Personaggio malinconico, destinato a una vita solitaria perché condannato da un esperimento fallito a trasformarsi in un mostro ogni volta che si infuria, Bruce Banner trova il suo perfetto rappresentante nel volto di Edward Norton. E’ questo che fa la differenza rispetto a “Hulk” di Ang Lee (2003), interpretato da Eric Bana, la presenza di un attore come Norton: la sua arte interpretativa e la sua accattivante personalità concedono al film una forza unica, quasi… incredibile.
Bruce Banner è uno scienziato che vede la sua vita esplodere, colpita da quella bomba di radiazioni Gamma che intossicano per sempre il suo corpo, trasformandolo a sua volta in una mina vagante, un uomo alla nitroglicerina, instabile e letale, pronto a esplodere ogni volta che la sua stessa rabbia lo scuote. Bruce sta cercando una soluzione, aiutato da uno scienziato che contatta via e-mail. Gli eventi lo spingono però alla fuga che lo porterà allo stesso tempo a un ritorno, a quella vita che, al di fuori della sua tragedia, continua a esistere.
La condanna alla solitudine e al continuo errare rende Bruce Banner forse il più infelice tra i tanti, e sempre problematici, supereroi.
Inquietudine, tristezza, isolamento, ma anche amore e speranza questo è Bruce Banner, che diviene forza distruttiva e mostro, ma anche protezione e paladino del bene quando si trasforma in Hulk. Questo è anche il film, che ci racconta la condizione del protagonista attraverso i flashbacks, attraverso i dialoghi, soprattutto attraverso la speranza di Bruce di rinascere come essere umano.
Ci viene subito mostrata la sua devastazione psicologica, dettata dalla perdita di una vita che gli aveva regalato l’amore per Betty Ross (Liv Tyler) e dall’acquisto di una esistenza nascosta che lo costringe all’invisibilità, all’annullamento di se stesso in nome di ideali superiori.
Lui è l’arma perfetta, i militari vogliono appropriarsene, ma “Thunderbolt”, il Generale Thaddeus Ross (William Hurt), lo vuole catturare più per una ossessione personale che per effettivo bisogno. Come accade a tutte le insane fissazioni anche quella di Thunderbolt degenererà, coinvolgendo Emil Blonsky (Tim Roth) e generando un nuovo abominio.
Il film si divide così tra una carica di umanità e una carica di azione, mescolandole grazie alla calibrata regia di Louis Leterrier, alla affascinante interpretazione di Edward Norton e alla energia di Tim Roth, attore sempre avvincente, soprattutto quando si cala nei panni del cattivo.
L’interpretazione di Norton è un equilibrio tra sguardo intelligente ed espressioni sperdute, tra taciturna angoscia ed evidente determinazione, attore dunque perfetto per questo personaggio in eterno conflitto con se stesso. Il cast si completa con Liv Tyler, dolce presenza in un mondo in guerra, e William Hurt, attore mitico, capace di rendersi molto più che antipatico in questo film.
Il regista è Louis Leterrier a lui dobbiamo, a mio parere, uno dei più coinvolgenti inseguimenti a piedi degli ultimi anni e un film d’azione che sa come raccontare l’azione senza far venire il mal di mare.
Allo sceneggiatore Zak Penn dobbiamo la trama avvincente, l’atmosfera sentimentale e molto umana anche se racconta di mostri; un primo tempo strepitoso e un combattimento finale un po’ esagerato ma che nel contesto si accetta senza critiche, dal momento che sarebbero inutili visto che, nell’insieme, il film è davvero molto bello.
L’incredibile Hulk è un film intenso, capace di sorprendere anche se tutti conosciamo il personaggio e la sua storia.
Debora Montanari
Lo staff Posthuman ringrazia Debora - premiata autrice fantasy e gran cultrice di cinema di genere - per questa nuova fumettistica collaborazione, in attesa di sapere news anche su un paio di nuovi action in circolazione: La notte non aspetta di David Ayer, con Keanu Reeves che torna nei panni del 'duro' ellroyano che gli consideriamo più congeniali e Wanted di Timur Bekmanbentov (I Guardiani della Notte), ancora tratto da un fumetto (di Mark Millar), con Morgan Freeman e Angelina Jolie.