“L’individuo riceve un’immagine e l’energia che contiene.
Prima o poi diverrà tutt’uno con lei,
e per suo tramite sarà d’un tratto trasformato”
(Joan Skinner)
Minuti interminabiliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii............. posizioni sospese..................................................................... nell’ariaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa… a pochi centimetri l’uno dall’altra. Ma a lungo senza toccarsi.
Sembra un’assenza di comunicazione, ma i due – coppia anche nella vita – stanno carezzando la sfera d’energia che tiene unita una coppia.
“Rendere visibile il campo di energia tra un uomo e una donna, il respiro come via di comunicazione sottile”, lo definiscono loro. “Una coppia si rapporta nel tempo attraverso relazioni di proporzione, di magnetismo, di ritmo, di unisono e cromatiche”.
Due oreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee, tutte…biancheeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee… Potrebbero essere due minuti o due anni.
“Tutti i movimenti nascono unicamente mediante la condivisione ininterrotta di un’unica fonte nucleare che li trattiene uniti”.
Lui vestito di nero, lei pure, all’inizio. Poi esce dall’abito in un buffo costume da pollo. Poi nuda. Aperta a croce davanti a lui/a noi (foto in apertura). Poi addobbata da lui con finimenti e un curioso paraschiena vagamente shibari per farla rotolare come una testuggine sulla spiaggia (foto sopra a destra e qui sotto a sinistra). Poi con un corsetto e un elmo che evocano un guerriero spartano (sotto a destra).
Per finire chiusi insieme in un igloo fumante d’intimità. La “fonte nucleare” che tiene uniti i due ora è pienamente condivisa.
Cosa significano queste immagini? Nessun simbolo preciso, nessuna metafora intenzionale. Sono visioni riportate nel mondo concreto attraverso la pratica del sogno lucido (chi ce l’ha, si rilegga gli articoli L’Onironauta di Nimiel e Fotogrammi da Sogno mio, su NeXT n. 16), che Francesca Proia (già assistente coreografa per la Tragedia Endogonidia dei Raffaello Sanzio) ha sviluppato attraverso la pratica dello yoga tibetano.
Un tema che torneremo ad approfondire con lei.
La seconda performance della serata di venerdì 9 al Teatro dell’Arte è un’improvvisazione in forma di duo: il glabro Franco Senica (qui a sinistra) danza libere forme astratte, striscianti, muscolari, urlate, tratte dal buto con reminiscenze di diverse arti marziali orientali o aliene.
Danza alla musica improvvisata da Paolo Angeli su una pazzesca chitarra acustica (che gli vedete suonare nella foto sotto a destra), su cui è montato un ponte supplementare con altre corde – per un totale di 18! – che la fanno somigliare a un sitar fatto in casa. Amplificata e suonata come un violoncello/orchestra, copulandoci attraverso un archetto da violino una miriade di molle, martelletti percussivi, pedali e distorsori, il musicista sardo riesce a cavarne suoni da chitarra acustica, elettrica, violino, sitar e suoni postumani indescrivibili.
E Senica corre, danza su (o sotto) un tavolo rosso, sbuca fra gli spettatori seduti per terra. Evoca belve fantastiche, ibride e contaminate, striscia ad aiutare il compagno, in difficoltà nel resettare i suoi marchingegni per un altrettanto improvvisato bis. “Meccanici al tempo della crisi”, definisce spiritosamente la preparazione Angeli, assicurandoci che “fa parte della performance”.
Sorprendente. Per non poter più dire che non c’è più nulla di nuovo nella musica.
La nona edizione della rassegna PULSI – corpi e suoni in tempo reale, dedicata all’improvvisazione e organizzata da Takla Improvising Group, prosegue al Teatro dell’Arte di Milano fino al 13 novembre (QUI il programma completo).
Potete uscirne autenticamente spiazzati, ossia senza sapere se avete assistito a un capolavoro davvero ‘avanti’ o a una follia fine a se stessa.
Ma se davvero cercate di vedere qualcosa di ‘oltre’ il consueto, invece che solo dirlo per riempirci la bocca… lì c’è.
Mario G
Nota: le belle foto in b/n di Francesca Proia/The Breathing Us riprodotte in questa pagina sono di Annalisa Patuelli