"Ci siamo presi la responsabilità d'inventare il XXI secolo nel 1971."
(David Bowie, nel film*)
Psichedelico, nel senso più profondo del termine, anche se l'aggettivo raramente ha definito la musica del Biondo.
Psichedelico-beat-cutup-funk-dance-cyberpunk-futurista. Ma anche pittorico-plastico-filmico: la "videoinstallazione immersiva" scritta, diretta, montata e prodotta da Brett Morgen (già autore di Cobain: Montage of Heck) riesce ad offrire una visione originale di uno dei musicisti più esposti mediaticamente del secolo (a destra il poster ufficiale).
Non "documentando" la sua vita (già nota) e la sua straordinaria carriera musicale e artistica a 360 gradi, ancor più nota attraverso millemila documentari già circolati (ne trovate anche su RAI 5) irti d'interviste e testimonianze di chi ha suonato, fotografato, diretto, collaborato col Duca nel tempo. No, Morgen ha dragato per un paio d'anni gli sterminati, golosissimi archivi personali di Bowie, realizzando un personalissimo montaggio autenticamente cut-up di riprese inedite, interviste televisive (spesso esilaranti, come riescono ad apparire idioti i conduttori colle loro domandine "da uomo medio" all'Alieno Caduto!), videoclip e soprattutto sequenze di concerti, in un lussureggiante, coloratissimo montaggio multistrato, che mirabilmente rende anche il ricco coté pittorico (e anche scultoreo) del cantante, con ampia offerta dei suoi dipinti espressionisti, ma anche dei molti schizzi per gli story board dei numerosi film da Bowie immaginati e scritti, ma mai realizzati (su tutti mi pare d'aver riconosciuto qualcosa di quelli per il "1984" purtroppo negato dalla vedova Orwell).
E dei suoi miti culturali: Wilde, Kerouac, Burroughs ("a volte scrivo di tre argomenti contemporaneamente, poi taglio le righe di testo e le ricombino a caso, creano degli effetti davvero interessanti"), Crowley... e poi dei policromi gusti cinematografici, con schegge di Chien Andalou Buñueliano, Meliés nella Luna, Dottor Caligari, Metropolis, Nosferatu, Haxan, Freaks, Il settimo sigillo, Barbarella e altri B-movie fantascientifici che nel vortice non ho identificato, ma anche di Fred Astaire, Scarpette Rosse, La Dolce Vita e poi 2001: Odissea nello Spazio, ispiratore di Space Oddity e Arancia Meccanica, coi Wild Boys di Burroughs all'origine di Ziggy, l'inevitabile Blade Runner ("E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo..."). Un'autentica antologia visionaria, punteggiata ovviamente dai "suoi" L'uomo che cadde sulla Terra, Gigolò, Furyo, Miriam/The Hunger e Labyrinth, oltre che da rare sequenze di Bowie che interpreta The Elephant Man a teatro, l'efebico dandy negli imprevedibili panni dell'orribile deforme.
Non aspettatevi rivelazioni scoop da Moonage Daydream: nessuno ci svela dov'è chiusa la colonna sonora composta per L'uomo che cadde sulla Terra o le registrazioni iniziate dei seguiti di 1. Outside. Lungo le folgoranti 2 ore e 20 del film ci guida la voce del cantante in persona: estratti di interviste, pensieri, riflessioni filosofiche - dal Buddhismo a Jung a sconcertanti profezie sulle inesorabili risorgenze di fasi "di destra" nella politica europea! - gustosamente distaccati dalle sequenze d'immaginisuoni che scorrono sullo schermo, ma proprio per questo preziosi tasselli per comporre un quadro fantasticamente riccoframmentario dell'evoluzione dell'uomo e dell'artista sempre proteso alla ricerca del nuovo, sempre pronto a lasciarsi alle spalle il già fatto. Ciò che sentiamo quindi è tutto e solo ciò che egli dice di sé, talvolta anche contraddicendosi (prima "non cerco l'equilibrio", poi "ora mi sento in perfetto equilibrio"; prima "l'amore è nemico della creatività", poi laghi di serenità a fianco di Iman).
D'altronde, come egli stesso filosofeggia all'inizio, è il tempo la chiave dell'esistenza. E il cambiamento inesausto alla ricerca di sé nel corso del tempo la chiave della sua mutevole, spesso incomprensibile vitacarriera. Quindi perché stupirsi se nel corso del tempo anche le opinioni cambiano? In fondo, solo gli stolti non cambiano mai idea, e il capriccio è prerogativa degli dèi.
"Nessuno esiste realmente: Dylan, Lennon, Jagger non esistono, neanch'io esisto, siamo miti. Siamo i nuovi dèi"*, è una delle più folgoranti massime filosofiche delle moltissime snocciolate dal Bowie meditante nel corso del film, metafora della sua visione warholiana dell'icona mediatica che sempre è la rockstar, perenne maschera di se stesso, aliena al concetto di "autenticità", mito proprio dei cantautori '68eschi Dylan-discendenti dei suoi esordi. Di qui l'irridente vorticare delle maschere offerte da Bowie all'adorazione del proprio pubblico nell'esaltazione della finzione scenica.
