La ragazza che galleggia in un salotto allagato (nell'immagine qui a sinistra) è annegata o è solo un riflesso surreale, un'illusione ottica...?
Vi segnaliamo con questo interrogativo un'altra mostra che stuzzica il nostro inquieto nervo ottico: a Milano, alla galleria Photology (via Moscova 25) è in corso (fino al 22 novembre) la mostra Dream House delle opere di Gregory Crewdson, un geniale fotografo di Brooklyn - ex cantante punk - che noi abbiamo scoperto per caso restando immediatamente attratti dalle sue inquietanti, hopperiane immagini di sottile angoscia urbana o domestica, raggelata in scatti concepiti come piccoli set cinematografici (di cui vedete tre esempi nelle riproduzioni di questa pagina).
E non solo perché spesso vi figurano noti volti del cinema come Gwyneth Paltrow, Julianne Moore, Tilda Swinton, Philip Seymour Hoffamn o William H. Macy, ma soprattutto per l'originalissima concezione delle foto stesse: stradine suburbane americane, interni domestici piccoloborghesi, le location vengono sempre meticolosamente preparate da Crewdson, con ricercatissime disposizioni di luci e ombre e riflessi nei frequenti specchi, proprio come per riprendere una scena.
E del film le immagini di Crewdson hanno ben nitida la componente narrativa: fissano sempre un istante, lasciandoci chiaramente intuire di stare osservando un frame di un continuum...
Che però, purtroppo, ci sfugge. E in questo sta certamente la componente lynchiana delle immagini, dall'autore esplicitamente riconosciuta: una donna allo specchio nella propria camera da letto, con un'altra donna nuda immobile alle sue spalle, un uomo in piedi in una strada in cui piove un fascio di luce da un nonsisadove in alto, una ragazza in mutandine e reggiseno sul marciapiede davanti (forse) alla propria madre (qui sotto a sinistra)... Tutti protagonisti di azioni oscure, in strade o ambienti bui, fissati in un'immobilità angosciante, malinconicamente inespressivi, enigmatici per quanto riguarda il senso logico dell'azione di cui dovrebbero far parte (o almeno così noi ci aspettiamo).
C'è sempre, nelle foto di Crewdson, un elemento sottilmente 'fuori luogo', estraneo se non in contraddizione con la scena che ci sembra di stare osservando: una donna nuda in piedi accanto ad un pranzo domestico, una ragazza in piedi vicino alla propria auto, vestita di tutto punto ma scalza, immobile come se cercasse qualcosa, aspettasse qualcuno... cosa?
Come in un film di Lynch qualcosa di imprevedibile è accaduto, sta accadendo... chi è la sconosciuta riflessa in quello specchio?
Come in un film del Lynch attuale, o in Visioni di Solaris di Syxty, la risposta è sempre... "a un passo da noi, ma molto lontano da qui".
Il catalogo di Gregory Crewdson è edito da Photology ed è in vedita a 49 euro.