Dopo un articolo sui rapporti fra universo Lovecraftiano e recenti produzioni cinematografiche, letterarie e fumettistiche, torniamo sul Solitario per osservarne le molteplici influenze sul mondo musicale. Scorpiamo che nel rock le citazioni sono numerosissime, una schiera di musicisti ha attinto alla sacra fonte dei Miti di Cthulhu per riversarli nelle sonorità più disparate.
Più espliciti sono i Blue Oyster Cult con le loro citazioni de “Il Re in giallo” (lo pseudobiblion di Robert William Chambers che fa impazzire chi lo legge, cui HPL si ispirò per il Necronomicon, in Italia edito da Hypnos) nel pezzo E.T.I. (sull’album “Agents Of Fortune” ) e della “saggezza stellare” in “Imaginos” (un vero concept album occulto, vedete la copertina a destra) in “I Am The One You Warned Me Of” e “The Siege and Investiture of Baron Von Frankenstein’s Castle At Wisseria”.
Numerosi sono poi i rimandi (sebbene spesso superficiali) in ambito metal: per fare solo qualche esempio arcinoto, ricordiamo gli Iron Maiden che citano il celebre distico del Necronomicon ("Non é morto ciò che in eterno può attendere/ ma col passare di strane ere anche la morte può morire") su una lapide sulla copertina del loro disco “Live After Death”; o i Metallica, che intitolano The Call Of Ktulhu un lungo brano strumentale su "Ride the Lightning", che tuttavia io trovo molto lontano come atmosfere dall’universo lovecraftiano.
Ma se siete alla ricerca di una capillare disamina del metallo lovecraftiano, non vi resta che aprire le pagine del fondamentale Horror Rock di Vitolo/Lazzati, in cui trovate tutto il desiderabile in materia di rock duro (e non solo) ispirato a racconti e atmosfere del Solitario, dei suoi Grandi Antichi e dei suoi orrori innominabili.
Più vicini all’autentico spirito di HPL trovo invece un gruppo oscuro di avanguardia progressive come i belgi Univers Zero. Gli Univers Zero hanno inciso una versione di “The Music Of Erich Zann” nell’album “Ceux du de hors” (cover a sinistra) - un racconto dove si parla di una musica incomprensibile proveniente dagli abissi che porta alla follia - avvicinandosi probabilmente a ciò che aveva in mente il genio di Lovecraft. Altri gruppi di genere affine agli Univers Zero sono poi gli i francesi Yog-Sothot e Shub Niggurath, autori di pazzeschi album sperimentali.
Assolutamente da menzionare sono poi i Nox Arcana, gruppo gotico americano autore di una musica dark-ambient sinfonica e inquietante che, nel 2004, ha pubblicato “Necronomicon”, album totalmente ispirato alle atmosfere dei Miti di Cthulhu con titoli quali “Nyarlathotep”, “Azathoth”, “Yog-Sothoth” e “The Haunter Of The dark”.
Da ricordare poi il cantautore e menestrello inglese Paul Roland - grande ed eccentrico cultore del soprannaturale e del bizzarro – che, con “Re-Animator” (2007, cover a destra), ha dedicato a Lovecraft il suo personale omaggio con pezzi efficaci come “Charles Dexter Ward”, “Arkham”, “Cthulhu” e “Abdul Alhazred” anche se nell’album compaiono degli omaggi ai racconti di Edgar Allan Poe.
Nonostante l’area psych/prog/hard degli anni ’70, col suo afflato ‘cosmico’, e la sterminata deriva metal – per le consonanti atmosfere cupe e apocalittiche – appaiano un brodo di coltura ideale per far germogliare i contorti semi della narrativa lovecraftiana in musica, va detto che il Solitario ha lasciato il segno anche in alcune delle più interessanti (ancorché marginali) esperienze della galassia new wave, che invece idealmente penseremmo orientata su ben altre tematiche, più ‘moderniste’ e ‘metropolitane’ (ma pensiamo un attimo alla 'Reanimator' dei Fields of the Nephilim da "Dawnrazor").
In particolare, va detto, nell’area industrial, dove un certo mood esoterico ha messo profonde radici, soprattutto laddove alle sonorità marziali e tribali la ricerca si è evoluta verso la direzione del cosidetto neo (o apocalyptic) folk. Ma non solo: anche nell’area dell’elettronica estrema, come dimostrano ad esempio le ascendenze crowleyane degli Psychic TV o dei Death In June (su cui si diffonde l’ottimo saggio di Antonello Cresti, “Come to the sabbat”, ed. Tsunami, di cui vedete la copertina in apertura e QUI una recensione per esteso). O, ancor più, dei COIL, gruppo esoteric-industrial nato da una costola degli Psychic TV (il compianto Peter Christopherson), in cui si possono trovare nitidi punti di contatto con l’universo creato da Lovecraft.
