La proiezione (in lingua originale, come d'uso al Cinema Beltrade di Milano) sembra una celebrazione dell'8 marzo: coppie e gruppi di ragazze riducono la presenza di noi maschietti in sala a non più di cinque "infiltrati" in una festa privata per sole donne, come non mi pare sia mai accaduto in passato per noir di duri e femmes fatales con espliciti elementi erotici che potrebbero essere citati come precursori dell'atteso thriller al femminile. Interpretato dalla potente Kristen Stewart, coll'occhio sempre a mezz'asta come se fosse ottenebrata o sofferente (o ambo), la muscolare wrestler passionale Katy O'Brian senza freni, la tonta rivale Anna Baryšnikov, Jena Malone, moglie innamoratissima dell'odioso marito violento Dave Franco, più l'orribile Ed Harris padre odiato della Stewart e contrabbandiere d'armi capelluto alla ZZ Top (ai lati locandina italiana e internazionale del film, sopra il titolo uno still delle due protagoniste, qui sotto il trailer).
Penso a cose come Brivido Caldo, The Hot Spot o Perdita Durango, Black Snake Moan (locandina a destra), tanto per dire, prima di quel Bound (Torbido inganno da noi, locandina a sinistra) dei fratelli Watchowsky (sotto il trailer originale se non ricordate il loro esordio pre-Matrix) che - per la tematica della coppia lesbo che si mette contro una temibile gang di criminali maschi - è l'antesignano più vicino al film di Rose Glass (a dispetto del più diffuso riferimento a Thelma & Louise di Scott, per la coppia femminile in ambientazione desertica-on the road americana).
Sign o' the times, si dirà, ma fin qui siamo al dato folkloristico, che non deve prevalere sulla valutazione dell'opera: la quale si può riassumere in un caldo (hot) consiglio a non lasciarsi sfuggire il sudato e muscolare noir della Glass, anche se si è eterosessuali "all'antica". Perché la torrida vicenda di Lou e della sua nuova fidanzata dal muscolo guizzante, pronta all'omicidio passionale e alla vendetta, intrecciata a un torbido nido di vipere familiare fatto di traffico d'armi, corruzione di sbirri, eliminazione spiccia dei rivali e violenze domestiche è molto più intensa di un semplice fumetto pulp, come tende ad esser presentata. E ben servita da tutti gli interpreti, protagonista in testa: dei personaggi "buoni" (le due amanti disperate su tutti) come dei "cattivi" (gli uomini in genere) e delle vittime, al punto di non farci neanche sentire il peso di questo manicheismo.
Cinematograficamente ci restituisce quel Tarantino a tinte forti (quelle dei neon del fetido ambiente in cui si snoda la trama) che tanto ci manca ormai, quello fra Le Iene e Pulp Fiction (in cui peraltro osava far sodomizzare il povero Marsellus Wallace), per capirci, con l'incredibile trasformazione gargantuesca finale di Katy che fa il paio col famoso maestro di kung fu che con una capriola volante atterrava sul filo della spada di Uma Thurman (Kill Bill 2).
Sociologicamente - ma immagino che qui sia del tutto incidentale e frutto di uno sguardo europeo sull'America mostrata - il film è anche il miglior saggio da osservare per capire "ma chi mai potrebbe ancora votare uno come Trump", se ve lo state domandando anche voi: un sottomondo provinciale, sudaticcio e testosteronico, pieno di birraccia e armi a portata di mano di qualunque testa calda si metta in mente di "difendersi dagli stranieri fuori di cervello" che anche laggiù (ci troviamo nel New Mexico) vengono sventolati come scusa per tirare il grilletto.
Cioè pieno di vuoto, anche se non così minoritario come ci illudiamo, temo; e credo che purtroppo ciò non dipenda dalla visione "iper-femminista" della regista, che dal canto suo garantisce alle sue protagoniste la riappropriazione di tutte quelle icone maschili classiche: muscoli, armi, slancio verso la vendetta punitrice dei cattivi e l'uccisione simbolica del padre necessaria per superare il "patriarcato". Come fa MaXXXine, come in fondo fa anche Bella alla fine di Poor Things.
Probabilmente insopportabile per i cultori del politically correct chiaroscurale, capaci di rimanere svegli davanti a una lagna tipo il britannico Estranei, Love lies bleeding è scorretto assai e non ci nega nulla anche dei rapinosi slanci erotici delle sue protagoniste. Sarà merito delle attrici, ma le loro passioni suonano autentiche, a dispetto di tutto il pulp sopra le righe (molto) della vicenda. Quindi alla fine partecipiamo anche noi al loro amplesso sfrontato.
Da qualunque sesso le osserviamo.
Ambientato nell'89 (e qui non saprei dire la vera necessità), il film sfoggia anche l'immancabile, ricca colonna sonora irta di brani electro dance (originali di Clint Mansell), anche se non vi sentirete l'immortale (e indicatissima) Smalltown Boy dei Bronski Beat, che accompagna solo il trailer del film.
Mario G