“Per certa gente la realtà non è mai abbastanza”
(T.E.D. Klein)
La citazione qui sopra – tratta dalla novella lovecraftiana Il Dio di Nadelman (in Gli Dei delle Tenebre, Oscar Horror Mondadori, 1990) – potrebbe ben fungere da motto filosofico di tutti noi, intendo noi scrittori, fumettisti, registi, votati al fantastico come da una chiamata mistica, peraltro generalmente incomprensibile ai più in quel mondo “normale” fatto di realtà quotidiana concreta, prevedibile, alla fine... intollerabilmente banale e angusto.
“Ma perché proprio la fantascienza?”, ci si sente, quasi come se fosse una piccola colpa, che magari si può anche perdonare se uno ha una buona ragione per giustificare al mondo normale cosa l’abbia spinto a immaginare mondi futuri, apocalissi paventate, mostri che ci terrorizzano dietro l’angolo del pensiero razionale.
Ecco, forse il motivo è proprio quello: noi non ce la facciamo a rassegnarci che alla fine la realtà sia tutta qui: in uno schermo tv acceso noi vediamo subito spalancarsi una dimensione parallela in cui si proiettano i film che ci siamo immaginati e nessuno ha ancora girato, in cui forse verremo inghiottiti dai nostri stessi mostri, ma siamo disposti a correre il rischio piuttosto che arrenderci al fatto che “è tutto qui”. Se sentiamo un disco ci proiettiamo in viaggi on the road verso frontiere immaginarie, avamposti cosmici, o case isolate nel bosco dove immancabilmente...
È da questa intesa filosofica che è nata la collaborazione fra Roberta Guardascione e Mario Gazzola per la creazione della versione illustrata di Situation Tragedy, ideale metafora della reclusione pandemica attuale (originariamente pubblicata su ebook nel 2012), che speriamo di vedere pubblicato presto e di cui vi mostriamo una galleria d’assaggio QUI.
I tempi sono stati più lunghi del previsto (il momento è quel che è), ma il sodalizio fruttuoso s’è rinnovato espandendo l’universo narrativo di Situation Tragedy nel nuovo concept di Palindrome, che forse avete assaggiato sul numero di gennaio di ReWriters MagBook a cura di Antonino Saccà dedicato al fumetto, di cui un paio d’immagini sono filtrate anche nella puntata n. 11 di Wonderland (15/12/2020), sul finale zombesco del Sound Invaders dedicato a Marilyn Manson.
Palindrome rappresenta anche un nuovo metodo di lavoro del duo Mario-G-Rob, in quanto non si tratta di illustrare con dei disegni una storia (o una sceneggiatura) preesistente, ma le immagini scaturiscono da una vera “rielaborazione fantastica a cut-up” (una riscrittura, direbbero i ReWriters appunto) della realtà: Mario scatta foto di prospettive urbane futuribili, Roberta libera le astronavi celate in una prosaica lavanderia a secco, gli zombie dalle nebbie di una piazza desolata dal lockdown, le divinità oscure che riposano nelle architetture geometriche, osserva gli spazi siderali dal telescopio formato da un grattacielo rovesciato e così via (come vedete nell'esempio qui sotto).
La storia nascerà quindi dalle immagini e non il contrario: e Palindrome promette di sbocciare presto in una “fantastica” versione multimediale, come booklet illustrato di un lussuoso album in vinile di fantacover rock di cui speriamo di svelarvi presto nuovi succulenti dettagli (ma intanto potete godervi la relativa photo gallery sempre allo stesso link).
Dalla creazione artistico narrativa più ardita alla comunicazione commerciale: sono infatti opera di Roberta G anche i disegni animati da Walter nel video della prima campagna Google ads della recente agenzia virtuale LiquidSky Agency di Gazzola & L’Assainato (il cui brand name tra l’altro proviene da un film di sci-fi underground dell’82), disegni che vedete anche illustrare l’home page del sito e i servizi offerti.
Ma il fantastico è una metafora funzionale anche per i più “materialistici” orizzonti della comunicazione d’azienda?
“Comunicare significa trasmettere un messaggio, esprimere un'idea, raccontare una storia", risponde Roberta. "Da questo punto di vista il meccanismo non è differente da quello che succede in letteratura. Borges ci insegna che la letteratura ha una tradizione fantastica che attinge alla mitologia: quella è la fonte delle metafore più potenti di ciò che oggi va di moda chiamare appunto ‘story telling’, che come tutti sappiamo è la spezia più ambìta proprio dalla comunicazione aziendale."
