Purple Press ripubblica in italiano Black Kiss, il “bollente” fumetto porno-noir di Howard Chaykin, sfrontato precursore di Sin City, da anni assente dalle fumetterie e ricercatissimo dai collezionisti. Un pugno nello stomaco per i perbenisti, con radici che vanno da Ellroy al Satyricon!
Mai la definizione di “hard boiled” è stata appropriata nel letterale doppio senso che ispira alle nostre orecchie maliziose, come a proposito di
Black Kiss, graphic novel scritta e disegnata da
Howard Chaykin e pubblicata originariamente nell’88 dall’americana Vortex in busta chiusa (qui accanto vedete la cover americana del fumetto), per proteggere gli sguardi dei frequentatori minorenni di fumetterie dalle appunto… “bollenti” tavole dell’autore.
Il quale ha sfrontatamente frantumato ogni residuo di politically correct – o anche solo di “buon senso” e “buon gusto” – creando un ibrido pornoir che fino a quel momento, per quanto la fusione eros-thanatos sia da sempre un componente sostanziale del genere, nessuno aveva mai osato spingere oltre le frontiere dell’hardcore partendo da una trama nettamente noir.
Ma Black Kiss (di cui vedete riprodotta qualche tavola nelle illustrazioni di questa pagina), fondendo allegramente spunti e generi diversissimi con disinvolto approccio post modern (si era appunto negli Eighties, anche se la sulfurea provocazione verso l’establishment USA e il reaganismo in particolare potrebbe richiamare lo spirito di certo fumetto underground dei ’70), mette insieme una coppia di bionde prostitute-detective, quasi identiche fra loro se non per il dettaglio che una è un trans (disegno a destra) e l’altra un’ex diva del cinema anni ’50, mantenutasi giovane col vampirismo!
E come passano le loro giornate le due amazzoni del sesso? Utilizzando “ogni” mezzo (sì, avete capito bene!) per recuperare una videocassetta porno sottratta dalla videoteca del Vaticano, finita nelle mani di un prelato non immacolato e inseguita da un’orda di brutti ceffi pronti ai metodi investigativi più… spicci!
Questo canovaccio mette quindi in fila loschi sbirri e suore ambigue, FBI e vecchie glorie del cinema, jazzisti tossici e adepti dell’Ordine di Bonifacio, allegra congrega di satanisti che aspira all’immortalità vampiresca. Un quadro “al nero”, per l’appunto, in cui tutti sono sporchi per la propria parte e due puttane risultano gli elementi più simpatici del lotto.
Quadro che giustifica gli accostamenti cui accennavamo sopra con le nerissime trame dei romanzi di
James Ellroy e le relative diramazioni cinematografiche
(L.A Confidential,
Black Dahlia) e fumettistiche (il
Sin City comic e
film di
Frank Miller-Robert Rodriguez).
Di
Ellroy,
Chaykin condivide la trama contorta, in cui ci si perde un po’ fra nomi, volti e rispettive (sempre sordide) motivazioni, e la complessiva sensazione di “no one is innocent”. Di Miller c’è ovviamente la visione in bianco e nero della metropoli, con un pizzico di gusto rétro (jazz, abiti, memorie della Hollywood che fu), anche se non c’è il segno grafico quasi “cubista” delle sue ombre profonde e dei suoi volti ‘a contrasto’.
Per quanto riguarda invece la fusione fra generi in un calderone provocatorio, spietatamente sboccato e volutamente “inaccettabile”, che potrebbe rimandare ad esempio alla saga della
Notte del Drive-In di
Joe R. Lansdale, in realtà questa strategia compositiva ha radici ben più remote del gusto post modern degli anni ’80: in fondo, la coppia (almeno esteticamente) lesbo delle due donne, in cui poi una è oltretutto dotata di attributi maschili, è una forma di ribaltamento della classica
kalokagathìa dell’eroe epico che troviamo già nel
Satyricon!
{mosimage}Se ci pensate, infatti, cos’era il dissoluto, tuttora misterioso romanzo di
Petronio? Una parodia del romanzo greco, primo esemplare a noi noto di
feuilleton romantico-avventuroso della letteratura europea – e quindi di pulp ante litteram – in cui appunto i teneri innamorati che solitamente animavano le intricatissime trame (piene di sorprese, rivolgimenti di scena e iperboli protofumettistiche) dei romanzi ellenistici vengono rimpiazzati da una coppia gay, difficile da mandar giù anche nella scostumata Roma imperiale.
Una parodia che proprio con la deformazione dei protagonisti - da eroi positivi a 'pervertiti' - e di molte situazioni (il banchetto fantastico in orgia etc) volgeva in beffa spietata tutti i luoghi comuni e il perbenismo implicito nei cliché della narrativa popolare... evidentemente, fin dalla notte dei tempi!
Troppo perfino per altre coppie terribili, come i
Tarantino-Rodriguez contemporanei, che scalpitano nei rigidi parametri dei rating della MPAA per mantenere comunque le loro pulprovocazioni nel redditizio alveo della distribuzione major?
Leggetevi
Black Kiss e - se cercate una colonna sonora ideale - io vi consiglio
caldamente di farlo ascoltando l'album
Open All Night di
Marc Almond: contiene una canzone che s'intitola proprio Black Kiss, ma è la notturna a jazzata
Bad People Kiss che vi farà sentire di vivere dentro un noir di passione e morte!
Chissà se prima o poi qualcuno oserà trarne un film…!
Mario G