Segnaliamo a voi nomadi postumani delle notti milanesi una stuzzicante ripresa teatrale: ricordate gli articoli dello scorso anno su Visioni di Solaris (QUI un memo per i distratti) e le gallery di immagini da noi realizzate a partire dalle scene dello spettacolo (QUI)?
Ebbene, L'Aquila Bambina/Reloaded (in scena al Teatro Litta di Milano dal 15 febbraio al 2 marzo) rappresenta un po' l'incipit di una trilogia di lavori diretti da Antonio Syxty con la collaborazione alle drammaturgie di Paolo Scheriani, di cui il triplice percorso di Visioni di Solaris rappresentava il secondo step e... il futuro aspettiamo di scoprirlo anche noi!
(qui accanto e in alto due scene dallo spettacolo)
Nessuna continuità di trama e personaggi, non di questo si tratta: se mai il fil rouge va cercato nell'approccio "antinarrativo" al testo, ossia alla frammentazione del discorso in una serie di ricordi/sogni/visioni che seguono più il cammino zigzagante del subconnscio e dell'onirico che le logiche lineari del raziocinio, tanto quanto nello spettacolo di cui abbiamo scritto lo scorso anno il riferimento al Solarsi di Tarkovskij andava inteso in questo senso e non certo come una ripresa del celebre viaggio spaziale dell'astronauta sovietico.
Qualche cenno alla "trama": in un teatro abbandonato, un padre di 50 anni (Felix) e una figlia di 27 (Rosa) decidono di incontrarsi dopo molti anni che non si vedono. Rosa porta con sé un’amica (Helix) che è quasi sua coetanea.
Rosa non ha mai conosciuto veramente suo padre. Era troppo piccola quando Felix se n’è andato via. La mamma di Rosa è morta molti anni prima, in un inspiegabile incidente d’auto. Ora si ritrovano, per uno strano caso legato a quel luogo, che è appunto un teatro.
Rosa ama suo padre di un amore particolare e disperato. Ma Rosa ama anche Helix allo stesso modo. Helix - dal canto suo - ha un passato oscuro: un padre mai conosciuto e una madre morta di malattia in circostanze indefinite.
Entrambe le ragazze sono alla ricerca di una ’risposta’ al loro legame. Una risposta che si dipana lungo una vicenda che ha i contorni di un noir e di una fiaba pop, scandita da una colonna sonora continua, come una lunga playlist.
Una vicenda che avrà un esito sorprendente – e non svelabile - evocata da un oceano di sentimenti e pulsioni, originate dal luogo stesso.
Il teatro dunque funge da "interzona" abbandonata, ai confini con i nostri desideri più misteriosi e inspiegabili.
Per questo il regista ama citare una frase di un personaggio della fiction tv Lost: "Everything happens for a reason" (John Locke ).
Dopo il Litta, lo spettacolo sarà in scena anche al Teatro Nuovo di Napoli, dal 7 al 16 Marzo 2008.
Ci risentiamo dopo la... visione.