Adam Bajerski il direttore della fotografia intaglia un mondo leggero fatto di carrelli a seguire i personaggi, di corse lungo i marciapiedi, di giornate di sole o di pioggia infinite, dove l'orizzonte visivo del bambino si dischiude, sognando ad occhi aperti. Una fotografia sapiente con movimenti di camera controllati e colori di terra. Nessuna inquadratura è sprecata. Il mondo di Stefek è quasi un sogno, fatto di soldatini che possono fermare un treno, di un padre fuggito da casa, che lui riconosce in un uomo che aspetta il treno alla stazione. Una infantile illusione o realtà? Comunque stiano le cose Stefek lo rivuole a casa. Così il nostro protagonista, a sei anni, sfida il destino, con dei trucchi. Quali sono i suoi trucchi? Lui ha i suoi soldatini come alleati, o sassolini o monete. Tutti oggetti che lanciati su un binario, messi davanti ad una porta possono immobilizzare le persone, innescare eventi, portargli quello che vuole. In questo gioco infinito le storie della sorella, della madre, dei vicini di casa scorrono paralleli alla sua sfida.
Poesia e gag si alternano ed è un mondo senza peso, frizzante, a cui facilmente vorresti appartenere. Un mondo dove una carcassa diventa una fuoriserie, dove una folata di vento può portare conseguenze inimaginabili, spostare un carro, far incontrare persone o separarle per sempre. I personaggi secondari sono deliziosi, come il meccanico filosofo, che per convincere il malcapitato cliente ad acquistare il rottame da lui ristrutturato teorizza di dividere il popolo femminile in donne da berlina, da sportiva o da familiare a seconda delle loro inclinazioni esistenziali che poi altro non sono che i desideri del suo cliente ad avere una donna di un tipo o dell'altro...
Stefek così passa la giornata a cercare di far fuggire i piccioni alti nel cielo o a sostenere la sorella nei colloqui di lavoro o a godersi la procacità della vicina di casa. La sceneggiatura è un equilibrio tra generi, non è mai scontatamente commedia, nè troppo drammatica ma ti fa pensare e divertire allo stesso tempo, insomma un bel film d'autore, dove evocare i destini di tutti è poesia e teoria insieme. Dopo aver patito stilemi fossilizzati o funerali troppo precoci del buon vecchio cinema, mi sembra di buon auspicio vedere Tricks, sempre che si abbia voglia di sistemare quei soldatini di latta sui binari e fermare il treno del destino o, almeno, deviarlo una volta ancora.
Regia e sceneggiatura: Andrzej Jakimowski
Fotografia: Adam Bajerski Interpreti: Damian Ul, Ewelina Walendziak, Rafał Gużniczak, Tomasz Sapryk
Produzione: Zjednoczenie Artystów i Rzemieślników Sp. z o.o.
Distribuzione internazionale: Kino Swiat
Nazionalità ed anno: Polonia, 2007
Durata: 95'
Formato: 35mm, colore