Debora Montanari, scrittrice fantasy e conduttrice de Il Cinema alla Radio per CiaoRadio, torna ospite di Posthuman con la recensione del nuovo film tratto dall'epocale serie televisiva di X-Files, che negli anni '90 ha cambiato il concetto stesso di serial tv e che - conseguentemente - era attesissimo al varco da legioni di fan bramosi di seguire le evoluzioni dei loro beniamini Mulder e Scully. E inevitabilmente di confrontare con quanto lasciato in sospeso dal piccolo schermo.
Debora non entra a fondo nel merito della trama e dei suoi collegamenti con la serie tv (a voi scoprire i colpi di scena della storia, ve ne lasciamo il gusto intatto), ma ci offre un nuovo saggio delle sue recensioni focalizzate sull'aspetto più... "spirituale" della storia. E pare che questa volta questo versante sia quanto mai determinante. Forse che il fantastico attuale stia esprimendo un latente bisogno di trascendente della società contemporanea? Dopo aver già analizzato i casi di film come Dante 01 e L'Albero della Vita di Aronofsky (premiato a Venezia per il toccante The Wrestler), il dubbio si fa strada persino in noi cyborg!
Ne leggerete più approfonditamente anche in un nostro servizio che uscirà sul numero 12 di NeXt, ma ora lasciamo la parola all'autrice.
Il film è spettrale quanto il protagonista Fox Mulder, spettrale non certo nel senso di inconsistente ma nel senso di strano, perché davvero l’x-file che Chris Carter apre in questo film è inaspettato; questa volta l’x-file va in cerca di una verità che è ben oltre i confini del “là fuori”, questa volta cerca… la Provvidenza.
Dio, la Provvidenza, la fede religiosa, è un argomento già affrontato da Chris Carter attraverso la protagonista Dana Scully che, nella serie televisiva, combatte contro una profonda crisi di fede, crisi che rimane in sospeso e mai viene risolta e che nel film “The X-Files - Voglio Crederci” trova la sua conclusione.
“Voglio crederci”, annuncia parte del titolo del film, titolo sul quale Chris Carter gioca con una doppia interpretazione di quel “I Want to Believe” che ci ha accompagnati per tutta la serie TV, un voglio crederci riferito all’esistenza degli alieni, alle convinzioni di Mulder, ma in questo film assume anche un ulteriore significato: voglio crederci…in Dio. Il film, infatti, ci racconta che Dio comunica con noi esseri umani attraverso eventi, attraverso persone, e che noi non ci accorgiamo di questi segni divini, o meglio, che li vediamo ma li trasformiamo seguendo l’umana, pragmatica ragione: così gli eventi diventano coincidenze e le persone non vengono ascoltate, anche perché spesso Dio sceglie i peggiori per combattere le sue battaglie quindi, non sempre chi fa da tramite per la Provvidenza è un santo. In The X-Files questo concetto è molto chiaro, dal momento che è un prete pedofilo, diventato improvvisamente un sensitivo, che guida l’FBI alla ricerca di una loro agente rapita. La scelta di un personaggio così controverso costringe solo chi vuole credere ad ascoltarlo, e solo chi lo ascolta arriverà alla soluzione del caso.
Fox Mulder verrà coinvolto proprio perché l’FBI sa che lui ha perso il distintivo di agente, ma non certo il vizio di credere nell’impossibile.
Argomento importante dunque, sviluppato con una sceneggiatura semplice ma intelligente, creata ad arte da Chris Carter e Frank Spotnitz, ad arte perché propongono una trama e allo stesso tempo ne raccontano un’altra, un x-file nell’x-file: un caso per l’FBI e un caso personale per Mulder e Scully, soprattutto per Scully. Così, mentre seguiamo la trama thriller-horror scopriamo, attraverso i dialoghi dei protagonisti, che dietro c’è molto di più, c’è il vero x-file: la Provvidenza, appunto.
Dialoghi decisi e rivelatori, come è sempre stato per The X-Files, atmosfere cupe e ritmi sfumati, si intrecciano in questa trama che ripercorre i temi horror di Frankenstein, non certo a caso: chi meglio del dottor Frankenstein può far parlare di Provvidenza, uno scienziato che vuole sostituirsi a Dio togliendo la vita per poi ridarla?
Anche se “The X-Files - Voglio Crederci” propone una storia al di fuori della cosiddetta “mitologia”, il film non si isola dalla serie televisiva. È più facile cogliere, nonché capire, le connessioni tra Dana Scully e l’argomento Provvidenza se si è al corrente della sua storia e della sua evoluzione; per comprendere appieno i comportamenti di tutti i personaggi bisogna conoscere Fox Mulder, la sua intelligenza alternativa e quell’indomabile volontà che lo spinge al di là di ogni confine. Sapere, poi, che il legame tra Mulder e Scully è indissolubile e inattaccabile, aiuta a comprendere il perché delle loro infinite battaglie contro il peggio di questa e di altre dimensioni.
Debora chiude la sua recensione con una citazione dai dialoghi del film, che vi riportiamo di seguito.
Dana Scully: "As far away from the darkness as we can get?".
Fox Mulder: "I'm not sure it works that way. I think maybe the darkness finds you and me".
[tratto da: The X-Files - I Want To Believe]