Vortice ben reso dalla frammentarietà della struttura non rigidamente cronologica né narrativa del film di Morgen, in cui non solo il parlato di Bowie non commenta necessariamente le scene che vediamo scorrere sullo schermo, ma che si spinge anche a qualche ulteriore ardimento, come ad esempio accostare riprese di un'esibizione degli anni '80 - quindi periodo Let's Dance, col Bowie platinato e azzimatissimo - al sonoro di un concerto degli anni '70. La più vistosa è nel finale, quando le drammatiche immagini del rituale mistico delle donne della "Villa di Omen" col teschio gemmato dell'astronauta di Blackstar vengono accostate al solare ritornello della remota Memory of a Free Festival ("The sun machine is coming down / and we're gonna have a party, oh-ooo"), qui però in versione rimodernata e sovrapposta al rumore del treno di Station to Station.
Un artificio di spiazzamento caotico? No, il modo più diretto e "chirurgico" di mostrarci come tutto, ogni svolta, ogni cambiamento di rotta, faccia parte dell'unico, costante moto di evoluzione/rivoluzione seguito dall'artista nel corso della sua cinquantennale permanenza sulla scena musicale (e non solo) di questo pianeta. In cui non esiste, come siamo soliti ritenere, "il periodo glam, poi quello disco, poi quello elettronico sperimentale berlinese (buono), poi lo scivolone commerciale degli '80 (cattivo)", ma solo un unico stream of (un)consciousness di cambi di rotta, di nuove sfide per allontanarsi dalla confort zone e scoprire nuovi mondi. E per ispirare altre menti creative, anche se si esprimono in linguaggi diversi dalla musica. A noi è capitato, uscendo dalla sala, di sentirci improvvisamente carichi per fare qualcosa, riprendere a scrivere una storia che attendeva sul blocco, dare forma a nuove immagini/visioni...
Molti anni '70 nel film, molti '80, brevi lampi furiosi di '90 (Outside ed Earthling), niente Tin Machine né periodo seguente del 2000 fino a The Next Day, con la sola Blackstar icasticamente posta in apertura e in chiusura del viaggio "ad occhi aperti nell'era lunare".
Vale il prezzo del biglietto? Oh, e c'è da chiederlo? Sicuramente sì! E anche quello del DVD-Bluray, del CD, del vinile (se ci fosse), anche di una cassetta se mai...
Raramente una tagline come "immersive cinematic odyssey" è stata più precisa per definire l'opera che rappresenta. Ora restiamo in attesa del tributo "Heroes" by Paolo Fresu/Petra Magoni & friends in programma il 30 settembre al Conservatorio di Milano nell'ambito del festival JazzMI 2022 (di cui già scrivemmo in passato), per confrontare l'originale coi frutti che ha fatto germogliare lasciando il nostro pianeta per ritornare alle stelle, "lost in streams of sound".
Mario G.
*N.B.: tutte le citazioni fra virgolette sono riportate a memoria dal parlato del film (vers. orig. con sub ita.), quindi potrebbero non essere perfette alla lettera.
Nota 2: la colonna sonora di MOONAGE DAYDREAM è disponibile in digitale dal 16 settembre e in doppio CD dal 18 novembre.
Di seguito vi riportiamo la track list, con molte versioni inedite dei brani storici:
Cd1
“Time… one of the most complex expressions…”
Ian Fish U.K. Heir (Moonage Daydream Mix 1)
Hallo Spaceboy (Moonage Daydream Remix Edit)
Medley: Wild Eyed Boy From Freecloud / All The Young Dudes / Oh! You Pretty Things (Live)
Life On Mars? (2016 Mix Moonage Daydream Edit)
Moonage Daydream (Live)
The Jean Genie / Love Me Do / The Jean Genie (Live) (featuring Jeff Beck)
The Light (Excerpt)*
Warszawa (Live Moonage Daydream Edit)
Quicksand (Early Version 2021 Mix)
Medley: Future Legend / Diamonds Dogs intro / Cracked Actor
Rock ‘n’ Roll With Me (Live in Buffalo 8th November 1974)
Aladdin Sane (Moonage Daydream Edit)
Subterraneans
Space Oddity (Moonage Daydream Mix)
V-2 Schneider
Cd2
Sound And Vision (Moonage Daydream Mix)
A New Career In A New Town (Moonage Daydream Mix)
Word On A Wing (Moonage Daydream Excerpt)
“Heroes” (Live Moonage Daydream Edit)
D.J. (Moonage Daydream Mix)
Ashes To Ashes (Moonage Daydream Mix)
Move On (Moonage Daydream acappella Mix Edit)
Moss Garden (Moonage Daydream Edit)
Cygnet Committee/Lazarus (Moonage Daydream Mix)
Memory Of A Free Festival (Harmonium Edit)
Modern Love (Moonage Daydream Mix)
Let’s Dance (Live Moonage Daydream Edit)
The Mysteries (Moonage Daydream Mix)
Rock ‘n’ Roll Suicide (Live Moonage Daydream Edit)
Ian Fish U.K. Heir (Moonage Daydream Mix 2)
Word On A Wing (Moonage Daydream Mix)
Hallo Spaceboy (Live Moonage Daydream Mix)
I Have Not Been To Oxford Town (Moonage Daydream acappella Mix Edit)
“Heroes”: IV. Sons Of The Silent Age (Excerpt) *
★ (Moonage Daydream Mix Edit)
Ian Fish U.K. Heir (Moonage Daydream Mix Excerpt)
Memory Of A Free Festival (Moonage Daydream Mix Edit)
Starman
“You’re aware of a deeper existence…”
Changes
“Let me tell you one thing…”
“Well, you know what this has been an incredible pleasure…”
*Performed by Bournemouth Symphony Orchestra conducted by Marin Alsop