Si annunzia in quel di Nuoro Terreni d'Incontro, una rassegna musicale diretta da Patrizia Viglino. Il che "fa notizia" già in sé, perché la Viglino è una regista teatrale, infatti la tre giorni di concerti rock fa seguito a una mostra d'arte visiva e a un calendario di dieci appuntamenti teatrali, disseminati fra Nuoro, Olbia, Fonni e il complesso nuragico di Noddule (sempre nel nuorese).
Noi abbiamo conosciuto Patrizia l'altr'anno al concerto dei Death SS al Live Music Club Trezzo d'Adda, dov'eravamo stati con Roberta G. (che lo ha interpretato nella tavola sotto a destra) in pellegrinaggio alla corte di Steve Sylvester prima che Sua Oscurità iniziasse il cammino compositivo del concept album The Entity, ispirato a James Hogg, R. L. Stevenson e al nostro Hyde in Time. Ma, a dire il vero, di registi teatrali appassionati del "pesante metallo" fra le nostre conoscenze non ce n'è mica tanti. A dire il vero probabilmente c'è solo lei.
"In realtà non è così raro che una teatrante con radici nella Milano degli anni '80-'90 abbia anche una sana passione per la musica dal vivo e in particolare per il rock e il metal, stili che si portano dietro qualità artistiche fuori dal tempo e che hanno svolto un ruolo sociale molto importante nel creare un trait d'union generazionale", ci ha detto la regista. "La mia passione per il teatro va di pari passo con quella per le altre forme d'arte, in particolare con le Performing Arts che mettono al centro la presenza viva, l'incontro tra le persone e un principio di solidarietà e di comunicazione che oltrepassa ogni barriera. Come Direttrice Artistica del Terreni d'Incontro Festival, in particolare, il concetto di creare eventi espostivi, teatrali, musicali che siano anche occasione d'incontro tra artisti e generi diversi mi interessa moltissimo anche perché non puoi crescere artisticamente se non ti confronti con gli altri, se non ti getti nella mischia, insomma. C'è anche una ragione contingente del perché il Festival accolga stili musicali di nicchia. La Sardegna è una vera e propria fucina, dal punto di vista musicale, di Band che vanno dal Doom, come i Black Capricorn che abbiamo ospitato lo scorso anno, al Metal, da quello classic dei Rod Sacred fino alla originale rivisitazione in chiave Epica degli Icy Steel, passando per la musica sperimentale di grande impatto, come abbiamo potuto ammirare la scorsa edizione con Sarram e che avremo modo di apprezzare quest'anno con l'artista di punta Dalila Kayros, senza trascurare le contaminazioni con la tradizione ancestrale della Sardegna che vedremo e ascolteremo con il concerto polistrumentale degli Ilienses".
La tre giorni di musica va in scena il 27, 28 e 29 settembre prossimi al pub Killtime di Nuoro, sul cui palco si alterneranno gruppi musicali sardi già forti di un seguito internazionale, insieme a band emergenti e a formazioni storiche. Si punta sulla musica elettronica, sul classic metal, sul rock e sulla contaminazione con la tradizione sarda.
Si inizia il 27 settembre con la potente, ipnotica voce di Dalila Kayros (ai lati e sotto), in duo con Danilo Casti che l’accompagna con suoni elettronici distorti dando vita a un sound estremamente originale, che li vede protagonisti di un lungo tour europeo, reduci dalle tappe internazionali tra Stati Uniti e Messico, per presentare l’album Animàmi uscito nel 2022 per la Subsound Records.
Sempre il 27 Giacomo Pisano, scrittore e creativo, in veste da DJ proporrà un aftershow per ballare con musiche dark-wave.
Il 28 settembre sarà la volta dei Rod Sacred, formazione storica del panorama Hard & Heavy italiano, formatasi più di trent’anni fa da un’idea dello storico bassista Franco Onnis, che presenta l’ultimo disco Another Day, uscito nel 2023 per l’etichetta italiana Metal Zone. A seguire, l’aftershow curato da Agostino Chironi (direttore tecnico della rassegna), con una selezione musicale all’insegna dell’Hard & Heavy.
Il 29 settembre, il Festival presenta due realtà musicali sarde di grande talento: prima gli Icy Steel, band epic metal con contaminazioni celtiche, fondata dal chitarrista e cantante Stefano Galeano che presenta il nuovo, sesto album The Wait, the Choice and the Bravery (Wanikiya Record/Promotion).
Poi, in seconda serata, la formazione degli Ilienses, con suggestioni sonore che nascono nel cuore della tradizione nuragica e post nuragica, di forte impatto emozionale ed esoterico grazie anche all’uso di strumenti etnici oltre che moderni, e all’uso particolare della lingua sarda. La promettente formazione barbaricina, nata da un progetto di Mauro Medde e Natascia Talloru, dopo il successo del disco del 2020 Civitates barbariae si appresta all’uscita del nuovo album Jae.
Non solo metallo, dunque, "ma spazio anche a esperienze creative originali di qualunque genere e provenienza con un occhio di riguardo agli artisti isolani che qui in Sardegna fanno grande fatica a farsi conoscere, anche se, spesso, li ritroviamo in tour nel resto d'Europa", conclude la Viglino. "La musica, l'arte sono bellezza che può contagiare e dare vita a spazi nuovi, liberi, creativi. Di questo c'è bisogno e a questo lavoriamo, anche con Agostino Chironi, memori anche delle esperienze fatte in altri contesti geografici e storici che ci hanno regalato sensazioni positive, energie e vitalità."
Lanciato così il guanto di sfida al resto dei registi teatrali del mondo, non vi resta che prenotare il vostro aeromobile!
Mario G.
PS: il festival è sostenuto dalla Fondazione Banco di Sardegna.