John Balance – leader e cantante del gruppo (foto a sinistra), ora anche lui scomparso – in una vecchia intervista, rispondendo a proposito di figure nascoste o scomode come Pasolini, Crowley, Burroughs etc. ha detto : "Di solito ai ragazzi tra i 15 e i 25 anni non capita facilmente di accedere ad un certo tipo di conoscenza. Al massimo (e in maniera superficiale) questo accade con i videogiochi ma anche se incontrano il nome di Cthulhu non ci sarà nessuno che racconterà loro di Lovecraft. Quindi pensiamo in qualche modo di avere la responsabilità di trasmettere un certo tipo di informazione "perduta" alle generazioni più giovani, per le quali certi nomi non significano molto".
E sono appunto i Coil (gruppo "weird" nella più ampia accezione del termine) che rientrano in un possibile collegamento con l'universo artistico di HPL: in alcune loro composizioni hanno infatti cercato di trasmettere volutamente un certo spirito Lovecraftiano.
Notate infatti che nel loro disco "Love's Secret Domain" hanno inciso un brano molto oscuro e maligno ("Titan Arch", brano cantato nell'occasione dall'ospite Marc Almond) che narra del riaffiorare di antiche divinità, come potete verificare voi stessi leggendo di seguito il testo, che riportiamo con a fianco la traduzione a cura di Paolo Gabrieli.
Crown the dark animal / Incorona l'oscuro animale
Black Jackal crawling / Nero sciacallo strisciante
Eternal returning / Eterno ritorno
An end to the waiting / Una fine all'attesa
There are thrones underground / Ci sono troni sottoterra
And monarchs upon them / E monarchi sopra di essi
They walk serene / Camminano sereni
In spaces between / Tra gli spazi nel mezzo
At the head of the storm / Alla testa della bufera
Darkness is rising / L'oscurità sta sorgendo
In the Garden of Jaws / Nei giardini di fauci
His wounds are shining / Le sue piaghe risplendono
Angels take poisons / Angeli si avvelenano
In rotting pavilions / In padiglioni marciti
Under shivering stars / Sotto stelle tremanti
The sickness is gilding./ La malattia sta planando.
Andando poi sul loro sito ufficiale si scopre che citano fra le loro influenze anche lo scrittore lovecraftiano Clark Ashton Smith.
E in effetti le copertine dei loro due dischi "Musick to play in the dark vol.1/2" (copertina a destra)raffigurano pazzeschi paesaggi lunari extra-cosmici che sembrano presi di peso da qualche racconto fantascientifico di C.A.Smith. I titoli dei loro brani sono poi molto fantasiosi come "Red Birds Will Fly Out of the East and Destroy Paris in a Night" (titolo molto "Fortiano") e "The Dreamer is still Asleep" (il sognatore in questione è forse Cthulhu?). Sul loro LP "Astral disaster" (copertina a sinistra) la musica si fa poi sempre più cosmica e anche in questo caso si trovano titoli oscuramente evocativi come "The Fatherland & the Mothership" o "The Sea Priestess".
Si può dire che i Coil abbiano una concezione ritualistica ed esoterica della musica come dimostra la imponente serie dedicata alle fasi lunari ed agli equinozi e ai solstizi ("Moon's Milk-in four phases"). Ed anche in questo caso la copertina mostra incredibili foreste di pianeti dimenticati e pazzeschi collage di mondi distorti diversi dal nostro. I Coil sono un gruppo quantomai eterodosso che ingloba nella propria arte diverse e contrastanti influenze (appunto, da Pasolini a Crowley, fino all'occultista pittore Austin Osman Spare e a William Blake) e che spesso si addentra in territori di musica sperimentale contemporanea.
Tuttavia è riscontrabile in parte della loro opera una cosciente trasmissione di un certo spirito oscuro, dark, cosmico che personalmente ritengo molto vicino alle opere del solitario di Providence.
Come vedete, l’influenza di H.P.Lovecraft e i suoi incubi si dispiegano sull’universo musicale continuando ad influenzare successive generazioni di artisti visionari della più diversa estrazione, come mostrano efficacemente un link enciclopedico come QUESTO o, appunto, i citati saggi di Vitolo/Lazzati e di Cresti: un’opera, il suo Come To The Sabbat (come sempre i libri Tsunami, va detto) veramente completa sul rock influenzato da esoterismo e paganesimo (in cui HPL è quindi una presenza immanente anche se non centrale); una ricerca rara nel panorama italiano, oltre che equanime (come raramente accade) nell’approccio a musicisti appartenenti ai generi più diversi, dal folk al prog, da Julian Cope a David Sylvian, fino all’elettronica industriale o al black metal.
Cesare Buttaboni
(editing, riferimenti bibliografici e iconografici a cura di Mario G)
Per saperne di più:
Come to the Sabbat – Antonello Cresti (Tsunami, 2012)
Lucifer Over London – Antonello Cresti (Aereostella, 2010)
Death In June – nascosto tra le rune – Aldo Chimenti (Tsunami, 2010)
Industrial (r)Evolution – Giovanni Rossi (Tsunami, 2012)
Horror Rock – Eduardo Vitolo, Alessio Lazzati (Arcana, 2010)
Black Sabbath – Neon Nights – Eduardo Vitolo (Arcana, 2012)