Stretti fra il megashow di Roger Waters (recensito da Sandro QUI), quello di David Byrne all’Arcimboldi (lunedì 16 qui sotto un piccola fotogallery), godibilissimo e geniale pur senza megaschermi, ma comunque governato da una regia teatrale e coreografica accuratissima, che ben poco spazio lascia al concetto di improvvisazione live in cui “tutto può accadere”, e infine il sublime concerto dei King Crimson a Roma (di cui leggete QUI), vogliamo segnalarvi anche un paio di concerti “piccoli piccoli” transitati per le calienti vie della Milano estiva.
Recuperiamo qui il nostro ruolo di speleologi di sommovimenti del rock che cerca ancora di dire qualcosa di nuovo, a dispetto di un mercato orientato su grandi nomi classici, fregandosene di non disporre di laser ed effetti miliardari. Sul piccolo palco del Ligera (reduce tra l’altro da coraggiosa resistenza ai “bravi” del pizzo, giustamente premiata dal sindaco Sala), giovedì 19 si sono avvicendati due set alquanto dissimili fra loro ma fieramente indie.
Apre le danze Nero Kane, che presenta live sei brani del suo nuovo progetto discografico, che rappresenta anche una nuova svolta stilistica per quello che si fa sempre più fatica a riconoscere come “Iggy Pop milanese”, come quando suonava coi Doggs. Passato attraverso l’onda fredda e berlinese di Lust Soul, oggi Marco Mezzadri/Nero approda a una sorta di blues dilatato delle grandi distese desertiche. Frutto di un viaggio americano in cui ha anche girato un film con la partner Samantha Stella (performer e videomaker con Corpicrudi), il nuovo, più assolato scenario sonoro vede il cantante e chitarrista distillare malinconici accordi slide alla Ry Cooder, accompagnato da esili armonie di organo e contrappunti vocali e di piano elettrico a cura della suddetta Samantha. Che con lui forma ormai un duo definibile come “Nick Cave & Anita Lane impegnati in una spettrale Zabriskie Point del dopobomba”.
L’album che raccoglierà questi nuovi brani è previsto per il prossimo ottobre e la curiosità s’attizza nell’apprezzare la libertà di un musicista che non rinuncia ad evolvere la propria proposta, incurante di fidelizzarsi il pur esiguo seguito in cui può sperare un garage rocker italiano oggi, depistandolo con sonorità dilatate e lontanamente psichedeliche, che non facilitano il pogo ma sanno piuttosto di teschi di bisonte disseccati nella polvere.
La seconda mezz’ora di concerto è stata invece occupata dall’assai più incendiario live del quartetto Queen Kwong, in transito a Milano in qualità di support act del tour dei Black Rebel Motorcycle Club. La giovane cantante/chitarrista losangelina – al secolo Carré Callaway – ha presentato al Ligera un pugno di brani del suo secondo album Love Me To Death, cover a lato) col gruppo formato da altre due girls rispettivamente alla chitarra solista e alla batteria (come vedete nelle foto ai lati) e un unico maschietto al basso.
Concerto breve e urticante come ai tempi del punk settantasettino, che smuove lontane memorie di Slits e X-Ray Spex che non ci saremmo davvero aspettati ascoltando il disco, dalle atmosfere decisamente più morbide, qua e là quasi trip hop addirittura (sentivedete il bel singolo One Lung). Sarà la presenza del synt, che dal vivo manca (“comporterebbe avere 5 persone insieme in tour: troppo costoso per il momento”, spiega la Callaway senza giri di parole).
Meglio l’atmosferico album o il nevrotico, urlante live, con la cantante che scende a berciare in mezzo a noi (pochi) spettatori della calda serata, e chiude il set zampettando da sola sulla pedaliera della chitarrista (vedi foto in apertura), mentre il resto della band ha già lasciato il palco?
A voi l’ardua. In ogni caso, due nuove proposte da tenere d’occhio per chi non si rassegna che il rock sia diventato “country for old men”.
Mario G
P.S.: le foto di Nero sono di Samantha Stella, quelle di David Byrne e di Queen Kwong di Mario G. Anche in questo caso abbiamo preferito immagini imperfette “da smartphone” ma direttamente legate alla serata piuttosto che foto d’archivio, anche se di maggior qualità.