(qui sopra, il disegno originale per la copertina dell'antologia I miei compagni di viaggio, a cura di Vanni Mongini, che vedete nella photogallery Varie, da noi qui accostata al dipinto Attraverso uccelli attraverso fuoco ma in nessun modo attraverso dei di Yves Tanguy, NdR)
"L'immagine è il linguaggio universale che non ha bisogno di traduzioni, basta avere gli occhi per fruirne, è il modo di comunicare più veloce che si conosca, per questo con la sua potenza possiamo trasmettere ogni tipo di informazione. Le avanguardie artistiche del Novecento hanno sdoganato il confine tra la cultura alta e quella di massa, infatti anche i futuristi fecero immagini per le prime pubblicità del XX secolo, Andy Warhol sull’immaginario del marketing americano fondò la sua corrente della Pop Art. L'arte si è sempre prestata alla comunicazione di un messaggio, perché sempre legata al mondo delle committenze: pensiamo ai ritratti che gli artisti del Rinascimento facevano ai nobili o ai papi, era propaganda, lanciavano uno slogan, quello del potere."
(nella mini gallery qui sopra, la celeberrima lattina di zuppa Campbell's di Warhol e la sua epigona di Steven Wilson per The Future Bites, accanto la lattina "appiccicosa" per la copertina spagnola dell'album Sticky Fingers dei Rolling Stones, la cui versione originale era ancora una foto in b/n di Warhol, anche se di tutt'altro... contenitore, NdR)
"Creare un'immagine pubblicitaria comporta un certo studio psicologico del target a cui è destinata", continua Roberta. "Bisogna in qualche modo addentrarsi nell'inconscio delle persone e, in fondo, l'esplorazione della mente è uno dei cardini del processo artistico: pensiamo ai surrealisti, che della coscienza onirica hanno fatto il proprio manifesto estetico. Come dice James G. Ballard, un pilastro della fantascienza new wave, il Surrealismo ci offre una crepa nella realtà per indagare il nostro mondo interiore, ciò che appunto fa la letteratura fantastica: scava nei nostri desideri e nelle nostre paure. Anche la pubblicità usa l'inconscio come arma per far emergere i nostri desideri più profondi. Cambia il fine, perché la buona letteratura non ha un intento direttamente mercantile, ma le leve che smuove un efficace story telling sono le stesse. Anche ideare la copertina di un romanzo in fondo è fare pubblicità: bisogna creare un'immagine che affascini il potenziale lettore, che infine è il cliente del libro, rivelandogli in un solo quadro una sintesi del mondo che troverà inoltrandosi oltre il frontespizio a pagina 1.”
(nella mini gallery qui sopra, L'Europa dopo la pioggia II di Max Ernst, utilizzato come copertina per l'album 3eesus degli italiani Beesus e la copertina del romanzo Foresta di Cristallo di Ballard, chiaramente ispirata al dipinto, NdR)
E come si declina dunque l’immaginario fantastico in questo campo, in cui l’obiettivo è quello di attrarre il potenziale cliente, non certo di spaventarlo con i mostri dietro l’angolo buio?
“Il mio processo creativo non cambia sostanzialmente a seconda dei soggetti: io immagino un mondo e lo costruisco con il materiale che ho a disposizione, si tratta in fondo sempre di raccontare una storia e capire quali emozioni voglia esprimere. La campagna LiquidSky doveva suggerire leggerezza e positività, rappresentare dell'aria fresca anche nel clima generalmente irrespirabile che ci circonda, che non è causato dalle sole mascherine che siamo costretti a portare. È stata una bella sfida per me alleggerire la tavolozza dai toni abitualmente minacciosi e apocalittici che contraddistingue i miei lavori con Mario G., ripulirla dal cyberpunk cupo e sanguinario di Situation Tragedy e dalle geometrie impazzite di Palindrome, per calarmi in un universo sci-fi dagli orizzonti più speranzosi, meno punk se vogliamo e, come dire, più... “chill out”, mi passate questa metafora musicale? Quindi ho messo da parte i rossi sanguigni e dato spazio alla gamma del blu che porta con sé tutta la levità che LiquidSky vuole trasmettere ai propri clienti, modellandolo su immagini semplici in linea con il messaggio positivo, pur pescando sempre da un'iconografia fantascientifica, quella classica della conquista del futuro.
Il risultato potete giudicarlo voi stessi, non c'è traccia delle atmosfere distopiche che viviamo nella realtà, piuttosto l'imagerie LiquidSky potrebbe essere accostata alla più ottimista corrente fantascientifica oggi in voga, il cosiddetto solar punk.”
Restate connessi. Se ne tornerà a parlare presto anche in una prossima Finestra di Antonio Syxty.
In attesa, se volete approfondire il rapporto di quest'immaginario con la musica qui solo accennato, potete rivedere QUI e QUI il Sound Invaders di Mario G in due puntate su fumetti e copertine di dischi. A Wonderland, naturalmente!
Posthuman Staff