Alla morte di Franco Battiato, abbiamo scoperto dalla pagina Facebook di MTM che il direttore artistico Antonio Syxty era stato il regista del videoclip di Bandiera Bianca, una delle canzoni più famose del suo album La voce del padrone (1981).
Siamo immediatamente partiti come detective per scoprire di più su questa bizzarra liaison fra il giovane regista teatrale d’avanguardia milanese e il musicista siciliano dell’avanguardia elettronica che stava esplodendo con quello che resterà il suo massimo successo pop.
Nasce così l’idea della seconda Weird Room, di cui qui sopra vedete il video completo sul canale YouTube di Posthuman, e che si apre subito con un passo falso: “altolà – segnala il regista – quello NON è il video originale!” (qui sotto vedete il video ufficiale definitivo caricato da Universal Music Italy, NdR).
Come scoprirete ascoltando l’intervista, il girato originale in pellicola 16mm di Syxty è stato in seguito rimontato insertando altre riprese (vedrete personaggi politici e scene d’attualità da telegiornale), presumibilmente per visualizzare i riferimenti satirici sull’immoralità globale della società contemporanea dell’epoca.
E la versione originale, dunque? Mistero su cui ora si scateneranno i collezionisti: purtroppo, nemmeno il regista dispone più del proprio girato d’epoca, apprendiamo (“giacerà in qualche teca della Rai di Corso Sempione, dato che i cameraman che girarono nella cantina di viale Montesanto del teatro Out Off nel 1981 erano di provenienza Rai”, ipotizza Syxty nel video). Posthuman si offre sin d'ora di ospitare la director's cut non appena qualche Indiana Jones dell'avanguardia riuscisse a riesumarla.
Frattanto, dalla collaborazione con Battiato ha origine la carriera parallela di Syxty nel campo del pop italiano: arriva la consulenza sui "movimenti coreografici" per il video Aristocratica dei Matia Bazar (qui sotto), poi estesa alla supervisione anche dei concerti del gruppo di Antonella Ruggiero, che in quel momento intraprendeva a propria volta l'evoluzione elettronica e postmoderna di Tango e Vacanze Romane, parallelamente a quella del Battiato; infine, persino la richiesta di svolgere lo stesso lavoro sui live set dell'emergente Eros Ramazzotti.
Carriera di breve durata, perché Syxty il Multiforme più che alle superfici patinate del pop sanremese ambiva alla sperimentazione e alla fusione dei linguaggi artistici, una fase che trovate ricordata anche nel testo sulla storia dell'Out Off (cfr. link sopra) e che porta al culmine quel periodo furiosamente rivoluzionario iniziato nei Sessanta (da cui il nome d'arte di Syxty), in cui l'arte si libera dagli schemi e crea ponti appunto tra i diversi linguaggi della pittura, della performance, dell'installazione e ovviamente dell'azione scenica che poi è diventata il "mainstream" della carriera del Syxty (nella gallery qui sotto anche la locandina di Famiglia Horror, performance prodotta dall'Out Off al Teatro Carcano guarda caso con musiche di Battiato e Giusto Pio).
Un artista che quindi è performativo prima che strettamente "teatrale" e che è stato un protagonista di questo fermento creativo, che si esprimeva con happening, performance art e sperimentazioni pittoriche, di cui ci ha offerto una gustosa panoramica in diretta (è la parte più corposa dell'intervista).
Opere e performance che hanno al centro la ricerca dell'identità, leitmotiv di tutto il suo percorso artistico, e di cui vi presentiamo delle gallery riassuntive qui sotto e sul suo sito personale ai link W,M e AMEX, dedicato alle carte di credito come reale espressione dell'identità dell'individuo.
E che continuano oggi con le annunziate (alla fine della Weird Room) theatrical performance di Getsemani, in programma dal 14 al 24 luglio al Teatro Litta, e poi di New Cosmology, un ciclo di performance relazionali in cui il regista rivestirà dei ruoli che lui stesso definisce "simulacri sciamanici".
In attesa di scoprirle, ci rimane un sentito quadro di una stagione fervidamente creativa, quella dei primi anni '80, già fotografata dalla biografia di Maurizio Marsico e rievocata anche nella Finestra di Antonio Syxty con ospite proprio il medesimo Monofonic Orchestra man. Tutte tessere del quadro di storicizzazione di un'epoca che intendiamo portare avanti con la storicizzazione della scena del rock indipendente milanese dei primi anni '90 (smentendo l'affermazione di Syxty nella chiacchierata: "sono i '90 che non resteranno"), che ci è stata propiziata invece dalla proiezione lunedì 7 al cinema Mexico di Se il Cielo è Tradito, il documentario di Gregory Fusaro sulla figura di attivista culturale, musicale e poeta di Claudio Galuzzi.
Ma su questo leggete tutto il necessario QUI.
Restate connessi, ché "time waits for no one".
Posthuman Staff