"Oh, the passenger
He rides and he rides
He looks through his window
What does he see?
He sees the silent hollow sky
He sees the stars come out tonight
He sees the city's ripped backsides (...)."
(Iggy Pop, The Passenger)
Il titolo riprende non una canzone del Bianco Duca ma una dell'amico e all'epoca compagno di viaggio Iggy Pop, il quale visse con David a Berlino nella cruciale fase in cui i due cantanti amici si disintossicarono dalle pericolose amicizie con sorella "Heroine" (cit. Velvet) e "Cousin Cocaine" (cit. Stones), dando contemporaneamente vita a un quartetto di album storici per l'evoluzione del rock in marcia verso la nascente new wave: Low e poi Heroes di David, vertici della trilogia appunto detta "berlinese" in collaborazione con Brian Eno, The Idiot e Lust for Life di Iggy, entrambi con Bowie in veste di produttore, che traina anche l'amico r'n'r animal verso il gelo dell'elettronica dei Kraftwerk che tanto avrebbe influito su quella fase (lo strumentale V-2 Schneider su Heroes è un omaggio a Florian dei campioni del kraut rock).
La canzone The Passenger, da cui abbiamo tratto i versi citati in apertura come motto del musicista nomade, che (e qui la citazione viene da Be My Wife da Low) "have lived all over the world, have left every place", proviene proprio dal secondo dei due album in cui Bowie fu coautore di molti brani (uno su tutti, China Girl), produttore, musicista/corista ospite dell'amico, che addirittura accompagnò in tour nel ruolo di tastierista in penombra, lui che era sicuramente la star più glamour dei due; è da allora uno degli hit imprescindibili di ogni Iggy-concert ed è stata coverizzata da mezzo mondo (il sottoscritto ricorda almeno la versione dal vivo dei Bauhaus nel tour del 1998 e quella originalissima di Michael Hutchence & the Man Seezer per la col. son. di Batman Forever del '95, sigla di chiusura del mio programma Viaggio al Termine della Notte a Radio Lodi, che si apriva proprio con l'originale iggypopiano).
Qui sotto il bel videoclip diretto da Simon Taylor/Tomato Studio per la canzone di Iggy/Rick Gardiner.
Ma veniamo alla mostra: conterrà 50 scatti, diversi cimeli e documenti originali provenienti dall’archivio di Kent, che all'epoca ebbe davanti al proprio obiettivo gente come Freddie Mercury, Elton John, Jim Morrison, i KISS e Frank Zappa, anche se - c'informano le note sulla mostra - la collaborazione più importante di Kent è stata con David Bowie, appunto nel periodo dal 1975 al 1978.
Noi purtroppo non abbiamo ancora potuto visionare i materiali, fra cui figurano adirittura ricostruzioni filologiche di ambienti come il vagone del treno che portò le due icone rock fino a Mosca, fino alla stanza d'albergo di Parigi in cui Bowie soggiornò prima di sbarcare a Berlino (ricordiamo infatti che l'album Low, pur essendo noto come incipit della trilogia berlinese, fu registrato insieme a The Idiot in parte nello studio francese del Château d'Hérouville, allora diretto dal bassista dei Magma Laurent Thibault). Pertanto le foto che vi mostriamo accanto all'articolo sono quanto abbiamo recuperato in rete in relazione alla mostra a cura di Vittoria Mainoldi e Maurizio Guidoni per ONO ARTE, che sarà ospitata nel foyer dell'Arcimboldi fino al 12 giugno.
Probabilmente non sarà The Passenger a sciogliere il mistero della colonna sonora mai pubblicata del film L'uomo che cadde sulla Terra (girato da poco prima della trasferta europea), che fornì solo il brano Subterraneans all'album Low - ma che a tutt'oggi risulta uno dei segreti meglio custoditi dei cassetti di casa Bowie - tuttavia la mostra promette di "ricostruire fatti fino ad ora poco conosciuti e svelare dettagli inediti della carriera" del Biondo Duca, anche attraverso video proiezioni che attendiamo di scoprire.
Qui sotto il trailer della manifestazione.
Per distinguerci, noi omaggiamo David, l'Iguana e quell'immortale, bruciantegelida scena musicale di passaggio fra America ed Europa, anni '70, punk e '80 all'orizzonte, con quel che la mostra NON conterrà di certo: la rielaborazione dell'architettura del Teatro Arcimboldi come palco per un tonante Freddie Mercury (di lì a breve a fianco di Bowie in Under Pressure), realizzata dalla nostra sound&vision art Roberta Guardascione partendo da foto del sottoscritto, insieme ai due omaggi a Bowie: la versione "pop art" in un'immaginaria pubblicità (per un articolo sul LiquidSky blog) e quella ispirata all'album Outside (ultimo capitolo della collaborazione con Eno), inserita nei miei appunti manoscritti per un nascente racconto.
Infatti, forse la direzione del Teatro degli Arcimboldi non lo sa, ma il suo edificio si situa proprio nel fulcro di "Urban Pictures Land", futuribile spazio fantametropolitano al confine fra il capoluogo lombardo e lo Sprawl di Gibson, da noi abbondantemente fotografato e rielaborato per le ambientazioni dell'imminente novella illustrata Situation Tragedy, dell'album FantaRock e del videoclip Small Town, New Town dei Mugshots (ora in produzione by LquidSky Agency sull'asse Milano-Napoli-Atene).
"We'll ride you through that city at night", molto presto, attraverso inimmaginabili punti di vista.
Per ora godiamoci la mostra sui Bowie & Iggy mitteleuropei, che tanto hanno contribuito a plasmare anche le nostre visioni.
Mario G