<I used to tell Walter, "Never start a fight... but always finish it." I didn't start this fight... but by God, I'm going to finish it>, dice l'indomita Christine Collins in Changeling.
Mentre termina il suo personale combattimento con l'ultima stesura del suo secondo romanzo (seguito del premiato Draghi di Chrysos), Debora Montanari ha visto per noi l'ultimo film di Clint Eastwood, che lodi pressoché univoche ha raccolto al suo apparire (si parla anche di Oscar). Di seguito leggete la sua recensione.
Ambientato nella Los Angeles degli anni venti, Changeling racconta la storia vera di una donna straordinariamente forte: la realmente esistita Christine Collins (Angelina Jolie) che, dopo la misteriosa scomparsa di suo figlio, si trova a combattere una battaglia più grande di lei, scoprendo sotto la patina perbenista dell’epoca, un mondo marcio, corrotto, asservito al potere e maschilista fino all’estremo. Cercando infatti di coprire la propria incompetenza nel caso della scomparsa di Walter Collins, la polizia cerca di far credere a Christine che il bambino che hanno ritrovato è il suo, ma quello non è suo figlio. Per Christine Collins inizia la sfida, per la città di Los Angeles un terremoto che scuoterà la sua stessa storia.
Una trama agghiacciante degna di un incalzante thriller, dove però, questa volta, è la realtà a superare la fantasia e dove il thriller si trasforma in un inno alla giustizia, in una battaglia psicologica e morale che accende le coscienze di tutti, perché l’epoca sarà quella del Charleston, ma alla fine, poche cose sono cambiate se le confrontiamo con i problemi del mondo contemporaneo.
Clint Eastowood vuole raccontare con Changeling proprio questo: il mondo ingiusto e andato a male, comandato da uomini senza scrupoli, la forza e l’anima di una donna che, spinta da valori superiori, si mette in gioco per amore: per se stessa, per suo figlio e per le persone piegate dall’ingiustizia. Una battaglia, questa, che non passa mai di moda, perché il bene e il male sempre sono esistiti e sempre esisteranno e Changeling è solo una delle tante storie che raccontano l’eterno conflitto; e pensare che sia una storia vera fa venire i brividi ma, allo stesso tempo, regala speranza.
La lotta tra il bene e il male Changeling la raccontata attraverso una serie di avvenimenti terrificanti, sotto tutti gli aspetti. E’ una storia complessa, sfaccettata, che coinvolge diversi livelli di “male”: definiamo così il marcio e l’ingiustizia, perché altro non è che questo. C’è il male generato dalla fame di potere e di controllo su tutto e tutti, rappresentato dalla polizia di Los Angeles, ai tempi corrotta, diretta da personaggi infimi, come il capitano J. J. Jones (Jeffrey Donovan); era una polizia che pensava solo al denaro e alla violenza, con un potere che andava ben oltre quello della mafia, perché era protetta dalle leggi (mica come adesso che tutto è trasparente, no?! NdR).
Poi c’è il male più puro, quello totalmente privo di coscienza, quello sadico che vediamo nel film, perché la stessa protagonista lo attraversa dentro i corridoi di un manicomio, lo fronteggia, faccia a faccia. E qui mi fermo perché, se non conoscete la storia, vi priverei di uno dei colpi di scena più agghiaccianti, che per fortuna i trailer non ci hanno svelato.
Il “bene” è rappresentato da Christine Collins e da tutti coloro che si schierano dalla sua parte, aiutandola, salvandola, combattendo al suo fianco: primo fra tutti il reverendo Gustav Briegleb (John Malkovich), un vero guerriero che al posto della spada sfodera parole e che parole!
Una serie di personaggi impressionanti hanno dato vita ha questi eventi, personaggi che sono realmente esistiti, che realmente hanno fatto ciò che vedrete…nel bene e nel male.
Il film fa conoscere una delle storie vere più tenaci e più raggelanti. Ce la racconta Clint Eastwood, con la sua regia pulita, lineare, quasi glaciale, proprio per rimanere in linea con il racconto e con la sceneggiatura di J. Michael Straczynski, che senza mezze misure ci apre una finestra su un passato cupo, un pezzo di storia americana che potrebbe comunque essere anche un pezzo della nostra storia. Dietro all’eccellente sceneggiatura e alla regia impeccabile, troviamo poi una straordinaria fotografia, quella di John Stern, e una coinvolgente colonna sonora, composta dallo stesso Clint Eastwood. Completano il tutto i costumi di Deborah Hopper.
Ciliegine sulla torta, le interpretazioni di tutti gli attori coinvolti: Angelina Jolie è straordinaria nell’interpretare Christine Collins, sempre in equilibrio tra la disperazione assoluta di una madre che perde il figlio e la risolutezza estrema di una donna che lotta per la giustizia. Affascinante e magnetico, come sempre, John Malkovich: che grande scelta ha fatto Eastwood quando ha deciso di mettere il volto di Malkovich dietro al pulpito del reverendo Briegleb, un attore capace di comunicare una personalità forte e senza paura, come doveva in effetti essere il vero reverendo.
Changeling non è, come si può pensare o come possono suggerire i trailer, un film strappalacrime ma l’esatto contrario: è un autentico thriller, una storia angosciante e terrificante, con un colpo di scena che vi congelerà sulla poltroncina. Questo accadrà perché tutto ciò che vi viene raccontato è davvero accaduto, i personaggi che incontrerete sono davvero esistiti e scoprirete che, benché siano passati quasi novant’anni da quei fatti, i tempi non cambiamo: cambiano le mode, cambiano i ritmi di vita, ma la lotta tra bene e male è perenne e il destino, o Dio, come dice il reverendo Briegleb a Christine, per mettere a posto le cose agisce e sempre agirà nei modi più strani.
In Changeling il destino ha agito attraverso Christine Collins, in un modo estremo perché estrema era la situazione.
Debora M.