Come avrete già letto sul mio articolo ripreso nel blog MediaTrek dell'amico Ernesto Assante (rispetto al quale qui di seguito trovate le immagini relative a band e progetti citati, i link alle rispettive pagine web e maggiori dettagli su concerti alla Fiera e dischi Black Widow), la Fiera della Musica appena conclusasi a Milano è stata un'autentica celebrazione delle sonorità legate al progressive, anche perché tra i promotori della manifestazione c’è l’etichetta Black Widow di Max Gasperini, deciso alfiere del new prog e filologico scopritore di chicche di quello storico, italiano (dagli Osanna agli Spettri) e non solo (gli eponimi Black Widow o i numerosi rivoli in cui si dirama la nebulosa degli Hawkwind nelle carriere soliste e reunion parziali dei musicisti che hanno militato nelle loro plurime formazioni).
Infatti, diversi artisti avvicendatisi sul palco dell’Auditorium Testori sono della genovese scuderia: su tutti, svetta La Fabbrica dell’Assoluto, quintetto romano che si presenta (un po’ alla Devo) in tute blu da operaio per proporre brani del debut album 1984: L'Ultimo Uomo d'Europa (copertina qui a destra), ispirato all’immortale distopia orwelliana e animato da sonorità hard prog decise e dinamiche (e dalla notevole vocalità di Claudio Cassio), senza alcuna concessione alla leziosità o alla celebrazione dei ’70 che talvolta appesantisce il genere.
Star delle serate di venerdì 1 e sabato 2 sono state rispettivamente i The Trip e gli Anekdoten: The Trip è una storica band italiana pioniera della psichedelia e poi del prog, in cui nel ’66 militarono per breve tempo Ritchie Blackmore prima dei Deep Purple e il chitarrista Billy Gray, in seguito nei Buzz insieme al giovanissimo David Bowie (a sinistra la cover del loro capolavoro Caronte). Oggi l’unico membro storico è il 76enne, vigorosissimo batterista Pino Sinnone, che si è circondato di un giovane quartetto di voce, chitarra, basso e tastiere, dispensatore di un coinvolgente hard tra Deep Purple e Huriah Heep. Ma una menzione va dedicata anche ai brillanti Desert Wizard, in concerto venerdì prima dei The Trip col loro doom appunto delle pianure desertiche.
Con gli attesissimi svedesi Anekdoten (nelle due foto ai lati) – in cui oggi milita il chitarrista/cantante inglese Marty Willson-Piper, ex Church (al microfono in entrambe le immagini) – la musica si fa molto più ardita e innovativa: un’ispirazione crimsoniana spinta alle soglie di un nu metal cerebrale, impreziosito dalle tastiere e violoncello di Anna Sofi Dahlberg (e qua e là dello stesso Piper); questo è veramente il nuovo prog che rilancia le sonorità storiche in direzioni attuali e stimolanti, talvolta vicine anche a dei Porcupine Tree più rabbiosi.
Ma, oltre ai concerti, la Fiera della Musica 2018 – racchiusa nella conchiglia dell’incombente e fritzlanghiano palazzo della Regione – ha ospitato anche attività di formazione, scolaresche, concerti di orchestre sinfoniche: quella del Conservatorio, diverse orchestre formate da giovani e giovanissimi e l’Orchestra Classica Viva che giovedì 31 ha accompagnato Antonella Ruggiero (foto qui a destra). “L’obiettivo – spiega Verdiano Vera, organizzatore della manifestazione – è quello di disseminare fra i ragazzi, anche quelli delle scuole elementari, medie e superiori, che hanno partecipato con entusiasmo ai nostri laboratori, un po’ d’informazione sui tanti mestieri che compongono il prodotto musica che loro conoscono solo ‘finito’: quello del session man, del fonico, del produttore, dell’editore etc.; perché chi fosse attratto dall’idea di trasformare la propria passione in un lavoro impari a conoscere il mondo in cui si calerà”.
