Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapïenza e 'l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate.
(Inf. III, vv. 1-9)
Le minacciose terzine di Dante, recitate dalla voce leggermente riverberata di (credo) Gassman ci introducono all’Inferno di Emilio Pelissari & Mariana/P, coreografi dei NoGravity e del Dante’s Hell in scena al Teatro Menotti di Milano fino al 3 ottobre.
Attraverso quella porta veniamo guidati “oltre lo specchio” nella loro dimensione non euclidea.
La loro Virgilio è la “principal dancer” Mariana/P – compagna del coreografo e music designer della performance – che porta noi e i danzatori in un caleidoscopio di figure geometricamente ardite, composte scivolando sul palco del teatro che, riflesso in uno specchio scuro a 45°, ci dà l’illusione di vederli camminare in aria nera, volare astronauti dimensionali, arrampicarsi su piramidi di corpi, montare scale di carne, stare in equilibrio sopra e sotto la linea di un palo filo teso da acrobati, in realtà poggiato a terra.
ANDANDO INTRECCIANDO
NUOTANDO MOLTIPLICANDOSI
Non aspettatevi una fedele illustrazione dell’infernal cantica dantesca: l’ardimentosa fantasia momixiana dei NoGravity avrebbe funzionato altrettanto anche se si fosse intitolata "Paradise Beach", "Body Extasy", "The Soft Machine" o magari... “Tronchi d’amanti selvaggi”1.
Il sense of wonder che a luci spente ci fa tornare bambini per un’ora in teatro sarebbe stato egualmente stupefacente, stimolante per il nervo ottico e per il rovesciamento della nostra percezione della prospettiva.
Però nell’intrecciarsi dei corpi in complesse e precisissime “ammucchiate” di masse muscolari guizzanti non possono non tornare alla mente le illustrazioni delle bolge del Doré (sopra a destra) e le corrispettive sequenze cinematografiche dell’Inferno muto di Giuseppe Liguoro del 1911 (fotogrammi qui ai lati).
NUOTANO SCIVOLANO S’INTRECCIANO SI MOLTIPLICANO
Musiche tum tum bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz di Giacinto Scelsi-Meredith Monk-Kraftwerk-Prodigy.
Speriamo che qualcuno di loro veda la coreografia architettata dai NoGravity sui loro suoni, perché sarebbero perfetti per un video clip da urlo alla Laurie Anderson.
TUM TUM BZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ TUM TUM TUM TUM TUM...
In scena con Mariana/P rotolano scivolano s’arrampicano formano/disfano geometrie sei... sessanta danzatori: Eva Campanaro, Francesco Saverio Cifaldi , Giada Inserra, Leila Ghiabbi, Antonino Casile e poi EvaCampanaroFrancescoSaverioCifaldiGiadaInserraLeilaGhiabbiAntoninoCasile e...
Che SCIVOLANOSCIVOLANOSCIVOLANO lungo una scalinata verso il Paradiso, NUOTANO in liquido cielo nero a riveder le stelle come vortice d’amanti lussuriosi trascinati da "bufera infernal, che mai non resta," che "mena li spirti con la sua rapina;" e "voltando e percotendo li molesta".
Un’ora di stupori multidimensionali.
Da non perdere.
Entro il 3 ottobre.
Poi 6 e 7 al Teatro Ristori di Verona, il 9 a Budapest (Festival d’Autunno), dal 26 al 31 al Teatro Olimpico di Roma.
Specchiatevi. Capovolgetevi.
MarG (concept/testo)
RobG (disegno/grafica)
AleF (periscopio spettacoli)
1) Il Tronco degli Amanti Selvaggi (qui accanto, sempre by RobG) è un dipinto immaginario, opera del pittore postimpressionista inglese Walter Sickert (storicamente sospettato d’essere stato Jack lo Squartatore), posseduto dallo spirito di Edward Hyde all’interno del mio romanzo inedito Hyde in Time.