Marco Marchetti recensisce l'inedito horror a episodi: una lettera a regista, per snocciolare 26 corti "de paura", dalla A di Apocalypse alla Z di Zetsumetsu.
Il thriller subconscio di Danny Boyle è uno spettacolare ottovolante nei labirinti della mente, ma troppo patinato e compiaciuto dei suoi twist di trama per turbare veramente anche le nostre, di menti.
Il survival thriller di Gonzalo López-Gallego parte come The Cube, sfiora Romero e finisce apocalittico-epidemico, ma ci tiene in sospeso fino all'ultimo su cosa stia accadendo e chi siano i buoni o i cattivi.
Il terzo film della saga del nerboruto ricercato interplanetario torna alle origini su un pianeta infestato di mostri e sfoggia tutti gli ingredienti di un classico western in ambientazione spaziale.
The Purge di James DeMonaco fonde distopia sociale, film d’assedio e giustizieri metropolitani, vibrando un colpo all’America dei cow boy, ossessionata dalle armi.
Davide Stanzione recensisce il kolossal zombesco fortemente voluto - e dominato - da Brad Pitt e tratto dal libro di Max Brooks, con troppe semplificazioni rispetto a una trama complessa e poca tensione filmica.
Il thrilling di Zampaglione è un appassionato ed efficace omaggio alle atmosfere argentiane dei '70, ma non sfrutta a fondo lo spunto sovrannaturale del titolo.
Secondo film col glaciale Ryan Gosling protagonista, il noir all’orientale del danese è più astratto e sperimentale di Drive. Immagini cupe e bellissime per un film che ha diviso i giudizi.
Il secondo film di Nick Murphy è un grande giallo dostoevskjiano, in cui la violenza su un indiziato innocente innesca un drammatico cammino di espiazione. Profonde psicologie come sempre meno se ne vedono sullo schermo. In sala dal 27 giugno.
Il nuovo film di Park Chan-wook è un noir psicologico-familiare hitchcockiano ed estetizzante, ma con molte zone d'ombra nelle psicologie dei personaggi. In sala dal 20 giugno.
Con la ripresa del mito stregonesco di Salem, Rob Zombie firma il suo film più allucinatorio e personale, dopo gli esordi citazionisti e i remake di Halloween di Carpenter. Scene in anteprima.
Davide Stanzione recensisce l'horror familiare di Andres Muschietti prodotto da Guillermo Del Toro: tra l'orrore ancestrale di Medea e della madre-strega e le suggestioni del j-horror recente.
Marco Marchetti "sculaccia" Sam-superstar-Raimi, per l'adattamento del classico di L. Frank Baum in chiave hollywood-fantasy-pseudoburtoniana. Un regista sopravvalutato da ridimensionare?
Marco Marchetti recensisce la brillante fiaba fantasentimental di Juan Solanas, figlio dell'argentino Fernando, che dal padre sembra aver succhiato l'immaginario dolcemente surrealista.
Mentre l'Italia s'interroga stranita su "chi mai avrà votato ancora quella feccia", l'Academy è stata più ecumenica con gli Oscar. I premi e il commento di Davide Stanzione alla notte più seguita al mondo.
Nel nuovo metacalderone western di Tarantino, il vendicatore ispirato al Django di Corbucci si fonde con l'eroe nibelungo nel suo film forse più ambizioso e formalmente consapevole. La recensione di Davide Stanzione
Gli stessi attori impersonano personaggi diversi in un groviglio di storie dall’800 al 2300 nell’ambizioso film by Watchowsky Bros & Tykwer, tratto dal complesso romanzo di Mitchell.
Davide Stanzione recensisce il nuovo film "esistenzial-meta-artistico" del regista siciliano con cast internazionale. Un thriller metafisico sul rapporto fra arte e passioni 'reali'.
Tra intuizioni visionarie e le ormai consuete sciatterie narrative, articolata analisi dell'ultimo, discussissimo Dario Argento da parte di Marco Marchetti.