L'antologia di Pier Luigi Manieri (in uscita per P.S.) raccoglie cinque racconti che spaziano dal soprannaturale all’apocalittico, dal thriller allo spionaggio all’horror, ma sempre ambientati in una Città Eterna molto "cinematografica".
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È veloce. Molto. Punta dritto verso la parete.
Ma gli sono dietro. Non puoi sfuggirmi.
Si gira, volto beffardo. Solleva un braccio, solleva un dito mi manda a fare in culo.
- Non mi prenderai mai! -
Ma sì che ti prendo.
Passa attraverso la parete. Controlla la densità molecolare.
Maledetto mutante. Maledetti mutanti!
Attivo i bilanciatori di salto negli anfibi.
La partita non è ancora finita.
Imprimo la spinta. Sono oltre il muro, quattro e mezzo, forse cinque metri.
- Cazzo, noo!!-
Una colonna. Porto le gambe in avanti. Ammortizzano l’impatto, roteo su me stesso.
Atterro su ginocchio sinistro e mano destra. Nella sinistra la pistola a micro onde.
Incosciente. Sono stato un incosciente. Mai saltare senza aver scandagliato oltre l’ostacolo...
Sto perdendo colpi? Sto perdendo lucidità. Faccio questo da troppo tempo. Può darsi ma sono ancora il migliore.
Sono l’unico!
Bene, bene. Siamo tutti qui, a vedere Bracco Baldo Show! Dove sei? Tanto ti trovo…
Il visore ad infrarossi non lo rileva. Densità molecolare vicina allo zero. Sei bravo, lo ammetto ma adesso tocca a me».
Il brano qui sopra è tratto da
L’ultimo Della Specie, racconto imperniato su un gladiatore in un mondo al collasso e compreso nell’antologia
Roma Special Effects - vampiri, mutanti, supereroi e altre storie – di
Pier Luigi Manieri (nella foto a destra). Antologia che scorre attraverso generi e sottogeneri d'evasione, laddove l'evasione è concepita come un meta-contenitore all'interno del quale si collocano l'avventura, l'horror, il giallo, la fantascienza,il fantasy e l’urban, lo spionaggio, ambiti concomitanti sia pure definiti da registri differenti. Il titolo è di per sé evocativo, ancorché sia un'astrazione del tema.
Gli effetti speciali sono dunque una suggestione ma anche un'attualizzazione che ci ricongiunge metalinguisticamente a quel collegamento iper testuale che ormai collega il film col libro, fumetto, cartone animato, serie televisiva fino al videogioco di ultima generazione, spiega l’autore nelle note al volume, edito da P.S..
L’antologia tenta di "ridisegnare" alcuni confini, fra cui per esempio il sottogenere dei supereroi: se da un lato ne sperimenta le possibilità da un punto di vista letterario sotto forma di racconto; dall'altro, prova a vederne la collocazione in uno scenario italiano, apparentemente inusuale per i canoni del genere ma tutt’altro che fuori luogo. Allo stesso modo, la fantascienza collocata in uno scenario come le rovine romane, si rinnova, amplia le sue possibilità, riscrive coordinate altre, anche paradossali che ne alimentano l’estetica. Seguendo lo stesso tracciato, l’autore riscrive l’action e l’horror, ponendo sempre di sfondo la Capitale. Protagonista silenziosa delle avventure di inediti eroi: il gladiatore nel mondo crepuscolare di cui sopra, una spia coinvolta in una mortale “caccia al tesoro”, un vampiro avversario di un guerriero maledetto e immortale, un naufrago in una Terra al collasso, un supereroe notturno, misterioso, implacabile e inafferrabile. Eccolo:
«La Ferrari Dino 246 GTS del ‘73 è un dardo cremisi che saetta lungo Via dell'Agricoltura, alberato vialone dell'Eur che s'incrocia con Via delle tre Fontane. Sulla sinistra i campi sportivi del Coni, sulla destra il LunEur, un tempo il secondo parco dei divertimenti più grande d’Europa, ora, rovine ludiche abitate da fantasmi di sogni infantili.
Il bolide curva a destra praticamente senza rallentare, taglia il semaforo rosso e procede verso la bocca spalancata del ponte su cui scorre la Cristoforo Colombo, autentico, ininterrotto flusso ematico di metallo in entrata e in uscita da Roma. Capitale d'Italia. Nel bene come nel male.
