"Ancora una volta Mario, esemplare rappresentante del più genuino e radicale post-cyberpunk italiano, distrugge le coordinate classiche della narrazione per immergerci in un mondo ambiguo nel quale lo scrittore e il lettore diventano corpi confusi e/o condivisi. Nella mente dell’autore infatti, per quanto la parola scritta richieda di una tastiera e forse di uno schermo, i media di riferimento paiono essere una fusione magmatica e indistinta tra letteratura, cinema e viral marketing televisivo. Burroughs e Cronenberg che partecipano, telemodificati da una bizzarra macchina del tempo ad uno show di Max Headroom, sotto la cattiva stella profetica di James Ballard e Ray Bradbury. E il mondo che contiene queste tre incursioni di Gazzola nel continuum allucinatorio ... è talmente senza speranza e senza futuro che pare la necessaria e dolorosa svolta che ci attende al prossimo angolo da svoltare".
Così scrive Danilo Arona nel suo 'Luce Oscura' su Carmillaonline di CREPE NELLA REALTÀ - tre racconti “ai confini dell’umana(mente), l'antologia di Mario Gazzola, pubblicata da ALeA in formato ebook (copertina in apertura).
“Una visione piena di metafore deviate della nostra quotidianità, dense di cinismo, che rivelano una capacità satirica che a tratti ricorda il Terry Gilliam di ‘Brazil’. Personaggi grotteschi e situazioni ambientate in un futuro distopico e a tratti improbabile (che in un primo momento mi ha fatto accostare il racconto ‘Situation Tragedy’ al ‘Condominuum’ di Ballard ), distinguono la grande capacità narrativa di Mario. Se dovessi accostare questi racconti a quelli di un grande della letteratura sicuramente penserei a Franz Kafka”. È invece l’opinione di Gabriele Calarco (scenografo RAI, film maker indipendente) su Situation Tragedy, il racconto che apre la raccolta.
Situation Tragedy, in un certo senso il “Videodrome made in Gazzola” (che vedete interpretare il concetto nella foto di Alan Maglio sotto a destra), ha infatti per protagonista un anziano anchor man della passata tv generalista intrappolato in una sorta di reality show condominiale, in cui ogni famiglia compete con le altre per l’audience, rischiando la perdita della casa in caso di calo di share; un reality senza via d’uscita, che sembra aver cancellato la stessa realtà esterna al complesso residenziale in cui si svolge.
“Un incubo, un vortice che ti risucchia man mano nell'assurdo e nell'orrore. Dalla normalità alla perdita totale di razionalità, sia a livello narrativo che linguistico. E tu perdi via via il senso del reale con la protagonista. Vivi la sua stessa incredulità e ad un certo punto ti lasci trascinare come lei dalla corrente della follia”.
È invece il commento a caldo di Michele D’Angelo (autore dei racconti Il Museo e It’s Raining Cats… Hallelujah! e blogger) dopo la lettura di Voto Segreto. Secondo racconto dell’antologia, Voto Segreto segue una donna votare alle elezioni politiche la candidata che ritiene possa dar vita alla società che sogna, in cui tutti possano “realizzarsi”. Ma solo per trovarsi precipitata – appena fuori dalla cabina elettorale – in un mondo da incubo, in cui si sono realmente realizzati i desideri più mostruosi di chi le sta intorno. E anche i suoi.
Di G 25, che chiude il trittico, Elena Russo Arman (attrice, Teatro dell'Elfo) dice: “Questa favola nera mi ha travolta in un vortice di parole che via via prende la forma di un flusso di coscienza claustrofobico, a tratti lucido in altri folle, costringendomi a precipizio attraverso il gorgo di una mente livida e contemporanea, per approdare infine ad un 'piacere' stagnante e inesorabile, un incubo senza fine.
Dove la realtà e il sogno-incubo si incontrano non ci è dato di sapere, ma forse è lì che sta il piacere, e attraverso le parole di Emily Dickinson cerco una chiave per accettarne il mistero: 'Nei sobborghi di un segreto / lo stratega indugerebbe, / piuttosto che insinuarsi in un sonno / per scandagliare il sogno'”.
Infatti, in G 25 la protagonista – dipendente di un’agenzia di comunicazione per lavoro e film maker per passione – siede in un cinema in cui non parte mai il film che era andata a vedere (e quale poi?). al suo posto si dipana invece un delirio di visioni del subconscio, in cui l’angoscia per un mondo del lavoro disumanizzato si mescola al senso di colpa per non aver difeso una collega d’ufficio, con la quale tra l’altro la protagonista aveva avuto un breve flirt saffico.
I tre racconti CREPE NELLA REALTÀ sono indipendenti dal punto di vista delle trame e dei personaggi: ciò che li unisce è il fil rouge di un’atmosfera surreale, apocalittica. Ambientati in luoghi e tempi indefiniti, sono animati da protagonisti che si trovano tutti in qualche modo prigionieri di una situazione in cui la realtà si manifesta ben diversa da quella che sono soliti (e noi con loro) ritenere “normale”, e che man mano scivolerà nel loro peggior incubo.
Sono “istantanee di un tempo prossimo al nostro e distorto, però, dalla necessità di sopravvivere in una società competitiva com'è quella Occidentale del prossimo scorcio temporale, quello che ci attende. Sono deliri che possono essere associati a quelli di Burroughs”, secondo Sandro Battisti (scrittore, editor, blogger). E “lasciarsi trascinare nel flusso umano eppure alieno e disturbante di Mario è un'esperienza davvero unica”.
In tutte le storie ritorna infatti un’invadenza pervasiva e vischiosa dei mass media nella vita e nella società, con la confusione fra informazione, spettacolo e pubblicità, la fine della politica cui ci stiamo rassegnando, la frammentazione e l’incertezza sulla nostra stessa identità individuale, una realtà intera come grande “gioco di ruolo” o appunto reality show.È un mondo impazzito, figlio delle visioni di Kafka, Dick, Ballard, del già citato Burroughs oppure del Saramago di Cecità. E raccontato in una lingua che si fa più sperimentale da un racconto all’altro, annullando i nessi logici e la narrazione lineare, assorbendo e triturando gli slang della pubblicità (il racconto intervallato da spot inventati come un programma tv), del giornalismo e dei talk show che affliggono le nostre serate in poltrona, sull’orlo del baratro.
"Racconti che scorrono come pietre che cadono da una montagna, ma che stimolano il cervello a pensare", è infine il commento di Lukha B. Kremo, scrittore, artista, musicista ed editor di Kipple), che chiude questa breve antologia.
{mosimage}CREPE NELLA REALTÀ è edito in ebook da ALeA eBooks; è la prima pubblicazione di Mario Gazzola disponibile sia in italiano che in inglese (nella traduzione di Carlo Santulli, vedete la copertina qui a sinistra), su Amazon (vedi link sotto) ed Apple Store.
Ora… aspettiamo anche i vostri pareri: qua sotto, oppure nelle pagine Facebook dedicate all'antologia in italiano e in inglese.
Posthuman Staff
CREPE NELLA REALTÀ Euro 4,59
CRACKS INTO REALITY $ 5,98
Nota: Posthuman ringrazia Alan Maglio per la foto di Mario G-vision riprodotta qua sopra e scattata nello studio/factory di Fabio Giampietro, che pure ringraziamo per l'ospitalità ispirazionale.