Ma quante cose ha fatto 'sto David Lynch nella vita?! Noto ai cinefili di tutto il mondo per la sua personalissima filmografia dell'inquietudine esistenziale e dell'incubo tout court, il regista del Montana era già stato protagonista di una grande retrospettiva alla Triennale di Milano, che aveva fatto conoscere ai suoi fan anche i suoi cortometraggi meno noti, le foto, i dipinti, le installazioni "abitabili", gli schizzi etc.
Di recente, abbiamo scoperto anche la sua vena musicale di cantante-chitarrista, grazie agli album di canzoni Blue Bob e Crazy Clown Time (dal cui video clip linkato al titolo provengono i due still qua sopra), l'uno prodotto con John Neff l'altro con Dean Hurley: non dei capolavori immortali ma delle curiosità piacevoli nel campo delle atmosfere che ritroviamo nelle colonne sonore dei suoi film, condite con ampio impiego di elettronica vintage (vocoder etc.).
Ora il MAST del capoluogo emiliano ci serve, fino al prossimo 31 dicembre, una mostra di 124 fotografie di lugubri impianti industriali, The Factory Photographs appunto, scattate dal Maestro tra il 1980 e il 2000 a Berlino, in Polonia, in Inghilterra, a New York City, nel New Jersey e a Los Angeles (ne vedete qualche esempio in anteprima ai lati dell'articolo). La passione quasi ossessiva per comignoli, ciminiere e macchinari, per l'oscurità e il mistero - come recita il comunicato do presentazione - ci trasporta immediatamente in scenari che sembrano presi di peso dagli extra di Eraserhead: in un arco di tempo di oltre trent’anni, Lynch ha fotografato i monumenti decadenti dell’industrializzazione, edifici in laterizio decorati con volte, cornicioni, cupole e torri, finestre e portali imponenti, impressionanti nella loro somiglianza con le antiche cattedrali. Rovine di un mondo che va scomparendo, in cui le fabbriche restano appunto come scenografie per storie cariche di quell’aura emozionale caratteristica dei suoi film.È come se la fuliggine, i vapori o le polveri sottili che avvolgevano quei luoghi si fossero posate sulla superficie della carta: ne risultano immagini di straordinaria potenza sensoriale, come disegni fatti a carboncino, in cui il nero carico delle linee nitide, grafiche, taglia il grigio scuro dei campi. E in cui appunto l’inconfondibile cifra del Lynch esploratore dell'incubo su pellicola a 35 mm si svela in modo suggestivo nei soggetti scelti, nelle atmosfere, nelle nuance di colore di mondi arcani e surreali, nelle sequenze oniriche. Fanno parte della mostra un'installazione sonora dell'artista ed una selezione dei suoi primi cortometraggi, forse un po' meno noti al grande pubblico, che verranno proiettati a ciclo continuo all’interno del percorso espositivo: Industrial Soundscape, Bug Crawls e Intervalometer: Steps.
Inoltre, nelle giornate di apertura straordinaria, verrà proiettato nell’Auditorium del MAST il film Industrial Symphony #1: The Dream of the Broken Hearted con Nicolas Cage, Laura Dern e le musiche di Angelo Badalamenti e Julee Cruise. In occasione della mostra - a cura di Petra Giloy-Hirtz, in collaborazione con il MAST e la Photographers’ Gallery di Londra - verrà stampato un catalogo contenente 34 immagini tratte dalla mostra Factory Photographs, 14 delle quali inedite, con testi di Petra Giloy-Hirtz e Urs Stahel.
Invece, il volume completo David Lynch: The Factory Photographs di Petra Giloy-Hirtz, pubblicato da Prestel Verlag, Munich-London-New York, 2014, sarà disponibile all’ingresso della Gallery.
Contemporaneamente, la Cineteca di Bologna dal 25 al 27 settembre, dedicherà al regista una retrospettiva dei suoi film, di cui QUI leggete il programma.
Se ve ne mancasse qualcuno (a parte vergognarsi)... sapete cosa fare!
Mario G