lascia capire il trailer sopra linkato - che la loro pace dell'anima (e dei sensi) è ottenuta artificialmente attraverso una droga che viene loro somministrata coi pasti, iniziano a rifiutare le regole imposte per esplorare la propria natura più primitiva.
La vita sulla navicella spaziale verrà così progressivamente travolta dal caos, a dispetto dei tentativi del prudente Colin Farrell di mantenere la calma per il bene comune: i giovani protagonisti sono destinati a riscoprire le emozioni primordiali che hanno guidato l'agire del genere umano sul vecchio pianeta Terra: la paura, l'inesorabile lussuria e, ahinoi, un'insaziabile fame di potere assai "terrestre".
Argutamente definito una sorta di "Signore delle mosche nello spazio", il film - almeno a quanto riusciamo ad inferire dalla sinossi e dal trailer - sembra squadernare evidenti riferimenti sia al citato Limitless (uno psicotropo che cambia radicalmente la mente del protagonista, qui dell'intero gruppo di pionieri-cavie), come anche al bellissimo, disperato Aniara degli svedesi Hugo Lilja/Pella Kågerman, Premio Asteroide al Trieste Science+Fiction Festival 2019 e colpevolmente mai distribuito in Italia (anche prima dell'epidemia), che proprio la progressiva degenerazione delle relazioni e della vita sociale all'interno di una mega-comunità terrestre in crociera verso Marte, quando capiscono che (qui a causa di un incidente fortuito) sono in realtà in rotta verso l’ignoto.
Da Aniara ad High Life di Claire Denis, o a 3022 di John Suits - tutti film presentati nel dossier di Nocturno n. 207 sulla fantascienza filosofica (copertina a lato) e purtroppo assai poco visti dalle nostre parti - sembra che lo sguardo verso lo spazio degli autori sci-fi sia inquieto e poco propenso all'ottimismo, come le prospettive del Pianeta Azzurro di cui più o meno tutti le pellicole citate condividono le previsioni di collasso finale o comunque di abbandono definitivo in vista di "nuovi mondi" che sicuramente appaiono frontiere meno eroicamente conquistabili di quelle del Far West con la cui epica è cresciuta la nostra generazione baby boomer.
Ce la farà il buon Farrell - qui affiancato da Tye Sheridan (Ready Player One) e Lily-Rose Depp, figlia di superstar Johnny - a rimettere in riga i suoi virgulti spaziali in Voyagers?
Attendiamo il 20 maggio, almeno la buona notizia è che dovremmo poterlo scoprire (non si osa neanche l'indicativo per prudenza scaramantica) tornando ad esplorare le dimenticate sale cinematografiche dell'era previrale.
Mario G
P.S.: le prime due immagini sono quelle ufficiali della promozione del film, le altre sono still estrapolati dal trailer del film (si ringrazia NBCUniversal per il supporto)