“Capisci le informazioni di sesso e dolore allora perché fai domande?”
(William Burroughs, Il biglietto che esplose, Adelphi)
"Tu hai visto come il sesso può rovinare delle vite. Ma si amavano, ecco cosa ti ha confuso. Perché tutto quel parlare di sesso che significa amore? ...".
Un dialogo fra un lui e una lei, dicevamo nel precedente articolo. Svelato il mistero: lui è il funzionario della censura (Gaetano Callegaro), lei la regista di un film hard (Giovanna Rossi) che ambisce al visto per essere proiettata in tutte le sale normali, perché il suo film è "importante per l'umanità".
Quindi, il consueto scontro anni '70 fra artisti che ambiscono spezzare gli argini della libertà espressiva e occhiuti burocrati del "buon gusto" di massa?
No, perché il testo è del '97, Anthony Neilson appartiene alla corrente britnnica dei rabbiosi Mark Ravenhill (Shopping and Fucking), Sarah Kane (Blasted), Martin Crimp (Tenero + Crudele) etc.: gente che mette sul palco stupri, incesti e violenze senza remore. La censura in quanto 'battaglia politica di libertà espressiva' per questa generazione è solo un lontano ricordo, come l'isola di Wight, Mary Quant e le colonie in India.
Ma... il punto è: siamo sicuri che il testo parli proprio (o solo) di sesso? Per esempio, il dialogo è un vero dialogo, o non forse un... doppio monologo? Allora, il sesso come grimaldello per scardinare la camera stagna delle relazioni che non abbiamo più?
"Sei tu che non riesci a mettere insieme i due (sesso e amore, NdR). Se lo sapessi fare non staresti più con tua moglie da un pezzo".
E questa donna, la cui sicurezza mette in crisi le fragili certezze del Censore, abita davvero lo spazio tridimensionale della scena o solo quello bidimensionale di uno schermo?
"Non soffiarla così, la battuta, però", dice il regista teatrale all'attrice teatrale. O al personaggio?
La pornografa è una proiezione della castrante moglie fedifraga del Censore (Marianna De Pinto, QUI in un breve clip di scena con Callegaro), oppure dei desideri reconditi di lui? O di ambo?
"No, per te il sesso è un mistero come lo è la felicità. E' una cosa che puoi solo guardare e invidiare".
Il porno è sullo schermo o nella nostra mente? Chi guarda tutte quelle clip che han reso internet una rete davvero 'mondiale'? Ma tutti noi, world wide voyeurs, che poi invochiamo pene severe per stupratori, papponi e pedofili, no?
"Quando tu ti siedi sulla sua scrivania, incroci le gambe", dice Syxty all'attrice durante le prove. "Poi ti giri un po' di taglio e una gamba la perdiamo... non si vede più. Dov'è?".
Finzione di finzione? "Tu ti siedi normale, poi dondoli un po'... poi ti vai a sdraiare. ...Però non ti chiudere troppo, capisci?".
Le citazioni dal testo di Neilson (traduzione di Imogen Kusch) sono riprodotte in questo e nel nostro precedente articolo per gentile concessione del Teatro Litta. Quelle di Antonio Syxty dalle prove in palcoscenico sono riprodotte per gentile concessione del regista. Le foto di scena che vedete ai lati, in ordine di progressivo svelamento dei personaggi, sono di Federico Cambria.
Le gambe dondolano o spariscono per gentile improvvisazione di Giovanna Rossi e Marianna De Pinto.
E Il Censore? Lui abita davvero il Teatro, come linguaggio di rappresentazione del mondo, oppure viene da Cosmopolis, dove tutti siamo bidimensionali, in quanto la nostra esistenza è tale solo sullo schermo di un computer, che riporta le nostre quotazioni aggiornate e le relazioni si strutturano sui social network, dove possiamo essere adolescenti lolite, gay o scambisti, religiosi o miliardari della finanza, a seconda del profilo che ci creiamo?
Ma cosa c'entra l'odissea del miliardario Eric Packer nel mondo surreale della finanza globalizzata con un confronto su desiderio e repressione sessuale, direte voi?
E voi siete proprio sicuri che parlino di cose diverse, dico io? Forse cambiano solo le metafore, ma per affrontare lo stesso discorso. Ossia il fatto che ognuno di noi è già "morto dentro il cristallo dell'orologio ma è ancora vivo nello spazio originario, in attesa che risuoni lo sparo" (Don DeLillo, Cosmopolis, Einaudi).
Ci vedremo domani alla prima? O forse anche voi siete solo una proiezione di me stesso, che mi scrivo addosso e apro e chiudo continuamente questo sito da solo per sentirmi un 'Autore'? Autore di che, di chi?
Cosa accadrà dopo la prima? Ci sarà... un'altra prima... poi un'altra... Come una scopata dopo l'altra nel nostro porno preferito?
Ci vediamo in teatro. Poi ci rivediamo qui. Io non esisto. La realtà è sul display.
Mario G