Ecco a voi un articolo “sbagliato”: non si fa un servizio su una rassegna di film che con stasera già doppia la boa di metà percorso. Sì, perché la Weird Tales su Rai 4 ha già aperto il vaso di pandora del fantastico più impervio due mercoledì fa, con la coppia di anteprime assolute The Room di Christian Volckman (regista francese già noto per l’ottimo fantascientifico animato in b/n Renaissance del 2006) e In Fabric del non meno talentuoso e ardito Peter Strickland (autore del notevole Berberian Sound Studio e del morboso The Duke of Burgundy).
Il primo titolo presentava una nuova casa per una giovane coppia ma con una stanza che ben corrisponde al sottotitolo italiano di “stanza dei desideri”, che materializza qualunque capriccio dei residenti nella casa, ma i cui doni possono esistere solo all’interno della casa stessa, fuori si autodistruggono in pochi istanti. Quando la donna nella stanza si crea il figlio che non riesce ad avere, la lotta di quest’ultimo per sopravvivere anche a danno dei suoi “genitori” mostrerà non pochi punti di contatto con lo spagnolo Los Cronocrimenes/Timecrimes di Nacho Vigalongo (del 2007), geniale rompicapo sul viaggio all’indietro nel tempo di un’ora di un uomo in un cottage in campagna, trattato secondo il principio di autoconsistenza di Novikov, secondo il quale il passato è immutabile ed è impossibile eseguire un'azione o provocare un evento che possa portare a un paradosso temporale.
Timecrimes era la visione di seconda serata che seguiva il grottesco Colossal, sempre del medesimo regista spagnolo del 2016, in cui una Anne Hathaway alcolizzata scopre di poter guidare a distanza le movenze di un terribile mostro kaiju a Seoul in Corea.
Ma torniamo alla prima doppietta del ciclo: è In Fabric ad avere la storia più interessante in verità; infatti il soggetto di un abito rosso maledetto che porta alla morte le donne che lo indossano rimanda a un racconto del Cornell Woolrich mystery, Sono pericolosa stasera (lo trovate nell’antologia Musica dalle Tenebre, Mondadori 1982), in cui le donne che vestono il diabolico abito rosso si trasformano invece in letali femme fatale per i loro uomini. Racconto peraltro già trasformato in telefilm (col titolo al maschile, Sono pericoloso di notte) nel ’97, nella prima stagione di The Hunger, serie di Tony Scott liberamente derivata dal suo capolavoro omonimo (da noi noto come Miriam si sveglia a mezzanotte), per la regia di Russell Mulcahy. Ma nel ‘90, dal medesimo soggetto era già stato tratto anche un lungometraggio di Tobe Hooper, dal titolo italiano di Il Vestito che uccide, con Anthony Perkins nel cast.
In Fabric, suddiviso in due episodi distinti, probabilmente non è il film di Strickland meglio risolto narrativamente, ma sfoggia una raffinatezza visionaria tutta Sixties che lo rende obbligatorio comunque (e che vedete nel banner in alto).
I film in programma stasera su Rai 4 per la terza puntata del ciclo non sono invece inediti: Lucky, debutto della regista Natasha Kermani del 2020 era già passato sul piccolo schermo, offrendoci l’originale trattazione ancora una volta ricorsiva di una donna che si difende da un aggressore notturno, che ogni volta lei uccide ma ogni volta sparisce risultando invisibile alla polizia e tornando però a minacciarla la sera seguente: sarà reale o frutto della sua immaginazione? Anche questo un film affascinante come concept sull’ossessione della violenza sulle donne, anche se non perfettamente risolto sul piano della sceneggiatura.
Lo segue L'uomo senza sonno (The Machinist), film del 2004 di Brad Anderson già ampiamente proiettato, con il macilento operaio meccanico Christian Bale (accompagnato da Jennifer Jason Leigh), impossibilitato a dormire per il rimorso di un incidente da lui stesso causato in passato. J
La rassegna chiude in bellezza mercoledì prossimo, che propone alle 21:20 in prima visione il duro The Domestics, diretto da Mike P. Nelson, nel quale in un presente distopico quel che rimane degli Stati Uniti dopo un attacco chimico autoinflitto è nelle mani di bande armate di predoni che si sono impossessati del territorio applicando la legge della violenza. I sopravvissuti che hanno deciso di sottrarsi a queste ostilità sono definiti appunto “Domestici”, come la coppia sposata Mark e Nina, in viaggio alla ricerca di un rifugio sicuro verso Milwaukee.
In seconda serata il pure già noto – ma particolarissimo – cupo fantathriller Franklyn (2008), di Gerald McMorrow con Eva Green, Ryan Philippe e Sam Riley: in una Londra fuori da ogni coordinata temporale si aggira Esser, un padre disperato per la scomparsa del proprio figlio, invece Milo si muove nei suoi ricordi alla ricerca del suo primo e purissimo amore, mentre Emilia è una studentessa d’arte bellissima e tormentata. Allo stesso tempo, a Meanwhile City, il vigilante mascherato Preest scorrazza per la metropoli in cerca di vendetta. Cosa unirà le quattro storie?
Franklyn circola già in dvd italiano da anni (è anche nella mia personale collezione), ma se non l’avete visto merita senz’altro la vostra attenzione.
E perché dunque noi vi parliamo di tutto ciò con tanto colpevole ritardo? Perché attendevamo il ritorno dal Far East Film Festival appena conclusdo di Leopoldo Santovincenzo, ideatore della rassegna e responsabile della programmazione cinematografica di Rai 4, il quale ci ha anticipato finalmente i titoli ancora in arrivo spiegandoci il concept del ciclo: “Volevamo esplorare un’area di confine di un fantastico ibrido, che non è esattamente fantascienza né esattamente horror, fantasy o thriller, anche se tutti questi elementi sono presenti in varia misura nel cocktail dei titoli della rassegna. È un po’ il mondo definito dalla storica serie Ai Confini della Realtà di Rod Serling cui contribuirono pezzi grossi del fantastico come Richard Matheson, Charles Beaumont e Ray Bradbury, per il quale appunto calza a pennello il riferimento del titolo della rassegna all’ancor più storico principe dei pulp magazine americani degli anni ‘30”.
Buone bizzarre visioni di quel che resta da scoprire, recuperate il resto se l'avete perso.
Mario G