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Anteprima the Surrogates: il mondo dei replicanti

Written by  06 Nov 2009
Published in Cinema
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Un'altra anteprima-s/f-posthuman: ci è piaciuto l'ultimo film di John Mostow, pop corn movie certo, ma ben fatto. Bruce Willis attore d'esperienza negli action movie, recita contemporaneamente la parte di se stesso e la parte del replicante. Il risultato è convincente. Nelle sale italiane a gennaio.


Riuscite ad immaginare un mondo invaso dai Robot? Preparatevi a farlo perchè ormai sono anni che questa rivoluzione si avvicina. Il cinema anticipa, prevede che tipo di "invasione" sarà. Questi sono i temi profetici che maggiormente "incendiano" il tema del post-umano. Da Blade Runner a Matrix, fino al recente Terminator Salvation (che, come leggete anche su Nocturno, ha ispirato a Mario più ampie riflessioni sul fantastico nella cultura italiana - NdR), il tema del rapporto uomo-macchina e specificatamente del Robot è declinato in differenti salse.

Se fino ad adesso il tema della macchina "con" o senza sembianze umane che decide di lottare per sopraffarre gli umani ed affermare "la sua specie" si è imposto, qui invece, in Surrogates il classico antagonismo viene a mancare, e questa è la novità per cui vale la pena vedere il film. Così niente cappa e spada contro le "teste di latta", ma i conflitti se ci sono sono sempre tra umani. Magari tra umani che vogliono i robot e umani che non li vogliono. Però qui la nozione giusta da usare non è quella di robot, ma quella di "replicante". Infatti i Robot con sembianze umane spesso si definiscono "replicanti", ma qui il concetto è ancora più esteso.

(Spoiler alert: se non volete sapere elementi della trama, non proseguite nella lettura)

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L'idea chiave di Surrogates è che presto i robot saranno venduti e progettati a nostra immagine e somiglianza... ma invece di ipotizzare che abbiano una intelligenza propria sono solo degli utensili che noi pilotiamo. Questa è l'intuizione attorno cui è costruito tutto il film. Pian piano scopriamo che questa società è una società fatta di persone chiuse in casa a pilotare il proprio replicante in giro per la città, attraverso una interfaccia neurale che ne restituisce sensazioni e ne ricostruisce la visione con il classico elmetto/visore da realtà virtuale.


Quindi NOI siamo l'intelligenza che guida il nostro nuovo corpo di metallo per le strade! Robot telecomandati che vanno a lavoro per noi, ma siamo pur sempre noi a fare quel lavoro. Una società fisica decentralizzata. In fondo l'utopia della sicurezza dell'essere come si vuole è a portata di mano. Pensate ai vantaggi: se mandi un robot in macchina e ti schianti, beh è il robot a rimetterci, non tu. Se hai la pancia, inutile andare in palestra, compri un robot con il corpo atletico ed il gioco è fatto. Nessuno saprà mai come sei veramente. Quindi scegliere che il replicante ti assomigli davvero è una tua scelta. Così via a divertirti con le sembianze di un modello in discoteca o facendo sesso con altri robot. Tanto l'interfaccia neurale ti restituisce tutte le sensazioni che il robot raccoglie nell'ambiente in cui tu lo (co)mandi. Tu vedi quello che vede lui, senti quello che sente lui. Il film sorvola sull'accuratezza di questo meccanismo, ma ne fa intuire che è sufficiente per divertirsi e svolgere le attività quotidiane.

Tante cose accadono al nostro Bruce Willis, che nel film è perfettamente a suo agio, ed è davvero divertente vederlo con il parrucchino in testa quando il suo robot va a spasso per la città.

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Il film parte investigando su "morti" sospette di persone che pilotano i robots, si può morire per una disconnessione? Ovviamente no, ma come spiegare le persone morte dopo la distruzione di un robot? Difetto di fabbricazione? O c'è una macchinazione più profonda... non vi svelo i misteri della storia che è adattata da una graphic novel di Robert Venditti, illustrato da Brett Weldele. La graphic novel è più "matura" e psicologica, ovviamente qui il regista Jonathan Mostow ci mette dentro azione e giallo per incassare di più, ma lo preferisco in definitiva al suo Terminator.

L'interrogativo post-umano più interessante è: sarà questa la soluzione per evitare che le macchine dotate di intelligenza artificiale si rivoltino contro i loro stessi creatori? Vogliamo davvero liberarci del nostro corpo e rompere le catene che ci legano da millenni alla nostra macchina biologica e vivere attraverso quella meccanica? Oppure i replicanti saranno semplicemente il prodotto più divertente dal 2050 con cui fare un giro qualche volta, così come usiamo la playstation?

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Vi lascio nelle mani dell'adrenalina il film (tratto da una graphic novel di Brett Weldele e Robert Venditti) dovrebbe essere in uscita il 5 gennaio 2010 lasciando a voi decidere quanto presto volete un futuro fatto di replicanti o se volete ancora andare in giro con il vostro "vecchio" caro corpo per la città.

Walter

Last modified on Tuesday, 01 December 2009 23:30
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