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Solo gli amanti sopravvivono, nel mondo al tramonto di Jarmusch

Written by  11 May 2014
Published in Cinema
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Vampiri crepuscolari, colti e malinconici, ultimi guardiani di un romanticismo che l’umanità sta distruggendo insieme al pianeta, nel nuovo film del regista americano “stranger tahn paradise”.

 


 

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Undicesimo film di Jim Jarmusch, Solo gli Amanti Sopravvivono (per una volta traduzione corretta del titolo originale Only Lovers Left Alive!) aggiunge un nuovo tassello gotico-moderno al personalissimo “ciclo dei vinti” del sogno americano che forma l’intera filmografia del regista di Akron (città dei Devo!).

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L’amore fra i due secolari vampiri Adam (Tom Hiddleston) ed Eve (Tilda Swinton, ma notate i nomi!), inseparabili dal Medioevo o giù di lì, anche se oggi lui è un cripto rocker a Detroit e lei cultrice di libri a Tangeri, spinge Eve a tornare dal tenebroso coniuge sentendolo più depresso del solito, temendone le tendenze suicide (vedi foto a sinistra). Non fa a tempo a tirarlo su, che la di lei sorella minore, Ava (Mia Wasikowska, l’Alice di Burton, nella foto sotto a destra), vampirella scapestrata e indocile alle regole del clan, mette in pericolo il loro anonimato succhiando a morte il sangue di un conoscente di lui. Bisogna far sparire il suo corpo e, poi, anche il proprio, prima che qualcuno cominci a far troppe ricerche…

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Come in ogni film di Jarmusch, la trama è – oltre che lenta e narcolettica – tutto sommato secondaria rispetto al quadro d’ambiente e all’atmosfera, finanche ai dettagli “di stile”, che veicolano il vero significato del film: una struggente nostalgia per un mondo che pare al tramonto, quello della bellezza e di emozioni sottili, che la società degli “zombie” (nulla di classicamente orroristico, nel film non sono diversi dagli esseri umani, anzi siamo proprio noi gli zombie, infatti significativamente la qualifica viene applicata alla gente di Los Angeles, Mecca del cinema mainstream USA, e ai discografici!) sta progressivamente corrompendo e distruggendo.

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Adam vive circondato da chitarre elettriche d’epoca e strumenti musicali d’ogni tempo e provenienza (foto a sinistra), coi quali registra in solitudine dischi che non gli interessa pubblicare per raccogliere un successo che aborrisce. Nelle inquadrature sui bobinoni Revox e su tutto l’armamentario vintage del suo studio domestico si legge tutta la passione del regista per un mondo di rock “analogico” che oggi sappiamo al tramonto (e per converso così cool).

Eve per partire da Tangeri riempie una valigia di libri d’ogni tipo, da Infinite Jest di Wallace all’Ariosto in italiano ai pulp economici in arabo, fino al Faust di Christopher Marlowe, che nel film è l’anziano John Hurt (qui a destra con la Swinton).

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Anche lui vampiro dal ‘500, vive a sua volta nascosto a Tangeri (col nome di Kit, soprannome del vero poeta), è amico della coppia e pensa che “se avesse conosciuto Adam prima di scrivere l’Amleto (sarà per quello che odia tanto il rivale Shakespeare!), lui ne sarebbe stato un perfetto modello”. Del resto, anche lo stesso Adam, prima del rock, ha composto un quintetto d’archi che “ha regalato a Schubert perché lo facesse conoscere al mondo come opera propria” e quando prende in mano un violino ne strappa senza sforzo un’esecuzione di Paganini.

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Queste situazioni, questi dialoghi fra vampiri sono sempre conditi da una gustosissima ironia che scorre lungo tutto il film (come sempre nel lunare cinema by Jarmusch), dribblando tutti i cliché dell’horror “serioso”: come quando i romantici coniugi si succhiano un ghiacciolo del sangue congelato in freezer (foto a sinistra), comprato da Adam da un medico ospedaliero corrotto, cui si presenta sempre travestito da collega (con cartellini di riconoscimento come Dr. Faust o Dr. Caligari!), o notano che “quel panciotto ha almeno un secolo in più di quella chitarra” (risalente all’inizio del 1900). Oppure che Kit Marlowe porta la stessa vestaglia… dal ‘500!

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Film delicato, e per nulla horror nel senso classico del genere (non più di quanto Dead Man somigliasse a un western, per intenderci), a dispetto dell’immaginario gothic che sfoggia, Solo gli amanti sopravvivono riesce fra l’altro – come se fosse poca cosa – nell’arduo compito di porre una nuova pietra miliare nel campo delle declinazioni davvero originali dell’immortale mito del vampiro in tempi moderni: dark rocker che farebbero pensare a Miriam Si Sveglia A Mezzanotte, emarginati come quelli de Il Buio si Avvicina della Bigelow (come tutti i personaggi del regista), malinconici e sofferenti come quelli di The Addiction (ma senza il dualismo Bene/Male di Abel Ferrara, qui in un certo senso sono loro il Bene), come questi ultimi bevono sangue un po’ come se si drogassero (la loro estasi ricorda tanto un trip).

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Ma, soprattutto, i vampiri di Jarmusch mettono in luce (o se preferite in ombra) un’inedita sfaccettatura della loro condizione non-umana: una malinconica, strenua preservazione della bellezza, dell’arte (e persino della scienza, si parla di entanglement quantistico e di scienziati mesi al rogo), di cui sono estenuati ma appassionati cultori, fin sulla soglia della dissipazione cui è l’umanità-zombie che sta condannando il proprio mondo: ambiente inquinato, sangue contaminato, teatri trasformati in parcheggi, una Detroit notturna, desolata “città fantasma” come tutti i non luoghi in cui Jarmusch ambienta le proprie storie.

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Ciliegina su una torta già golosa, come ogni film del principe dell’indie cinema a stelle e strisce, anche Solo gli amanti sopravvivono sfoggia una preziosa colonna sonora da cercare subito in cd (di cui su CineBlog vi fate un bell’assaggio): opera degli SQÜRL, band composta da Jim Jarmusch stesso, Carter Logan e l'ingegnere del suono Shane Stoneback, coadiuvati dal compositore e liutista olandese Jozef Van Wissem, ospita anche una selva di brani non originali (temiamo, assenti dal cd) che testimonia della passione e competenza musicali del regista: dal rockabilly di Charlie Feathers al soul di Denise LaSalle, e poi Zola Jesus, Bill Laswell, i Black Rebel Motorcycle Club e gli space rocker White Hills, che suonano dal vivo nel locale in cui Ava trascina una notte la vampiresca congrega, per finire con la fascinosa dark lady libanese Yasmine Hamdan, che canta un’ammaliante psichedelia mediorientale in un pub di Tangeri, suscitando l’ammirazione di Adam (e l’auspicio che la fama la risparmi!).

Dopo l’anteprima al Teatro Franco Parenti di Milano organizzata da ceCINEpas, Milano Film Network e Festival Mix, Solo gli amanti sopravvivono è in distribuzione in Italia dal 15 maggio da parte di Movies Inspired.
Non perdetelo. Neanche (anzi, proprio) se ne avete piene le scatole di vampiri romantici.


Mario G

Last modified on Wednesday, 14 May 2014 10:59
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