Ad esempio, erano presenti alla Fiera come espositori, oltre ovviamente ai produttori di strumenti musicali, ai venditori di dischi e alle web radio, anche studi di registrazione, istituti di formazione sull'acustica (come Accademia del Suono o CESMA) e una società pioniera nella (recentissima) liberalizzazione della gestione dei diritti d'autore extra SIAE (Soundreef).
Nell’area Musica e Innovazione invece sono stati presentati nuovi concept di strumenti musicali che puntano a tracciare il futuro della musica, come la Stealtharp, un’arpa costruita in lega di metallo (foto a lato), accanto agli espositori di Lira Calabrese artigianale, oppure come la batteria invisibile Aerodrums o l’Hyper Drumhead presentato dal suo ideatore Victor Zappi: un futuribile strumento digitale basato sulla manipolazione audio/visiva delle onde sonore, che trasforma in suoni percussivi i poligoni tracciati con le dita dal musicista su un pad di cristallo (v. foto a e video QUI) e si è aggiudicato il titolo di miglior strumento dell’anno alla Guthman Musical Instrument Design Competition 2018 di Atlanta. Una tecnologia che (come direbbe Arthur C. Clarke) lambisce la magia e, immaginiamo, farebbe la gioia di una Laurie Anderson (oltre che di uno scrittore di fantascienza), ma intanto interesserà sicuramente il Laboratorio di Informatica Musicale dell’Università degli Studi di Milano, partner della manifestazione insieme a Politecnico e IED.
Un ponte fra la storia del progressive rock dei Genesis ed Emerson Lake & Palmer coi loro primi Moog e il futuro del suono digitale, che ritroviamo anche nelle più riuscite sintesi discografiche fra prog, dark, metal e punk targate appunto Black Widow, come ad esempio il monumentale (e godibilissimo) triplo cd Tribute to the Madmen (Bowie/Bolan, come arguite dalla copertina qui a sinistra) interpretati da 25 band attuali: dal raffinato Paul Roland al neo dark dei nuovi Danse Society, dai turbolenti Death SS ai Mugshots - inossidabili star europee dello shock metal che offrono un potente dittico 20th Century Boy-Cat People - Sophya Baccini, fino ai citati La Fabbrica dell’Assoluto, Il Segno del Comando (originale la loro Ashes to Ashes), ma anche i giapponesi Elohim con una geniale Let's Dance jazzata (che da sola varrebbe il cofanetto) e molti altri. Fra i quali non si può non citare gli inglesi Landskap con una Look Back in Anger prog che sfida l'originale orgogliosamente grazie alla voce morrisoniana di Jake Harding, e le raffinate Rip Off/Warszawa dei genovesi Blue Dawn, con voce femminile e sax.
Oppure il recente doppio, densissimo album che fonde le sonorità alla Hawkwind del sasso-flautista Nik Turner con la chitarra dell’ex Chrome Helios Creed in un vortice spaziale che concretizza le affinità fra lo space rock degli uni e la new wave industriale degli altri sub nomine di Chromium Hawk Machine (copertina a destra). Inimmaginabile esempio della creazione di un possibile (auspicabile) nuovo genere dalle musiche del passato del rock, che nasce da un’etichetta italiana e di qui viene venduto ad appassionati nordeuropei, giapponesi e americani. In un certo senso, lo stesso crogiolo punk/prog/metal in cui è stata fusa la lega dell’ultimo Mugshots, che ospita Ruggeri accanto a membri dei Delirium, Venom, Death SS, Counting Crows, fino ai death metaller Nocturnus. Con esiti diversissimi, ma dando vita a uno dei dischi rock più originali dell’anno scorso.
Proprio il cammino che la musica italiana deve intraprendere a livello di sistema complessivo, oltre che di puro coraggio artistico, per recuperare sulla scena internazionale il ruolo che dovrebbe avere e che da anni ormai esiste solo nel campo della lirica o della melodica tradizionale.
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Mario G
P.S.: le foto live degli Anekdoten sono di Matteo Ceschi.