Quest’anno, insieme alla solita nutrita presenza di star della TV (tra cui Virginia Hey dell’acclamato Farscape e Peter Jurasik di Babylon 5), notevole era anche l’ospite letterario: l’inglese Richard K. Morgan, autore di grandissimo talento con all’attivo quattro romanzi, tre per la serie di Takeshi Kovacs, iniziata con Altered Carbon – in Italia Bay City – e proseguita con Broken Angels (Angeli Spezzati) e Woken Furies (ancora inedito da noi) e un libro ambientato nel nostro prossimo futuro, Market Forces (edito lo scorso anno dalla Nord con il titolo di Business).
Nei quattro giorni della manifestazione si sono concentrati numerosi eventi degni di nota, grazie all’ottima organizzazione affidata a tre veterani come Ernesto Vegetti, Lanfranco Fabriani e Salvatore Proietti. Si è riusciti a infilare veramente di tutto e per tutti i palati: passando dal tono aulico e accademico dell'Howard Phillips Lovecraft di Sebastiano Fusco e Gianfranco de Turris moderati da Ernesto Vegetti a quello confidenziale della presentazione che Sandro Battisti e io abbiamo tenuto con il supporto di un esuberante Giorgio Messina; dalla divertente e puntuale ricognizione marziana di Alessandro Vietti alla premiazione della Sviccata, un premio che vale tutta una carriera (almeno stando al tentativo di persuasione subdolamente operato da Alberto Cola, giurato storico del premio letterario meno ambito della nazione). E poi le presentazioni del grandissimo Vittorio Catani e della sua nuova antologia L'essenza del futuro (Perseo Libri), un lavoro poderoso che di diritto entrerà negli annuari della SF italiana; di Giancarlo Manfredi e della nuova antologia pro-Amref da lui curata: Wakati Ujao, progetto che merita tutta la vostra attenzione; e di Dario Tonani che esce su Urania proprio in questi giorni con Infect@, un noir originale e affascinante ambientato nella Milano fortemente arabizzata dell’imminente futuro, minacciata da una nuova, letale droga elettronica; e la discussione sul rapporto tra Dick e il cinema imbastita da Antonino Fazio e Salvatore Proietti, con la complicità di Vittorio Curtoni e Richard K. Morgan. E al Bazaar del Fantastico di Andrea Jarok ha fatto la sua apparizione una nuova rivista dedicata al fantastico e ai territori del sogno, con un’impostazione che risente di una forte influenza lovecraftiana: si tratta di Hypnos, a cura del fantasmatico Andrea Giusto che si avvale di collaboratori d’eccezione come Giuseppe Lippi, Francesco Lato e Antonio Piras.
Oltre alla presentazione di Supernova Express (antologia manifesto del Connettivismo, pubblicata da Ferrara Edizioni, www.next-station.org), un altro evento che mi ha visto partecipare in veste attiva è stato un dibattito sulle nuove tendenze emergenti nella fantascienza anglosassone, e in particolare sulla nuova ondata britannica di cui Morgan è uno degli autori di punta. Con Proietti abbiamo avuto modo di analizzare le radici storiche di questa tendenza e dal suo punto di vista “immerso” Morgan ha aggiunto preziosi elementi al dibattito, sottolineando le affinità culturali e le attitudini sociali tra la Scozia (dove vivono appunto lui, Iain M. Banks, Ken MacLeod e Charles Stross) e l’Europa, in contrapposizione all’asse anglo-americano. Richiamandosi alla lezione di Will Hutton (giornalista europeista autore del saggio The World We’re In), ha spiegato come “in Europa, la limitatezza dello spazio a disposizione ci ha spinti a sviluppare una coscienza sociale delle comunità sconosciuta in America, dove la vastità del territorio a disposizione dei pionieri ha progressivamente indebolito i legami ed esasperato l'individualismo”. Una riflessione imprescindibile per comprendere la forte impronta sociale della fantascienza postumanista, che riesce a operare una sintesi di estremo interesse tra due correnti storiche del genere: il filone tecnologico della cosiddetta hard-SF e quello sociologico che in una certa misura ha nutrito anche la New Wave e il cyberpunk. Una lezione a cui si ispira anche il Connettivismo in Italia.
Il papà di Kovacs e Quellcrist Falconer (la figura più efficace e memorabile emersa a mio parere dalla fantascienza postcyberpunk) non ha lesinato aneddoti e segreti, dilungandosi sui suoi programmi futuri che – purtroppo – dopo Black Man (il quarto volume della serie) lo vedranno impegnato su… una trilogia fantasy. Ma Morgan ha anche cercato di tranquillizzare i suoi numerosi lettori spiegando che non si tratterà della solita variazione sulla Terra di Mezzo, ma avrà piuttosto come modello La Spada Spezzata di Poul Anderson e sarà quindi inevitabilmente un’opera ad alto tasso di violenza e adrenalina. Ha cercato di rassicurarci, Morgan, e devo ammettere che con la sua simpatia e il suo talento istrionico ci è riuscito in pieno.
La manifestazione ha poi raggiunto il suo culmine di mondanità e divertimento con la consueta cerimonia di consegna dei premi Italia, tenutasi dopo la cena di gala di sabato sera. Condotta da un Vegetti in forma smagliante, sono stati proclamati i vincitori delle targhe che da 33 anni ormai premiano la popolarità degli addetti ai lavori che nelle rispettive categorie si sono maggiormente distinti nell’anno precedente.
I risultati hanno premiato l’attività di piccole case editrici che però rappresentano ormai realtà consolidate nel panorama italiano, come l’attiva Delos Books (con collaboratori eccellenti come Gianfranco Viviani e pubblicazioni importanti come la collana Odissea da lui curata o la leggendaria Robot di Vittorio Curtoni) e la storica Perseo di Ugo Malaguti. Trionfatore della serata è stato però Vittorio Catani, che ha centrato il primo posto sia per il migliore articolo che per il miglior racconto su pubblicazione amatoriale (a dimostrazione della generosità di un professionista del suo calibro). Valerio Evangelisti si è aggiudicato il premio Italia per il miglior racconto su pubblicazione professionale. I connettivisti, che concorrevano in finale in più categorie, non hanno invece conquistato il primato in nessuna di esse. Per NeXT e la sua piattaforma elettronica (www.next-station.org) l’appuntamento è rinviato al prossimo anno.
Nel frattempo, lunga vita e prosperità a tutti! Come soleva ripetere lo scienziato più pazzo della fantascienza, ci vediamo nel futuro…
Giovanni De Matteo