La figura nell'abitacolo è una macchia nera, inserita, ad eccezione degli occhi, all'interno di una tuta monocromo. Come una simmetrica linea di sangue, il pezzo degli scacchi sagomato sul petto è, l'unico elemento di distorsione cromatica, nell’oscurità assoluta del costume.
Definisce i contorni di quello che è divenuto nel tempo più di uno stemma.
...Per le forze dell'ordine è un enigma. Tra di esse c'è chi lo considera un eroe, ed esulta ad ogni nuova impresa, chi invece profonde ogni sforzo per catturarlo perché la giustizia non può essere né privata, né arbitraria. Per i bimbi è un vessillo da indossare orgogliosamente, un super tizio da imitare giocosamente. Per altri, i cattivi, è uno spauracchio. Lo odiano. Ma l'assoluta assenza d'indizi sulla sua identità lo rendono più simile ad un incubo che ad un uomo. Già cominciano a circolare leggende..."
Le sirene della volante ululano. I freni stridono mentre l’auto dei Carabinieri sbanda, rientra, accelera. Un inseguimento che si prolunga da chilometri. Cominciato sulla Pontina.
"Si racconta che non sia neppure un uomo. Di certo c'è che persegue il male e i suoi emissari con ogni mezzo. Senza pietà. Non è il solo supereroe sulla piazza, da quando come conseguenza alle leggi sul controllo urbano varate dalla Commissione Europea e subito recepite dal Primo Ministro Montanari, che hanno visto aumentare considerevolmente le telecamere e l'uso dei satelliti spia, gli uomini hanno cominciato ad adottare in modo sempre più dilagante passamontagna, caschi, cappelli e tutto quanto possa ingannare. Da qui, la sorta d’immunità determinata dall’occultamento dei propri connotati ha progressivamente incoraggiato la circolazione di personaggi mascherati su entrambi i fronti. Dai primi dati, risulterebbe che abbiano ragione coloro che sostengono che la cura sia peggiore della malattia..”
La voce del collega accanto al guidatore, arriva attraverso una scarica di statica: "A tutte le auto, convergere su Via delle 3 fontane. Ripeto, Via delle 3 Fontane. Il sospetto viaggia a bordo di una Ferrari color rosso. È pericoloso, probabilmente armato."
"Qui Volante Due, stiamo uscendo dalla rampa del Tintoretto, arriviamo in senso contrario, entro pochi secondi dovremmo intercettarlo non può sfuggirci!".
Le parole dell'altra voce, echeggiano all'interno della Gazzella.
Echeggiano anche all'interno della Ferrari.
Il tessuto si tende, un'ipotesi di sorriso sembra prender forma sotto la maschera in polimeri elastici corazzati.
“È conosciuto come l'Alfiere Nero".»
Cinque racconti sulla coordinata della avventura con la A maiuscola, dicevamo, ricchi di suspence e colpi di scena, narrati con uno stile altamente suggestivo e a tratti, cinematografico. Come dice un illustre esperto di pulp italiano quale
Alan D. Altieri nella prefazione al libro,
"...Spaziando dal soprannaturale all’apocalittico, dal thriller all’horror, queste storie stimolano e seducono, impegnano e inquietano. A maggior ragione se si considera il loro scenario univoco, eterno da un lato, eternamente mutevole dall’altro: niente meno che la Città Eterna. Esatto: è proprio Roma - mai tratteggiata prima in modo altrettanto demoniaco, distopico e gotico - il palcoscenico di questa turbinosa cavalcata di FX, special effects, effetti speciali - speciali in tutti i sensi".
L’autore,
Pier Luigi Manieri, è saggista e cultore della materia, ha insegnato Storia e Critica del Cinema presso l'Accademia Achille Togliani. Nel 2011 ha pubblicato la monografia "La Regia di Frontiera di John Carpenter"(Elara)che è stato testo fondamentale per il Corso di Storia e Analisi del Film della Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino. Ha collaborato con diverse testate di settore, attualmente scrive di cultura e spettacolo sul periodico Area. È autore e regista della performance video musicale “Iconico & Fantastico”. Occasionalmente sassofonista, è esperto di sottoculture giovanili, ha ideato e curato eventi come Urania: stregati dalla Luna, Il cinema italiano al tempo della Dolce Vita, Effetti Speciali, MassArt, Radar-esploratori dell’immaginario.
P.S.: l'immagine di copertina, che vedete in apertura, è "Roma non fa’ la stupida stasera", opera di Esteban Villalta Marzi.