Entrano in scena puntuali, in tre, senza tante cerimonie, ma scatenano subito l’applauso di un pubblico caldo e affezionato ai classici dei King Crimson, che Adrian Belew ha animato dall’ormai lontano 1981: che infatti riconosce sin dai primi accordi Elephant Talk, Dinosaur, Three Of A Perfect Pair, One Time, salutandole tutte con entusiasmo. “Mi sembra di capire che vi piacciono i King Crimson”, scherza lui.
“Anche a me piacevano molto”, commenta lasciando colare nell’ironia una goccia di fiele sottinteso, presumiamo per la finora incomprensibile decisione di Robert Fripp di dar vita ad una nuova formazione a 7 dei padrini del prog (attesa anche in Italia per concerti), con ben 3 batteristi ma senza di lui. Un’esclusione che evidentemente brucia ancora, nonostante il chitarrista poi stemperi il sarcasmo aggiungendo “Scherzo, amo i King Crimson e penso che li amerò sempre”.
In realtà, il 66enne, vitalissimo Adrian gioca colle sue gemme da consumato entertainer, permettendosi più volte persino di accorciarle, sfumarle al primo bridge strumentale passando ad altro, lasciandoci un’ombra di dubbio che la sfilza di hit sia quasi un tributo dovuto ai fan, uno di quei rituali che un po’ annoiano i musicisti che preferirebbero dedicarsi di più ai lavori più recenti che non sempre agli stessi cavalli di battaglia pretesi dall’audience.
Nondimeno, suona sempre con entusiasmo, si direbbe anche divertendosi fin di più dell’ultima volta che l’abbiamo visto con la più complessa formazione a 6 dei Crimson ProjeCKt: probabilmente la snella line up del Power Trio che ora lo accompagna (con la bassista Julie Slick e il batterista Tobias Ralph, praticamente la metà giovane del ProjeCKt) gli consente più libertà di giocare con la musica. E lui lo fa, addirittura gigioneggiando spesso con mossette e ammiccamenti, false partenze e altre virtuosistiche sfide (apparentemente) volte a disorientare il batterista Ralph, in realtà un mostro della tecnica delle bacchette che non perde un colpo neanche nelle riprese più repentine del leader (che poi immaginiamo in realtà cementate da decine di serate).
Le canzoni sono potenti ed immediate all’ascolto, potremmo quasi crederci di fronte ad un gruppo indie-rock con una certa tendenza pop del vocalist, se non fosse per le strutture musicalmente ben più complesse: tempi dispari, stacchi improvvisi, soluzioni armoniche che ci riportano al dominio tipico del prog e, per l’appunto, ai Crimson. Lo stile compositivo di Adrian non ha potuto che far tesoro degli anni passati in compagnia dei migliori artisti che ha affiancato sul palco e in studio: da Frank Zappa ai Talking Heads a Laurie Anderson, dal recentemente scomparso David Bowie (con cui lo vedete qui a lato in una foto live del '90) fino ai Nine Inch Nails, ed altrettanto si può dire del suo modo di suonare la chitarra elettrica, che non ha perso l’abrasività di quando maltrattava una Stratocaster scrostata, aggredendo con quella inermi amplificatori Roland.
Da eterno sperimentatore di soluzioni sia musicali che tecnologiche, oggi lo troviamo su palco in compagnia della chitarra Parker Adrian Belew Signature Fly, prodotta su sue specifiche personalizzando in modo estremo il modello di punta del noto liutaio americano. Attraverso questa sei corde custom, Adrian pilota una quantità di apparecchiature elettroniche e digitali per continuare il suo viaggio verso l’estensione dei limiti “classici” dello strumento.
La seconda parte del concerto comprende i brani strumentali ricchi di soli e improvvisazioni tratti dal più recente album del Power Trio, “e” (del 2009), una suite in 5 parti, nominate solo con le prime 5 lettere dell’alfabeto : feedback e suoni che ricordano rombi di motori o urla di animali selvaggi, delicati arpeggi dalla morbidezza tridimensionale, scale dal sapore esotico, tappeti frippertronici nascono nella sua testa, vengono modellati dalle sue mani e sparati come colpi di fucile nei suoi “giocattoli”, che oggi annoverano un multieffetto a rack FRACTAL Axe Ultra, creato per musicisti aventi un approccio ingegneristico alla costruzione del proprio suono. Nella stessa logica vi affianca un iMac che funge da mixer per le sue varie sorgenti sonore, fornisce il looper ed i suoni campionati (per es. il pianoforte), che poi lui utilizza grazie al guitar synth Roland VG 99.
Non bastasse, ecco che una scheda audio MOTU fa entrare l’audio nel computer e da lì lo spedisce verso l’impianto di amplificazione, mentre a terra Belew manovra i vari pedali connessi agli apparecchi appena descritti per richiamarne i suoni programmati (Liquid Foot) e dosarli (Roland EV-5), mentre un harmonizer Digitech sempre a pedale consente di aggiungere al volo la settima, la terza o la quinta nota a quelle che sta suonando.
E così, saziato il parterre di musicisti che, come sempre, affollano i concerti dei Crimson nelle loro varie incarnazioni, avidi di strappare ai maestri i segreti di quelle sonorità che, come pochi, hanno saputo mettere il virtuosismo al servizio dell’invenzione e della continua reinvenzione di sé e del rock stesso per 35 anni e più, dopo un’ora e un quarto circa il Power Trio ci lascia, ancora speranzosi di un ulteriore bis e pronti ad acquistare l’album (pure validissimo) Echoes+ dei Fil Rouge di Julie Slick (col batterista Tobias Ralph ma senza Adrian, copertina qui a fianco). Avrebbe magari potuto essere, quel bis dico, un omaggio al compianto amico Bowie, ma quello il Belew l'ha riservato al dopo Festival di Sanremo, dove la sera dopo il Blue Note ha suonato Heroes con Elio e le Storie Tese (che vedete al link sotto il testo, a partire da 25' circa).
Ora la parola, pardon la pedaliera, passa ai nuovi King Crimson "Adrianless" tutti da scoprire.
Mario G & Marco Nik
P.S.: Marco Nik Nicolini, oltre che chitarrista degli Amplifire, suona nel duo Fisiko Metalliko Nero, sonorizzando i reading di testi di Mario G. Recentemente ha guidato anche la Band That Sold The World nel concerto tributo a David Bowie al Ligera.
P.S. 2: le foto che illustrano l'articolo non sono relative alla serata al Blue Note ma sono state reperite sul web. Posthuman ringrazia tutti i rispettivi autori.